“Ciao, Marcello – Mastroianni l’antidivo”
Un docufilm di Fabrizio Corallo scritto da Silvia Scola e Fabrizio Corallo
In occasione del centenario della nascita di Marcello Mastroianni, il grande attore scomparso a 72 anni nel 1996, stasera, in prima serata alle 21.20, Rai 3 mette in onda “ Ciao, Marcello- Mastroianni l’antidivo”, un documentario di Fabrizio Corallo con Luca Argentero e con Barbara Venturato, che vuole celebrare Mastroianni da un’angolazione inedita e con un tono il più possibile “understatement”, come era nella sua natura. Attraverso un racconto per immagini, è Argentero, tra un filmato e l’altro, a raccontare a una giovane assistente montatrice (Barbara Venturato) la vita avventurosa e la carriera straordinaria dell’indimenticabile Marcello. Star assoluta, “portatore sano” di fascino latino, Mastroianni, a partire dai tempi de “La dolce vita” di Federico Fellini, ha incarnato alla perfezione l’italiano ideale e il seduttore per antonomasia.

Nella realtà, invece, non era affatto un latin lover, quanto piuttosto un uomo riservato, sensibile, discreto e insicuro, innamorato della vita e della sua semplicità: il buon cibo, le amicizie, l’amore, del quale, nella vita reale, è stato vittima in misura proporzionale a quanto sia stato “carnefice” nei suoi film.
Il docufilm si snoda all’insegna di una sorta di auto-racconto in cui Mastroianni rivive in scena grazie a interviste d’epoca e a testimonianze dei grandi registi che lo hanno scelto come compagno di viaggio, clip tratte dagli oltre 150 film da lui interpretati, materiali d’archivio italiani e stranieri spesso inediti, backstage girati sui set e filmini privati mai visti prima.
Il docufilm è prodotto da SurfFilm, Dean Film, Luce Cinecittà con la partecipazione di Rai Documentari.
LA PAROLA AL REGISTA: FABRIZIO CORALLO
L’umanità di Mastroianni, la sua ironia, il suo scanzonato non prendersi sul serio, il suo non essere mai un divo ma sempre un essere umano, con le debolezze e le fragilità che attraversano l’animo maschile, sono le doti e le caratteristiche su cui ci siamo maggiormente soffermati con la cosceneggiatrice Silvia Scola per cercare di ritrarre da vicino il divo italiano più mediatizzato di sempre.
Il suo fascino non è mai tramontato grazie alle scelte che seppe fare durante la sua lunga carriera che lo hanno condotto ad interpretare con coraggio e lungimiranza personaggi che pochi attori arrivati al suo successo avrebbero accettato: il cornuto, l’impotente, l’omosessuale, l’infame, l’uomo incinto, tutti ruoli che accettava, anzi cercava, per mettersi in gioco e liberarsi dalla gabbia stretta del Latin Lover che il suo fascino e il successo planetario del film “La dolce vita” e del suo personaggio rischiavano di imporgli.
Marcello, caso unico di attore il cui nome identifica più del cognome, capisce immediatamente, con una lucidità sensitiva, i rischi di essere il primo attore italiano esposto alla luce accecante del successo mediatico mondiale. Attraverso un lungo e approfondito lavoro di ricerca tra gli archivi italiani ed internazionali il docufilm ambisce a restituire un’immagine ricca e divertente delle tante sfumature di Mastroianni in una sorta di ininterrotto autoracconto ricco di ricordi e aneddoti di vita e di lavoro anche grazie alla presenza di Luca Argentero che si ritrova a descrivere ad una giovane assistente montatrice (Barbara Venturato) la vita e la carriera di un artista che – anche se ha appena compiuto cento anni – sentiamo tutti come nostro contemporaneo.