La passione e l’ammirazione della Abba in “Pirandello segreto”

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Il rapporto diretto tra un professionista e la sua segretaria, oppure tra un pittore e la sua modella, una docente ed il suo allievo delle Superiori, ovvero tra un regista e la sua attrice protagonista, induce spesso con il tempo al nascere d’una reciproca empatia,attrazione sessuale, per cui finisce con il sorgere una relazione latente ed infatuazione corrispettiva. In particolare in questa prima parte del mese dedicato ai trapassati abbiamo potuto assistere a spettacoli teatrali e pellicole cinematografiche che intendevano rendere omaggio al maggiore nostro commediografo e tragico scrittore del ventesimo secolo, ovvero l’agrigentino Pirandello nato a Girgenti nella campagna chiamata Kaos nel 1867 e vincitore del Nobel nel 1936, che contrasse un matrimonio d’interesse per la proprietà delle miniere di zolfo con la figlia Antonietta della famiglia Portolano , unendo le loro fortune e dando lavoro ai “carusi” di cui parla il catanese Verga: Ben presto venne a Roma per laurearsi al Magistero e cominciò a comporre copioni per il teatro, tra cui “Nostra Dea” per la cui messa in scena scritturò la brava ed affascinante Marta Abba che nel 1925 venne scritturata e da Savona venne a Roma per un compenso abbastanza congruo di 150 lire al mese. La bellezza della Abba lo colpì subito e nacque in lui una romantica sensualità per lei, che aveva già interpretato alcune sue creazioni,quali “Vestire gli ignudi”, “L’esclusa”ed appunto s’accingeva all’ultimo lavoro che la vedeva protagonista. Marta , tuttavia, non lo condivise del tutto sentimentalmente, in lei c’era piuttosto la contemplazione estatica dell’autore che le permetteva di guadagnare e compiere stupende tournée per la nostra penisola : da Palermo, a Napoli, Roma e Venezia. Trascorsi tre anni dall’inizio del legame, per cui non si sa ancora criticamente se si possa parlare espressamente d’amore oppure di semplice ammirazione da parte della giovane attrice,furono costretti a separarsi , come avviene in circostanze fatali e assunzione d’incarichi nell’esistenza,per andare la meravigliosa penna siciliana a Berlino, dove avrebbe soggiornato mentre insegnava Filologia Classica e Letteratura Italiana all’Università di Bonn,scrivendo per lei “Sei personaggi in cerca d’autore” con il ruolo della figliastra per la Abba e “Come tu mi vuoi” per chiarire alla sua amata Marta, equivalente alla Duse dell’”Immaginifico” G. D’Annunzio, che lui sarebbe stato disposto assumere quei caratteri ed atteggiamenti che lei avesse desiderato per donargli il suo cuore. Lei aspettava dal canto suo queste notevoli produzioni letterarie per farsi strada nel mondo del teatro ed avere sempre nuove proposte da sottoporre alle Direzioni Artistiche dei teatri. Il lavoro della collega Maricla Boggio si può definire pluridisciplinare in quanto sullo schermo nel fondo del palcoscenico compaiono le foto della Germania e degli USA dove Marta va alla fine, successivamente all’essere andata a trovare il suo Maestro che era rientrato in Sicilia e per far fronte alle spese ingenti per il ricovero della moglie in ospedale psichiatrico, come documenta Michele Placido nel suo film di successo “Eterno Visionario” con l’impazzita e delirante mentalmente Antonietta impersonata da una splendida Valeria Bruni Tedeschi dalle mille reazioni furastiche estemporanee, dovette avviare collaborazioni letterarie con i quotidiani redigendo editoriali. Prima di varcare l’Oceano , Pirandello si recherà da ultimo a trovarla,con la meraviglia estasiata dell’attrice nel trovarselo davanti. Ormai siamo alla viglia del secondo conflitto mondiale ed il drammaturgo ne resterà invaghito per sempre, quale seducente e rimpianta donna del cuore oniricamente capace di rasserenarlo come il titolo del film di Placido fa intuire e ,similmente alla conclusione del regista pugliese di Margherita di Savoia, pure la Boggio fa esprimere al perennemente ricordato Luigi, di cui la Abba aveva accolto con soddisfazione e riconoscimento della meritata benemerenza il premio Nobel, toccato quest’anno alla Han Kang di cui ci siamo recentemente occupati, il desiderio che il suo corpo sia cremato e le ceneri disperse nella campagna agragantina che gli aveva dato i natali. Questo sarebbe avvenuto mentre l’Europa si stava disfacendo dato che la Conferenza di Monaco del 1938 non sarebbe servita a nulla,parimenti all’”accordo dei protocolli “ firmato il 23 agosto del 1939 tra Ribbentrop e Molotov. Il genio di Ennio Coltorti restituisce brillantemente la personalità di Pirandello con un primo momento di fulminea conquista amatoriale ed un secondo in cui a Berlino è tutto concentrato con la testa poggiata sulla mano , per progettare i suoi scritti e sentire la necessaria ispirazione per comporli, nonostante l’angosce ed inquietudini provocategli dalla progressiva e distruttiva pazzia schizofrenica della moglie. La partner sulla scena e prezioso gioiello, tesoro suscitatrice di stimolanti e sensitivi appetiti istintivi, alimentati dai dolci, onirici,sogni notturni, che debutta per la prima volta sul palcoscenico con elegante recitazione, graziosa personalità, nobile dignità del portamento e candida voce bianca, deliziosa ugola canora sensuale, è Laura Lena Forgia che è stata eccellente discepola della scuola performativa di Coltorti. Lo spettacolo della durata di circa 60 minuti c’ha illustrato ancor più la figura biografica nel privato di Pirandello,su cui ha ironizzato la satira di Paolo Rossi fino ad oggi all’Ambra Jovinelli, prendendo spunto da “Sei personaggi in cerca d’autore”per libere divagazioni dello stesso insieme alla coinvolta partecipazione del pubblico, terminata con un ballo degli spettatori tipico da discoteca o balera con pista da ballo. La rappresentazione s’è tenuta nell’ultimo weekend, tra sciopero dei mezzi del trasporto pubblico e blocco delle auto per la prima delle cinque domeniche ecologiche 2024, all’Arcobaleno vicino a Villa Torlonia residenza privata del Duce durante il regime.

Giancarlo Lungarini

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