Ha le idee chiare, Alessandro Cucinotta. Sosia ufficiale di Francesco Gabbani e, soprattutto, conduttore e showman, segue con interesse i programmi di punta che affollano il piccolo schermo. Tra cui, inevitabilmente,“Ballando con le stelle”, storico show del sabato sera di Raiuno condotto da Milly Carlucci. «Se parteciperei come concorrente?Assolutamente. Ho sempre avuto una passione per il ballo», confessa l’artista siciliano. Che precisa, poi: «Ho perfino danzato a livello agonistico, piazzandomi sul podio diverse volte nella specialità delle danze caraibiche. Per cui, sì, sarebbe una bellissima occasione».
Alessandro, a “Ballando con le stelle” è scoppiata una polemica. Che, peraltro è più o meno sempre la stessa: Katia Ricciarelli ha dichiarato di non voler partecipare perché in giuria c’è Selvaggia Lucarelli, definita “quella lì”. Che cosa ne pensi a riguardo?
A “Ballando con le stelle” nasce sempre qualche polemica e il contrasto tra Katia e Selvaggia ne è un esempio. Selvaggia ha uno stile diretto che può risultare scomodo, Katia preferisce evitare situazioni di questo tipo Alla fine, però, sono tensioni che fanno parte del gioco e contribuiscono a rendere lo show più interessante. Speriamo che si possa tornare a godere di ballo e divertimento, perché è questo lo spirito di “Ballando”.
È possibile, secondo te, che degli artisti dicano “No” all’invito della Carlucci solo perché la blogger Selvaggia Lucarelli ha la lingua di fuoco in diverse occasioni?
Il carattere pungente di Selvaggia può scoraggiare qualcuno, ma credo che la sua presenza sia una scelta precisa di Milly: apporta un punto di vista forte e originale che dà dinamismo allo show. “Ballando con le stelle” non è solo una gara di ballo, ma uno spettacolo che vive anche di confronti e opinioni. Certo, ci sarà sempre chi preferisce evitare gli scontri; altri, però, vedono la sfida come parte del gioco e un’occasione per mettersi in discussione davanti al pubblico
Anche Mariotto, come giurato, ci va spesso pesante. Perché per lui c’è tolleranza e per la Lucarelli no?
Bella osservazione! Credo che la differenza stia più che altro nello stile. Mariotto ha metodi teatrali e, a volte, irriverenti. Ma, spesso, usa l’ironia per smorzare i toni e il pubblico tende a percepire le sue critiche come una caratteristica del personaggio. Selvaggia, invece, ha uno stile molto diretto e non sempre va per il sottile, cosa che può risultare più dura per alcuni. È proprio questa franchezza, forse, unita alla sua immagine da opinionista forte, a renderla più divisiva. Ma, alla fine, sia lei sia Mariotto contribuiscono a dare a “Ballando” quel mix unico di danza e show, che il pubblico ama.
Se mischiassero vip e persone comuni, come al “Grande fratello” o a “L’isola dei famosi”, credi che il format continuerebbe a mietere consensi?
Parte del successo di “Ballando con le stelle” è legato al cast di volti noti che attira il pubblico, sia per il talento sia per il percorso. Il fascino consiste nell’osservare celebrità che si mettono in gioco, mostrando lati inaspettati, attraverso la danza. Unire personaggi noti a “sconosciuti” potrebbe di certo creare nuove dinamiche, ma rischierebbe di sminuire il cuore del format: il confronto tra star che il pubblico già conosce e apprezza. “Ballando” ha un’identità ben definita. E, forse, è questa fedeltà alla sua formula a garantirne il successo, stagione dopo stagione.
La puntata del 2 novembre di “Ballando” ha messo KO la De Filippi con “Tú sí que vales” e non è la prima volta, in questa stagione. Pensi sia finita l’epoca di Maria?
Maria De Filippi resta una delle regine indiscusse della televisione italiana e “Tú sí que vales” continua ad avere un pubblico fedele. È vero: quest’anno “Ballando con le stelle” ha colpito nel segno, portando qualche vittoria in termini di ascolti, ma ciò non significa che l’epoca di Maria sia terminata. Dimostra, invece, come i telespettatori siano sempre in cerca di contenuti che sappiano rinnovarsi e sorprendere. Milly Carlucci ha saputo regalare a “Ballando” una freschezza nuova, le dinamiche tra i concorrenti e i giudici hanno creato curiosità e coinvolgimento. Alla fine, sono due programmi di successo. E un po’ di sana competizione non può che fare bene alla tivù italiana.
Diego Spiego