Anni 90’, la favola di Massimiliano Gallo al Cilea di Napoli

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“ANNI 90’… NOI CHE VOLEVAMO LA FAVOLA! È il seguito di Stasera, Punto e a Capo!” dove l’attore raccontava la sua vita e la sua giovinezza durante i gloriosi anni Ottanta attraverso fatti di cronaca mondiale, come la caduta del muro di Berlino

Questa volta però si percorrono i fantastici anni Novanta , un decennio apparentemente perfetto, Dalle boy-band italiane in confronto a quelle americane, stesso discorso per il cinema nostrano e d’oltreoceano, la musica disco e la nostra voglia di ballare ma fatta anche di testi forti che fanno impallidire quelli di oggi, ai primi cellulari e i primi computer che invece oggi impallidirebbero dinanzi le nuove tecnologie … ma ci sono cose che in realtà non vorremmo ricordare, vedi certi politici e certi avvenimenti di cronaca.

Tra un monologo e l’altro in scena la stessa formazione dello spettacolo precedente che ha regalato un enorme successo di pubblico e critica: l’attrice Shalana Santana, la cantante Carmen Scognamiglio e cinque musicisti diretti dal Maestro Mimmo Napolitano. Tutti eccezionali, dalla straordinaria voce della cantante, alle ballerine fino ai musicisti che accompagnano egregiamente la voce dello showman

Gallo, da vero mattatore, tiene in pugno la scena con ritmo incalzante, sottolineando le fasi cruciali degli anni ’90 con assoli e duetti, toccando tante corde dell’animo e cambiando improvvisamente atteggiamento, passando dall’allegria alla serietà o alla riflessività ma sempre con un piglio filosoficamente partenopeo, essendo sempre coerente con se stesso, credibile e molto forte

Tutto questo si conclude con un discorso finale, urlato e molto sentito, dal bravissimo attore napoletano, che unisce passato e presente, generazioni di prima e di oggi, comunicato con un alto contenuto di pathos e tenuto assieme dalla bellissima “ Mio fratello che guardi il mondo “ di Fossati.  Massimiliano procede per minuti senza mai prendere fiato una serie di parole che messe assieme fanno sia emozionare che riflettere lo spettatore  che ne uscirà sicuramente preso e commosso.

Marco Assante

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