Le vite dei grandi artisti, letterati ,filosofi,musicisti ed uomini insigni nelle sette arti liberali del “cursus honorum” meritano, come ammonì il sommo padre della lingua italiana e della ritrovata Fede cattolica dopo la parentesi protestante con la madre Giulia Beccaria ed il circolo degli Illuministi a Parigi, la prima moglie Enrichetta Blondel, gliene morirono infatti due di consorti insieme a dei figli e seppe affrontare cristianamente la prova tremenda mandatagli dal Signore, vanno riviste e valutate a mente fredda a distanza di tempo. Noi per esperienza sentimentale diretta, rimasti soli da tre anni, ve lo possiamo confermare e se la persona era veramente di valore il rimpianto, la sofferenza ed il dolore crescono di giorno in giorno, non sentendo pietà oggettiva per coloro che si macchiano di femminicidio con gli ultimi due ergastoli per giovani assassini, il secondo di Turetta deve arrivare agli inizi di dicembre, per finire addirittura con il vecchio di 93 anni capace ancora con le residue forze di strangolare la moglie. Ebbene questi giudizi connotativi si possono fare con convegni di studio, riesaminando esegeticamente le loro opere od affidandosi alle loro dirette e genuine parole pronunciate in speciali interviste a soggetto o campione che concessero durante la loro esistenza. Quest’ultimo è il caso del giornalista fiorentino alle prime armi che nel lontano 1908 venne mandato dal suo quotidiano a Torre del Lago vicino Castiglioncello dove soggiornava nella calda e primaverile stagione il geniale compositore lucchese Giacomo Puccini , che aveva la sua casa nei pressi delle lunghe ed alte mura della sua città che per onorarlo gli ha eretto davanti una statua stupenda in bronzo. Purtroppo il Maestro non era in sede ed allora il povero inviato deve accontentarsi di colloquiare con la sua cameriera , la fiorentina Marianna Checcucci che gliene racconta di tutti i colori, facendoci conoscere particolari inediti che arricchiscono la biografia e personalità di Puccini. L’idea del testo della durata di 90 minuti è venuta a Nicola Zavagli giacché venerdì, giorno del previsto sciopero su cui il ministro dei Trasporti discusso ed ancora inquisito per il sequestro della nave “Open Arms” con gli immigrati , onorevole Salvini ha operato la precettazione riducendolo a 4 ore, con il ricorso logico dei sindacati di Landini e Bombardieri al TAR,che creerebbe una disparità con i ferrovieri che hanno attuato il loro diritto domenica passata per tutto il giorno senza le fasce di garanzia, dicevamo ricorre il centenario della morte dell’artista musicale, creatore di famose opere quali la“Tosca”, la “Bohème” e “Madame Butterfly”.Il giovane professionista era , però, di scarsa cultura non conosceva precisamente le opere di Puccini tanto da confonderlo con G. Verdi, che da “La signora delle camelie”di Dumas aveva ricavato lo spartito de “La Traviata”, che il disarmante giornalista praticante riteneva composta da Puccini. La fedele ed onesta ammiratrice del suo padrone, incarnata dalla Checcucci con una lunga vestaglia grigia da sera per accudire alla magione, resta sconcertata da codesta insipienza di colui che dovrebbe conversare con il Maestro per approfondirne le sue doti, risorse umane e criteri ispiratori, per cui crede opportuno pensarci lei ad aprirgli gli occhi sul grande musicista del periodo risorgimentale e fargli qualche intima e segreta confessione. A lui, nei cui panni osserviamo destreggiarsi con qualche titubanza ed incertezze Francois Meshereki al punto da rendere in pieno la preparazione approssimativa del cronista per la sua missione,che le chiede se si sia mai innamorata del suo datore di lavoro, la domestica risponde che un caldo giorno di primavera, mentre lui dormiva sull’amaca , lei, che viene impersonata dalla sicura e disinvolta, dinamica , Beatruice Visibelli, l’ha baciato dolcemente sula fronte. Tiene a distinguere che tale è un gesto d’amore devoto, al contrario quello sulla bocca è pura passione. Lui dal canto suo amava il gioco delle carte, le auto di lusso con cui si recava al mare a Viareggio facendo sfoggio con orgoglio delle sue ricchezze ed instaurava relazioni sentimentali con belle ed avvenenti, attraenti ed affascinanti , donne tanto che aveva sposato una splendida ambrosiana gelosa, sospettosa e che aveva la mania dell’ordine, in maniera da cercare sempre quegli oggettti, come una notevole scatola rossa, che non rinveniva più. Era stata scossa pure dalla presenza intorno a Giacomo Puccini della leggiadra giovane Dorina Manfredi, che aveva innescato il misterioso giallo della sua morte. Apprenderemo quindi aneddoti della vita dci Puccini, ma l’autore e regista calibrato Zavagli ha unito alla narrativa orale anche la musica, la lirica alla poetica, pertanto dalle sue celebri partiture operistiche ascoltiamo 5 arie sublimemente cantate dalla soprano Francesca Romana Tiddi , che ha indossato uno sfolgorane e superbo vestito rosso luccicante da gran sera Ha intonato tra l’altro “Vissi d’Arte, vissi d’Amore “icastica espressione sintetica della Tosca, che a Castel Sant’Angelo era stata ingannata dal commissario Scarpia che le aveva fucilato l’amante, il pittore Cavaradossi, promettendole di salvargli la vita in cambio d’una galeotta notte d’amore fraudolenta.Per queste romanze la soprano è stata accompagnata al pianoforte dal pianista Massimiliano Franchina dal tocco lieve e deciso sui tasti. Lo spettacolo sarà signorilmente replicato al Vittoria fino a domenica prossima ed è prodotto dalla Compagnia “Teatri d’Imbarco”.
Giancarlo Lungarini