Sono passati quarant’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo ma la sua eredità è scalfita in ognuno di noi, in Italia e nel mondo dell’arte e della cultura come pochi hanno saputo fare. Eduardo è egli stesso un mondo a sé e non stiamo certamente qui a riscoprirlo ma, con l’idea di Antonio Colandrea, siamo senz’altro tutti anche qui a celebrarlo in questa occasione con il titolo inequivocabile di “Eduardo la maschera” supportato dall’altrettanto significativo sottotitolo di “Pulcinella…il tempo dell’incanto”. In scena martedì 10 dicembre al Teatro Eduardo De Filippo di Arzano, è senz’altro un omaggio ad Eduardo ma, tutto sommato, anche a Pulcinella che è stato tanto contestato in questi ultimi tempi per via della monumentale opera di Gaetano Pesce nella centralissima Piazza del Municipio di Napoli. Ma quella è un’altra storia. Qui la sensazione è che discretamente ed intimamente l’autore, coreografo e regista Antonia Colandrea voglia ricordare Eduardo con delicatezza e disincanto, con note finanche stravinskiane ma anche moderne ed attualissime. Un Eduardo ed un Pulcinella che quasi si inseguono nei ricordi e nella celebrazione della napoletanità che oggi, putroppo, è confusa con lo streed food imperante del turismo natalizio di massa, davvero quello del mordi e fuggi. Un tipo di turismo che Napoli forse non meritava e gradiva ma che, ormai, è il turismo che farà selfie e battute del Pulcinella di Pesce dimenticando la vera anima della maschera e di chi l’ha studiata seriamente. Come Eduardo ed oggi Antonio Colandrea che, con le musiche live di Nando Citarella e con i solisti dell’ensamble “La Paranza”, ha costruito un “Eduardo la maschera” tutto da vivere. A vestire il corpo di ballo e gli artisti saranno la Bencivenga Alta Sartoria e Leandro Fabbri mentre gli interpreti principali saranno i solisti Giuseppe Ciccarelli ed Irene De Rosa con la collaborazione del Roma City Ballet, diretto da Luciano Cannito, e con l’ensamble Ballet Studio di Massimo De Santis e Francesco Annarumma e con anche i performer Eugenio Simone Turturiello e Mohamed Sessa, con la supervisione Urban di Mario Bobo. “Questo è un progetto multitasking che raccoglie le varie anime di Eduardo e, tra queste, non poteva certamente mancare Pulcinella – spiega l’ideatore, regista e coreografo Antonio Colandrea – così da invitare il pubblico del teatro che porta il suo nome ad un viaggio nei meandri della sua cultura e della sua arte. Il patromonio di Eduardo è stato già sviscerato in danza e balletto per cui non ho voluto essere uno dei tanti. Ho voluto invece indagare trasversalmente a tutte le arti un uomo, un artista ed un simbolo vero e proprio da dentro e da fuori.” Prodotto dall’Associazione Culturale AR.TU. e da Anima Flegrea, Festival Internazionale della Cultura e della Danza, “Eduardo la maschera” con il contributo della Direzione Generale dello Spettacolo – Sezione Progetti Speciali 2024 del MIC, in collaborazione con l’Alta Sartoria Bencivenga, Roma City Ballet, Ballet Studio, Manuarino Architettura, Design e Comunicazione. Un progetto che sprigionerà il profilo di Eduardo in ogni istante dello spettacolo, proprio come nelle corde di Antonio Colandrea, un artista che certo non le manda a dire. Ed anche in questa occasione ha voluto metterci il segno, arricchire di contenuti una messinscena che parte da Eduardo per arrivare ai Pulcinella dentro ciascuno di noi. Non sarà uno spettacolo su Eduardo o su Pulcinella, sarà invece una serata all’insegna dell’aurea che ha accompagnato in vita e dopo il nome dell’artista e dell’uomo. Un’operazione molto difficile proprio per i molteplici interventi già portati in scena ed oggi annunciato alla stampa da Antonio Colandrea, emozionato ed orgoglioso di averlo raccontato senza narrativa bensì con affettuosa astrazione.
Antonio Colandrea indaga Eduardo e la sua maschera
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