Renzo Pasolini …  “Paso” entusiasmava la gente per il suo anticonformismo e la sua temerarietà (Rimini, 18 luglio 1938 – Monza, 20 maggio 1973)

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Renzo Pasolini “ Paso” è un pilota che vive fuori dai canoni. “Paso” è originale sia in pista che nella vita. Renzo non fa una vita da atleta. Pasolini ama: moto, donne, sangiovese, balere e sigarette. Renzo adora, fare tardi la sera anche la vigilia delle gare.“ Paso” corre senza calcoli, lui in pista “sfreccia.” Il suo bolide brucia l’asfalto. Renzo, rischia ad ogni corsa. Lui vive solo per il piacere di correre.

Il suo motto è: Tutto e subito…

In pista Renzo non segue nessuno schema. La sua sfrontatezza lo porta a dominare la strada e vivere la moto come parte integrante della sua stessa vita. Sono gli anni Settanta e per l’Italia è il periodo della rinascita economica. Il pubblico segue le vicende sportive con accanimento e furore. Furore e sregolatezza che certamente non mancano ad un personaggio atipico come Pasolini che con il suo anticonformismo esalta il pubblico che lo ama e lo segue. “Paso” è un riminese figlio d’arte. Suo padre Massimo era a suo tempo, anche lui un eroe della pista. Renzo, amante della boxe, piadine e vita notturna, alimenta le proprie passioni con l’adrenalina che le dà la moto. Il giovane e spericolato centauro corre dapprima con gli juniores. La licenza da parte della “Aermacchi” arriva da senior. Con la moto varesina “Paso” nel biennio che va dal 1964 al 1966 corre con le 250cc e le 350cc. Con la 350cc nel 1966 si classifica al terzo posto nel campionato del mondo. In seguito, il pilota romagnolo viene chiamato alla “Benelli”. Nel debutto nel circuito di Vallelunga con le 500cc il giovane scapestrato riminese si scontra per la prima volta con Agostini, “Ago” preludio della cavalleresca rivalità tra i due. “Ago” vince all’estero, mentre “Paso” sospinto dal suo pubblico fa scintille nei circuiti italiani. Pasolini nel 1968 è sul podio con la sua “Benelli” dietro ad Agostini su “Mv Agusta”. Con gli anni per “Paso” finalmente arrivano vittorie e piazzamenti ma mai un mondiale. Questi i piazzamenti mondiali: nel 1969 “Benelli” 250cc (quarto), nel 1970 “Benelli”350cc (terzo). Nel 1971 torna all’”Aermacchi” associata  “Harley-Davidson”, ma la moto non è abbastanza competitiva. Nel 1972  per il Nostro è invece un anno di grandi affermazioni nella  350cc  dove si posiziona al terzo posto nel mondiale. Nella 250 cc Pasolini con le sue tre vittorie e i quattro secondi posti arriva secondo nella competizione iridata che gli sfuma per un solo punto. Le gare premiano invece  Jarno Saarinen. Il pilota che lo affiancherà nel suo tragico destino. Il 1973 dovrebbe essere l’anno della sua consacrazione. L’aspirazione di “Paso” è quella di vincere un mondiale e dopo ritirarsi ed aprire una concessionaria di moto. Ma, purtroppo arriva il funesto, 20 maggio 1973: il giorno del Gran Premio delle Nazioni a Monza. Anche in quel momento “Paso” dimostra di essere un campione generoso distinguendosi per un gesto di grande altruismo. Nel corso delle prove,  il pilota Giancarlo Bonera rischia per guasto al suo “motore” di non partecipare alla gara. Pasolini con uno splendido gesto, presta la sua moto e il suo numero al suo compagno per potersi qualificare. Questa sarà la sua ultima azione, perché l’infausto destino lo aspetta. Si parte con le 350cc, il riminese ha una brutta partenza, Agostini parte forte, sembra invincibile, guadagna subito il comando e fugge solitario. Pasolini con la sua non comune grinta recupera lo svantaggio, e spericolato lo raggiunge, lo sorpassa, ed è lui, ora solitario in fuga. Per il riminese, tutto sembra andare per il meglio: la vittoria è ormai ad un passo. Ma, purtroppo:  l’arrivo rimane veramente ad un passo perché il suo motore “grippa” e “Paso” taglia il traguardo a piedi. Pasolini ha perso, ma il pubblico è tutto per lui. Tutti gli spettatori si alzano in piedi per applaudirlo. Dopo la pausa si riparte, ed ora in pista ci sono le 250cc. La corsetta, i centauri partono: arriva il curvone ed anche lo schianto, le fiamme, la disperazione. Renzo Pasolini finisce contro il guard rail. La sua moto travolge Jarno Saarinen che muore sul colpo. I piloti coinvolti sono otto, “Paso” spira subito dopo. Walter Villa entra in coma, ma poco tempo dopo si riprende. Del tragico evento non si sanno le cause. Alcuni dicono che c’è olio in pista, altri dicono che la moto di Pasolini, ha di nuovo “grippato”. L’unico dato certo è che la morte si è preso due grandi campioni.

Poco tempo prima in una intervista televisiva Renzo Pasolini come fosse premonitore del  triste presagio dice:

“Io sono convinto che quando si deve morire, si muore…”

Così, a 35 anni ci lascia un grande personaggio del motociclismo italiano e mondiale. Un grande pilota amato dal pubblico per il suo anticonformismo e la sua grande spregiudicatezza sia in pista che nella vita.

Ma campioni come Renzo Pasolini e il suo compagno di sventura Jarno Saarinen non muoiono mai perché  vivono perpetui nel cuore della gente e loro, in questo momento, stanno correndo nella stellare pista del paradiso dei piloti.

Giuliano Angeletti

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