Mancano ormai venti giorni all’apertura da parte di Papa Francesco della Porta Santa per il Giubileo, indetto primariamente da Papa Bonifacio VIII nel 1300 ogni 50 anni e ridotto poi a 25 nel corso della Storia per facilitare una sosta di ripensamento, meditazione e conversione di vita dei cattolici, al punto tale che ve ne sono stati alcuni straordinari come quelli della Misericordia e di San Paolo con Bergoglio. Il tempo di Bonifacio era quello di Dante con la trilogia della “Divina Commedia” chiamata così dall’esegeta Boccaccio per indurre l’uomo a riflettere sul fatto che potesse evitare la dannazione infernale con il pentimento e l’ascesa al cielo come le anime elette di Beatrice e San Bernardo, ultima guida nel XXXIII Canto del Paradiso, ma pure di San Francesco, ovvero il poverello di Assisi che aveva rinunciato all’aristocrazia opulenta del padre ricco mercante e davanti al Vescovo di Assisi s’era spogliato delle sue lussuose vesti e sposato con Madonna Povertà. Aveva avuto poi un’esistenza esemplare scrivendo la Regola canonica fondata sui tre voti espliciti di Povertà, Obbedienza e Castità ,fatta approvare da Papa Innocenzo III nel 1215 dopo il IV Concilio Lateranense e posta alla base della sua comunità, che fu da stimolo e spinta alla consacrazione religiosa anche per la giovane amica Chiara di cui abbiamo visto il film qualche anno fa e che creò intorno a sé la famiglia religiosa delle Clarisse. Da allora riprese vigore pure l’ascetismo monastico cenobitico ed eremitico,che era stato istituito nel V secolo si era diviso in quello irlandese di Beda, Colombano, Bonifacio e Patrizio rispetto a quello dell’Europa centro- orientale con Benedetto da Norcia insieme alla sorella Scolastica il cui centro è a Subiaco e Montecassino, Gregorio Nazianzeno ed i Nisseni, oltre a San Nilo venerato a Grottaferrata. Furono uomini davvero eccezionali, superlativi , che sognarono ad occhi aperti, non la notte mentre dormivano , di poter rinnovare il mondo facendolo diventare migliore , da qui l’ideale centro di preghiera e contemplazione sulla via dei Laghi,come il sommo Dante ed anche i pittori Cimabue e Giotto con i dipinti della Basilica Francescana di Assisi ottimamente restaurata e della Cappella degli Scrovegni a Padova , pedagogia visiva per chi non sapeva come la parallela moderna formazione Montessori per i ragazzi della primaria, si ripromettevano. Quello eras anche il momento della lotta tra Guelfi e Ghibellini, come il XXXIII Canto dell’Inferno con l’emblematico episodio del Duca Gherardo della Gherardesca che, rinchiuso nella Torre del Gualandi, mangiò per il digiuno figli e nipoti,insieme all’espressioni dantesche “ogni villan divien Marcello “ e “ Pisa vituperio delle genti”. Ciò esigeva un rinnovamento dei costumi e la riparazione non solo etica, bensì pure strutturale delle Chiese che andavano in rovina, alla maniera che Francesco aveva visto in San Damiano nella città sul monte Subasio. Da qui si mosse l’animo di Francesco a mettersi al servizio di Cristo come i pescatori di Galilea e fu talmente invaso dalla grazia spirituale del Padre, che fece il gran rifiuto del patrimonio avito tutto il contrario di quanto compiuto per viltà da Pietro da Morrone l’eremita della Maiella che rinunciò al soglio pontificio quale Celestino V e Bonifacio fece addirittura rinchiudere nel castello di Fumone. La figura di Francesco salì rapidamente nella conoscenza popolare ed a lui venivano tutti gli uomini toccati spiritualmente dal Signore tanto che la sua congregazione crebbe enormemente in poco tempo ed ora, che stiamo appunto in dirittura d’arrivo per l’Anno Santo, un animo eletto come quello del romano Cristicchi, dopo essersi occupato con unanime consenso di pubblico e critica degli esuli dell’Istria con le loro suppellettili conservate nel padiglione 5 del Molo di Tergeste o Trieste che sia, ha deciso di rilanciare la forza interiore, la ribellione al conformismo della moda e delle convenienze , per recuperare quello spirito della povertà francescana , della responsabile vocazione del singolo all’amore generoso per ciascun individuo che è nostro fratello secondo l’enciclica di Francesco “Omnes fratres”.Simone Cristicchi è nato nel nostro quartiere del Tuscolano secondo di tre fratelli , ha 47 anni ed è sposato con l’archeologa Sara Quattrini con due figli, ma ha un animo fortemente sensibile, religioso e dinamico che intraprende sempre le cause migliori ed il richiamo ai profondi valori morali, come nel suo spettacolo “Franciscus” fa con le sue canzoni versificate insieme alla toscana Amara, mentre il testo in cui rivivono tutti i momenti principali dela sua esperienza religiosa l’ha redatto con Simona Orlando. Vi sono la vocazione a San Damiano,l’amore universale per il Creato che lo portò a comporre la Laude al Signore del mondo e del firmamento” Il Cantico delle Creature” contrapposta a quella della sofferenza di Jacopone da Todi “De Fletu Virginis”.Oggi Papa Francesco ha riattualizzato codesto messaggio con l’altra enciclica “Laudato Sii” firmata proprio ad Assisi e mirabile resta il suo spirito di conversazione utopistica con gli uccelli, com’è il titolo del lavoro a 4 mani, ma pure con il terribile e pauroso lupo di Assisi, come San Girolamo che nella sua rapprentazione iconica è effigiato in meditazione con il teschio ed il leone ammansito ai suoi piedi, per rifarsi alle parole di San Paolo che anche la Natura geme in attesa della Redenzione come noi della salvezza e della partecipazione al banchetto celeste eterno di nuovi cieli e nuova terra dallo splendore del Giudizio Universale nella Cappella Sistina. Fu pure dal Sultano d’Egitto sbarcando a Damietta z sul Nilo nel 1219 nella quinta Crociata e parlando con lui dei principi fondanti della vita, pure se non sappiamo il contenuto preciso del dialogo, cosicché ci rimane solo il fatto storico che fu cacciato via con la minaccia dell’uccisione. Tuttavia coloro che si rifanno a La Mecca con la pietra nera ed all’insegnamento di Maometto hanno gli insigni Maestri Dervisci che ruotano su se stessi con indosso il “sufi” che significa lana o lino da cui si ricava la carta, alla maniera che oggi si riciclano i rifiuti con i termovalorizzatori che il Nord ha già ,come Brescia, per cui il nostro sindaco Gualtieri sta combattendo la sua battaglia. Questo emerge chiaramente nell’abito indigente e non nel saio con cui Francesco affronta Il confratello, straccivendolo e mendicante c Cencio che non credeva in lui e speculava sulla raccolta delle carte, delle stoffe e dei resti dei tessuti con il suo carretto errante come il carro di Tespi dellaCommedia dell’Arte , ricavando dalla lavorazione nelle botteghe artigianali lauti guadagni ; era quello il tempo delle Corporazioni maggiori e minori con i “Mastri” e gli apprendisti che imparavano un lavoro. Tutto questo viene focalizzato nel sublime lavoro di Cristicchi che dura 90 minuti ed ha il vertice della parabola nella stupenda canzone finale messa ad indice esemplare del lavoro e per sollecitare lo “share” atrattivo , per cui si capisce perché il cardinale di Buenos Aires nel 2005 scelse il nome di Francesco, come gli raccomandarono due cardinali , per salire alla cattedra di Pietro e da quel frangente occupandosi sempre degli ultimi, dei poveri e dei diseredati, dei barboni e “clochard” che vivono sotto i ponti, o nelle stazioni e metropolitane. Molti oggi nei tempi dell’IA , del progresso tecnologico, dei bitcoin e della telecrazia, della ricchezza mediatica di Mursk, sostengono che questa spiritualità non serve a niente, “non potete servire a Dio e Mammona” affermano i Vangeli sinottici, ma San Francesco ci consente di ritornare alla semplicità delle Beatitudini del Monte Tabor in questo anno di sosta e revisione della nostra vita con il Giubileo. Tuttavia la letizia, felicità di convivenza con il Creato ed i fratelli passano per la fine delle guerre ed il rispetto dell’Universo poco valorizzato e ribadito nel “G 20” di Parigi.”A che serve la tua ricchezza quando stanotte ti sarà richiesta l’anima?” disse Cristo e “Vigilate, state pronti, fatevi un tesoro in Cielo con i due comandamenti che si equivalgono, lascia tutto, dallo ai poveri e seguimi” sono le frasi eloquenti di Cristo insieme alle parabole. San Francesco , dopo la consacrazione vitale degli animali con il presepe di Greccio nel 1223, ricevette l’imprimatur del Signore sul suo corpo in orazione con le Sacre Stimmate de La Verna vicino ad Arezzo nel 1224 e morì nudo, com’era religiosamente ed oblativamente vissuto, sul pavimento della porziuncola a Santa Maria degli Angeli dove oggi è la meravigliosa e “magna” Basilica eretta nel 1226.Non fu un uomo anonimo che passò su questo pianeta senza lasciare traccia, ma fu modello d’esistenza per cui è patrono d’Italia insieme a Santa Caterina da Siena ed ogni anno unComune della nostra Nazione offre una lampada votiva. Lo spettacolo prodotto dal Centro Teatrale Bresciano resterà al Quirino fino a domenica quando si celebrerà la Madonna e si cominceranno a fare gli addobbi natalizi con l’ Albero di Abete, ma va visto e meditato per un autentico e sacro spirito giubilare d’una stirpe sacerdotale, profetica e regale quale siamo noi in potenza. Dopo questo ammirevole ed intensamente applaudito cimento teatrale, Cristicchi misurerà le sue risorse canore e valore lirico, armonioso e melodico, concetttuale , della sua canzone inedita alla gara patriottica del bel canto italiano dall’11 al 15 febbraio a Sanremo, essendo tra i 30 cantanti emergenti, i “vecchi astri “ e le “gloriose stelle” più le 4 nuove proposte giovanili uscenti dalla finale del 18 p. v., scelti dal designato “Patron” e conduttore artistico Carlo Conti inossidabile alfiere e portabandiera di RAI 1.Cisticchi si preparerà all’impegnativa sfida , vinta nel 2007 con il motivo sentimentale “Ti regalerò una rosa”, nell’ameno ritiro dei Castelli Romani ove vive con la sua famiglia ad Ariccia con la gustosa porchetta accompagnata dal buon vino. “Ad maiora” e “Ad astra per aspera” bravo e stimato,razionale e dai sani principi, Simone.
Giancarlo Lungarini