Al Teatro Mario Spina di Castiglion Fiorentino, il 4 dicembre 2024
17 febbraio 1673: non una data qualunque, è quella della morte del grande Molière. Da qui parte la commedia, in un giorno in cui il grande Autore e Attore non ha intenzione di recitare il suo Malato immaginario. Ci vorrà uno stratagemma per invogliarlo a recitare, quello di trovare tra il pubblico una persona disposta a interpretare la parte di Re Luigi, perché egli stesso chieda a Molière di dare inizio allo spettacolo.
Già da qui s’intravede la genialità di Stivalaccio, in grado di giocare pienamente con la Commedia dell’Arte e anche con il pubblico, che viene coinvolto direttamente nella messa in scena, coi personaggi inseriti in una scenografia povera composta da una porta, un pavimento rialzato e poco altro, ma più che sufficiente per mettere in risalto le abilità attoriali degli interpreti: una brillante Sara Allevi, un’istrionica Anna De Franceschi, un simpaticissimo e zampillante Michele Mori, un incisivo Marco Zoppello (che questo riuscito pezzo l’ha anche scritto e diretto) e un apprezzatissimo Stefano Rota.
Gli attori si muovono in modo organico sul palco, dando luogo al giusto ritmo comico, strappando spesso e ben volentieri risate tra il pubblico, questo tra improvvisazione e brani originali tratti dal capolavoro dell’Autore francese, creando un gioco tra realtà e fantasia. Già, perché di reale c’è che quel 17 febbraio 1673 Molière muore proprio durante una sua interpretazione del Malade imaginaire. Allo stesso modo finisce la pièce di Stivalaccio, che si tinge allora di un pizzico di tragico, donando così a questa rappresentazione un eloquente sprazzo di poesia e intensità.
Uno spettacolo certamente da vedere, sia per conoscere Molière che per entrare in contatto con questa bellissima realtà, che studia quotidianamente, mettendoli in pratica, i segreti della Commedia dell’Arte, proponendoli al pubblico sempre con entusiasmo e successo.
Stefano Duranti Poccetti