AMLETO²

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Lo spettacolo “icona” di e con Filippo Timi torna in scena in una nuova edizione: AMLETO², prendendo a pretesto il mitico testo shakespeariano per dilatarlo fino a rovesciare gli stilizzati personaggi.  Ne rivolta le passioni – rimescolandole – dentro la cupa inferriata che ingabbia buoni e cattivi, in uno spiazzante quanto intenso gioco alla follia. Rilettura in cui ogni gesto o parola del testo è occasione d’interazione, provocazione intelligente, che da vita a una miriade di voci personali dell’attore umbro. La tragedia del Principe di Danimarca resta sempre qual filo conduttore, che si frammischia a vie altre, infarcito di toni comici e satirici, squarci da avanspettacolo in cui sorgono personaggi partoriti dalla sua follia, accanto a scene madri d’intensa recitazione.  Ma su tutto serpeggia l’indifferenza del protagonista per la sua storia familiare e amorosa. Amleto appare in scena ricreando un quadro di sapore caravaggesco, esasperando fin da subito l’ambiguità e l’indolenza dei suoi sentimenti, in recitazione al limite del parossismo fisico, inciampando nel testo e inventando qualche gesto eroico. In questa gabbia che imprigiona il trono, vediamo come tutto il mondo sia un fantasma, come anche il buio ci osserva, perché non siamo mai soli.  Prendiamo atto delle riflessioni sulla morte, immergendoci nelle altre frasi fondanti del testo: il male è inattaccabile e ci si fa amicizia…Schiantati cuore! Artifizio della scena da cui Amleto/Timi entra ed esce dallo stereotipo del personaggio e della recitazione: teatro come trappola, non solo metaforica, per catturare la coscienza del re assassino. Filippo Timi, istrione per natura, supera agevolmente (e con piacere) la quarta parete interagendo spesso – a far l’amore quasi, come per sua stessa ammissione finale – col pubblico, che non resta indifferente. Il rapporto con Ofelia è ambiguo e ondivago, eppur lo fa amante sincero e partecipe, testimoniandolo con calorosa passione. Ne scaturisce un Amleto spiazzante, iroso e viziato, un po’ visionario e a volte furibondo, desideroso di oblio, tra frivolezza e pazzia, ma soprattutto impregnato di folle esplosiva vitalità. Accanto al mattatore, ritroviamo in scena le sue storiche collaboratrici per realizzare questa nuova edizione. Travolgente regina Gertrude di Lucia Mascino che, seduta sul trono a gambe larghe, spinge la crudeltà al più lucido cinismo, aprendo uno squarcio sull’animo suo e dell’umana ambizione al potere. Pienamente cosciente – e ben lo rende al pubblico – che non è cambiata per aver cambiato amante, dando una spietata descrizione del re ucciso. Marina Rocco è un’intrigante e avvolgente soubrette che occhieggia, teneramente, a Marilyn Monroe con leggerezza e fluidità di voce. Elena Lietti intensa Ofelia, sa ricavarsi uno straziante momento nel monologo della morte da annegamento, condotta con lieve descrittivismo e poesia, sorretta da Amleto. Gabriele Brunelli di ancor acerba partecipazione, trova il momento di spicco quando si incarna per un momento Amleto. Luci pregnanti di Oscar Frosio, ficcanti le musiche sempre, di Emanuele Martina. Una produzione Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana. Travolgente accoglienza finale, delirante per Filippo Timi che non perde occasione di regalare un “cameo” finale di pura saggezza. Al Teatro Franco Parenti di Milano fino al 31 Dicembre, poi in tournée:

2 Gennaio – 5 Gennaio
Teatro Ivo Chiesa – GENOVA

7 Gennaio – 12 Gennaio
Teatro Ambra Jovinelli – ROMA

14 Gennaio – 15 Gennaio
Teatro Giordano – FOGGIA

16 Gennaio – 19 Gennaio
Teatro Piccinni – BARI

21 Gennaio – 26 Gennaio
Teatro Toniolo – MESTRE

28 Gennaio – 29 Gennaio
Teatro degli Industri – GROSSETO

30 Gennaio – 31 Gennaio
Teatro Gugliemi – MASSA

1 Febbraio – 2 Febbraio
Teatro Manzoni – PISTOIA

4 Febbraio – 9 Febbraio
Teatro Pergola – FIRENZE

Foto di Annapaola Martin

gF. Previtali Rosti

 

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