Body experience. Angelo Di Bella tra ironia e genialità

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Body Experience rappresenta, tra gli altri, quel lato più ironico di Di Bella. Con questa mostra è lo stesso Artista a diventare Arte. Lo fa con le sue opere e lo fa anche apparendo fisicamente nelle sue opere, anche in modo umoristico. Sono disegni, installazioni, objet trouvé che si caricano di valenza creativa e immaginaria.

L’Artista è come una forza generatrice, un “Dio generatore”, che sa tramutare in Arte tutto ci che tocca, tutto ciò che pensa, e attraverso la sua prospettiva ci regala, appunto, come dice il titolo, un’esperienza corporea. Già, perché agli umani è dato di parlare solo con strumenti terreni, anche se le idee e l’ispirazione provengono da una dimensione più alta.

Con questo percorso Di Bella allora riassume la sua poetica artistica, sapendoci parlare del mondo nelle sue più diverse sfaccettature, che vanno da quella più introspettiva e quella più burlesca, lasciando sempre un velo di ambiguità e di mistero, elementi indispensabili affinché questi lavori brillino d’intensità. Ammirarli non significa per forza dovere trovare loro un senso. Bisogna essere aperti spiritualmente e lasciarsi trasportare da questo flusso d’immagini capace di portarci in un mondo tutto particolare.

Stefano Duranti Poccetti

 

A seguito i dettagli con comunicato stampa

BODY EXPERIENCE
15 December / 15 January 2025
DI BELLA FOUNDATION

Facciamo esperienza del nostro corpo a ogni respiro e più invecchiamo più lo percepiamo come ribelle, impenetrabile e oscuro. Il nostro corpo siamo noi stessi. Come non possiamo raggiungerci, possederci e disporre di noi, così incontriamo anche Dio come mistero. Forse lo incontriamo soprattutto nel mistero e nell’impenetrabilità del nostro corpo.

Nella nascita e nella risurrezione Dio arriva nel corpo. Soltanto nella risurrezione la sua signoria giunge fino alla punta delle nostre dita. È il regno di cui Gesù ha parlato in parabole. Gesù predica anche altrove a proposito della corporeità, per esempio quando nel discorso della montagna, afferma che nel rapporto con una donna, dipende da uno sguardo se si tratti di un desiderio di possederla o di gentilezza. Parla di corporeità quando al sordomuto dice “Apriti”, quando alla fanciulla morta può dire “Fanciulla, io ti dico, alzati!”. La corporeità è in gioco quando Gesù mette piede in una casa e dice quel giorno la salvezza vi è entrata. La corporeità di Cristo è la conseguenza di una incondizionata fiducia in Dio. Allora anche il nostro corpo non sarà più il mistero impenetrabile che ci accompagna, bensì sarà trasformato in chiarezza e gioia.

K. Berger

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