Walter Villa… “il reverendo de mutor”

Data:

 

(Castelnuovo Rangone, 13 agosto 1943 – Modena, 20 giugno 2002)

Il pilota emiliano Walter Villa è uno dei centauri che ha fatto la storia del motociclismo. Walter negli anni Settanta vince quattro titoli mondiali e ben nove campionati italiani. In sella alla Aermacchi-Harley Davidson trionfa in ventiquattro gare su ottantasei, ottiene trentasei podi e colleziona ventuno giri veloci. Walter quarto di sei fratelli nasce a Castelnuovo Rangone in provincia di Modena il 13 agosto del 1943. Giovanissimo, segue le orme del fratello più anziano Francesco anche lui professionista del motore, facendosi le ossa nell’officina meccanica di Modena. Walter sa operare su qualsiasi tipo di moto e pilotare ogni cilindrata. Francesco, Walter e gli altri fratelli non vogliono ereditare le fatiche del lavoro dei campi dei genitori. Loro non sono nati per essere contadini. Francesco e subito dopo Walter lasciano il podere familiare ed entrano come meccanici alla Ducati. Entrambi hanno, pazienza, tenacia e passione e soprattutto modestia. Francesco con le sue doti costruisce una moto da 125cc artigianale, il “Beccaccino”. Con questo prototipo il ragazzo mostra in pista tutto il suo talento battendo tutti i favoriti. L’euforia della prima invenzione permette ai fratelli di realizzare nuovi modelli che portano ai modenesi fama e successi. Walter, da suo fratello Francesco ha appreso tutti i segreti per rendere competitiva una moto. I fratelli da veri artigiani nella piccola officina fanno miracoli vincendo anche lo scetticismo della gente.

I Villa minuziosamente con le loro tute blu passano giorni e giorni a lavorare intorno ai motori ed ai telai perché la loro sfida è quella di competere con i grandi marchi, italiani, europei e mondiali.

Il loro motto è:

“Niente è facile ma tutto è possibile”

La sfida è per loro più di un banco di prova, il mondo delle corse è uno dei mezzi per ottenere un avanzamento sociale.

Nel periodo che va dal 1962 al 1967 Walter fa il suo felicissimo esordio in pista all’autodromo di Modena con la moto Morini 175 “Settebello” mettendosi subito in luce. Nei cinque anni gareggia mostrandosi molto competitivo con le moto: Morini, Ducati, MV Agusta, Malanca e Montesa ottenendo ottimi piazzamenti e vincendo il campionato italiano Seniores di velocità 125 e il campionato italiano della montagna classe 50cc.

Nel 1967 esordisce con alcune vittorie e buoni piazzamenti al campionato mondiale piloti.

Nel 1973 con la sua Yamaha si riconferma leader italiano della cilindrata 250cc. Ma la sua stagione viene interrotta dal tragico evento che a Monza coinvolse Pasolini, Saarinen e lo stesso Villa. Pasolini e Saarinen morirono sul colpo. Villa andò in coma ma si riprese subito dopo, tanto che decise di risalire in sella ed essere ancora più competitivo.

Nel 1974 passa alla Harley-Davidson Italia costruita dalla Aermacchi. Con la nuova moto ottiene quattro vittorie e vince sia il titolo italiano e il suo primo mondiale con la classe 250cc.

Nel 1975 la sua guida regolare ma velocissima lo premiano con cinque vittorie e un terzo posto che lo portano a vincere il titolo mondiale 250cc ed il campionato italiano di velocità.

Il 1976 è l’anno dell’apogeo per Walter. Il pilota modenese vince il titolo italiano ed il titolo iridato nella 250cc. Vince anche il titolo mondiale nella classe 350cc con la sua Aermacchi Harley-Davidson.

Nel 1977 problemi tecnici e cadute precludono il successo a Walter sia con la Yamaha che la Aermacchi Harley-Davidson. Il 1980 fu per lui l’ultimo anno che portò a casa punti nei mondiali 250cc e 350cc. Nel 1981 l’avarizia di punti ai motomondiali convinse il Nostro a concludere la sua sfolgorante carriera.

Nel 1985, partecipa al campionato italiano di F1 ed a gare Endurance. In seguito, Villa collabora con Pirelli i primi pneumatici slick da competizione e gli equipaggiamenti da gara per le case motociclistiche più prestigiose.

Mentre la maggior parte dei piloti durante la notte fanno baldoria o si divertono nelle balere. Walter invece rimane ai box a lavorare con i suoi uomini di fiducia. La sua è una eterna sfida con il mezzo per ottenere una messa a punto o un assetto migliore. Villa è un gran lavoratore, sempre esigente verso sé stesso ma bonario con i meccanici che lo adorano, e mai scontroso con coloro che vengono a trovarlo per salutarlo. Lui è sempre disponibile e propositivo verso gli ospiti anche inattesi. Nella sua scuderia compresa quella itinerante non manca mai per nessuno, piadina, salumi e lambrusco.

Walter continua a ripetere:

“La corsa è un dettaglio, o meglio conta quel che c’è dentro”

“Conta soprattutto il prima e il dopo di quel che accade in pista, altrimenti un corridore attaccherebbe il suo casco al chiodo alla prima gara andata male”.

Walter Villa, cura tutto nei minimi particolari, sia la sua moto, sia i punti deboli delle moto e degli avversari. Il Nostro prima di correre memorizza ogni curva, ogni minimo angolo del circuito, con la stessa accuratezza con cui un contadino cura il suo campo, o meglio come un vignaiolo cura con amore i molteplici vitigni da cui nasce il frizzante lambrusco.

“Sono stato un contadino mancato, un aspirante meccanico che si è dato alle corse per sognare un attimo, non per gloria, tanto meno per soldi”

Ed il suo sogno diventa realtà anche quando parte sempre in posizione non ottimale. Walter molte volte non fa neppure il “giro matto” per la pole.

Walter adotta in pista la semplice filosofia.

“Bisogna fare meno strada possibile nel minor tempo possibile, dal primo metro all’ultimo, tutto il resto qui non conta”

Villa con la sua costante regolarità, come un “cronoman” ad ogni giro recupera i secondi persi ed appena gli altri piloti rallentano o fanno qualche errore, il martellante Walter li supera con il suo “ghigno” bonario.

Walter Villa nell’ambiente è chiamato “ Il reverendo”. Nel circolo dei motori, “animato” ma molte volte più  “animoso” per dissidi tra piloti e discordie tra scuderie, l’unico che rispettato da tutti riesce con il suo modo pacato a fare da paciere è proprio lui “il reverendo”. Walter Villa, con il suo sorriso sempre pronto fa sedere ad un tavolo i contendenti. Da Walter più delle volte, con un bicchiere di lambrusco ed una fetta di salame bonariamente si risolve tutto. Solo Jonny Cecotto riesce nel 1975 nel circuito di Spa-Francorchamps a scalfiggere la sua proverbiale flemma, ma questo è, e rimane un caso isolato.

Il 2 giugno 1975 il Capo dello Stato conferisce a Walter Willa l’Onorificenza di “Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana”. Walter Villa al riguardo dice sempre con il suo fare da prete affabile e bonario.

“Io resto semplicemente il reverendo de mutor”

Purtroppo, il 20 giugno 2002, un arresto cardiaco lo coglie nel sonno e Walter muore nella sua Modena all’età di cinquantotto anni. Ma un pilota che è nel cuore della gente come lui non muore mai. Walter il “reverendo” viene ricordato ogni anno a giugno da tifosi ed amici nel Walter Villa Memorial, nell’autodromo di Modena.

Walter Villa,  indomito come un mitico eroe greco, in questo momento sta correndo nella sacra pista dell’immortalità.

Giuliano Angeletti

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