Da Paramount all’eternità: Jochen Rindt, la misteriosa ombra notturna (8)

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Articolo inviato a Microsoft Italia Direzione Relazioni Esterne

 

DA PARAMOUNT ALL’ETERNITÀ

Come le tecniche archetipiche di Robert Evans-Paramount continuano a creare miti e business anche fuori dal cinema,nel branding,nel marketing e nella comunicazione.

Esiste un “mito adorato dai personaggi mitici”,dalle personalità più famose,in ogni campo,dal cinema alla politica,dalla musica allo sport e così via?

Sì.Esiste.È un caso incredibile e mai indagato da nessuno.Mai rivelato al mondo.Come un’ombra notturna nascosta nel buio.E nel buio è molto difficile individuare un’ombra notturna.Ecco perché  il pubblico  non ha mai sentito parlare di questa storia affascinante e magica collegata al misterioso personaggio che stiamo investigando.Questo caso,quest’uomo è un’ombra notturna.Nascosta nel buio.

Un caso unico nella Storia.Non ci sono altri fatti simili.Un uomo che è diventato un mito per centinaia di celebrità,star,personaggi pubblici,statisti,intellettuali.

Come ha fatto?Da dove viene il suo strano e devastante potere di fascinazione delle celebrità?

È un enigma capace di sorprenderti e di spiazzarti.

Grandi personalità di Francia,Gran Bretagna Stati Uniti,Germania,Italia e vari altri Paesi.Una folla di ammiratori famosissimi e molto importanti.Tutti mesmerizzati da questo personaggio.Come catturati da un incantesimo.Una realtà  di cui  il pubblico non conosce assolutamente nulla.

E più approfondiamo la questione e più il mistero aumenta.

Perché nessuna altra star o celebrità ha mai avuto la carica ipnotica,l’impatto a livello mondiale del nostro uomo su gente comune e su altre star o autorità istituzionali.

Il suo effetto è andato molto oltre il proprio settore di attività,diventando un fenomeno culturale e sociale.

Il nome di questa leggenda è Jochen Rindt,il campione della Formula 1,della scuderia Lotus.Inspiegabilmente, nessuna celebrità ha mai avuto la sua enorme influenza. Al punto che è l’unico caso nella Storia ad avere ricevuto il titolo di campione mondiale di Formula 1 postumo,dopo la sua scomparsa nel tragico incidente del 1970 a Monza.

Anche i dirigenti della federazione automobilistica non erano immuni dal suo fascino mitico,evidentemente.

Proviamo ad indagare questo caso intrigante e pieno di zone oscure.Se scorriamo l’elenco dei suoi fan e ammiratori,troviamo,oltre a milioni di persone comuni,di tutti i Paesi,centinaia di campioni dello sport,statisti,

sovrani,star di Hollywood,    star del Rock,registi,scienziati, imprenditori,intellettuali,  giornalisti famosi.

Vediamo alcuni nomi,tra le centinaia di celebrità che lo ammiravano:Richard Nixon,Henry Kissinger,Lyndon B. Johnson,Robert Mc Namara (Ministro della Difesa americano), Francois Mitterand,Charles De Gaulle,Georges Pompidou,Robert Kennedy,Helmuth Schmidt  (Cancelliere di Germania),Edward Heath (Premier britannico),Giovanni Leone,Giuseppe Saragat,Enzo Ferrari,Gianni Agnelli,Muhammad Alì,Johan Cruijff,Pelè,Franco Zeffirelli,la Regina Elisabetta,il Principe Filippo di Edimburgo,l’attuale Re Carlo,

Steve Mc Queen,Robert Redford,Paul Newman,Ryan O’Neal,Peter Falk,Robert De Niro,Jack Nicholson,Marlon Brando,Stanley Kubrik,Gene Hackman,Lee Van Cleef,Michael Cimino,George Peppard,Dustin Hoffman,William Friedkin,Robert Evans (presidente di Paramount),Steven Ross (presidente di Warner Bros),

David Gilmour e Nick Mason dei Pink Floyd,Mick Jagger, Paul Mc Cartney,Ian Anderson dei Jethro Tull,Mary Quant,Andrew Loog Oldham

(il creatore dei Rolling Stones) e tantissimi altri.

Ma come è possibile?È un caso strano,atipico.Mai sentito niente del genere:star oggetto abituale di culto che diventano loro stesse fan e seguaci del culto di Rindt?

Autorità istituzionali,al vertice della piramide sociale, che elevano un pilota di Formula 1 a loro Stella Polare,esempio di audacia nell’affrontare pericoli e avversità?Sofisticati intellettuali che vedono in Rindt un ispirativo eroe moderno,capace di affrontare il rischio spavaldamente,pur di trionfare?Sì,proprio così.Questo è ciò che è avvenuto con il campione austriaco.

Qui comincia il mistero.Un mistero anomalo,che non ha precedenti storici.Neanche le grandi star di Hollywood e del Rock hanno mai avuto un effetto simile,soprattutto su grandi celebrità ed autorità pubbliche,su scala planetaria.Ma perché?Cosa aveva di speciale questo asso della Formula 1?Qual è il mistero che si nasconde dietro

il suo effetto così profondo e durevole?

Addirittura,Robert Kennedy lo prese come esempio ispirativo per la sua azione politica e per la campagna elettorale presidenziale.

Il leggendario Lee Van Cleef vedeva in lui l’equivalente dei suoi personaggi cinematografici per carisma,audacia,abilità, capacità di affrontare il rischio in modo spavaldo.

Re Carlo era un fan entusiasta di questo campione,nel quale vedeva la presenza  del misterioso potere del carisma, dote tipica dei grandi leader della Storia e di molti sovrani.

Francois Mitterand lo considerava un eroe simbolo dell’Europa ed una personalità tra le più influenti del mondo.

Charles De Gaulle vedeva in lui un fenomeno culturale in grado di catturare l’immaginazione con la sua audacia,un esempio di promozione dell’orgoglio nazionale.

James Coburn era non solo appassionato di corse automobilistiche,ma anche un praticante di queste gare.Fu amico di molti piloti e di Rindt in particolare,del cui stile di guida e di vita apprezzava il glamour ed i brividi brutali che provocava.

Sean Connery lo considerava una icona culturale che trascendeva il mondo dei motori,riuscendo ad ottenere

l’ammirazione delle star del cinema.La sua velocità impressionante in pista gli ricordava la guida spericolata di 007.

Paul Mc Cartney lo considerava un equivalente motoristico dei Beatles,per la sua influenza carismatica e per la sua capacità di suscitare brividi ed emozioni travolgenti con la sua guida audacissima.

Robert Redford ammirava il suo talento speciale,la spettacolarità delle sue imprese e la dimensione epica e temeraria che aveva portato nella Formula 1.

Richard Nixon espresse spesso grandissima ammirazione per Jochen,di cui apprezzava l’audacia e lo spirito competitivo,la determinazione nel raggiungere la vittoria correndo grandi rischi personali.Riconosceva in lui la sua stessa filosofia di vita.

Lyndon B.Johnson era un fan eccezionale di questo campione.Ne ammirava la capacità di gestire con aggressività e forte personalità grandi rischi e incertezze,vedendo in questo una notevole similitudine con quello che deve fare uno statista.

Marlon Brando era un esperto di motori e riteneva Rindt un personaggio da film,una star hollywoodiana che,però, viveva realmente quei rischi e quelle avventure nel cinema soltanto simulate.

Abbiamo già parlato di questo campione nell’articolo sulla Lotus.Ma adesso esploriamo un altro elemento,l’impatto specifico del mito Jochen Rindt oltre il mondo delle gare di Formula 1,un mito che divenne un fenomeno sociale e culturale.

Anche Rindt,come la  Lotus,attivò l’Ombra,nella sua comunicazione.Ma la particolarità del suo caso è che attivò potentemente e sproporzionatamente l’Ombra delle celebrità e dei potenti.E questa attivazione archetipica personale,indipendente da quella della Lotus, non fu costruita da professionisti di agenzie di PR,ma fu una proiezione naturale del suo carisma e della sua personalità.

Franz Anton Mesmer,austriaco come Rindt,avrebbe visto in lui un perfetto esempio di magnetizzatore,un uomo avente uno strano potere di fascinazione collettiva.Una specie di fluido che “mesmerizzò star e potenti del Pianeta”.

Sigmund Freud,anch’egli austriaco,avrebbe sicuramente visto,nello strano potere da incantatore di serpenti di Jochen,meccanismi inconsci profondi in azione.

Ma come si attivò l’Ombra,nel caso di Jochen,in maniera spontanea,non progettata da un professionista?

Il suo stile di guida era un mix di rischio e spettacolo,una sfida al pericolo con audacia e spavalderia,pur di arrivare alla vittoria.Un continuo superamento dei limiti,delle metaforiche Colonne d’Ercole degli Antichi,per affrontare l’ignoto e cogliere la vittoria.

Rindt divenne il racconto vivente dell’audacia  nell’affrontare il pericolo per trionfare.Un eroe moderno con una scintillante aura mitologica.

Inoltre,la velocità impressionante delle monoposto,il rischio di catastrofici incidenti fatali, la potenza meccanica dei veicoli,generavano una fisicità

carica di adrenalina,ebbrezza ed eccitazione anche nello spettatore.L’impatto di questi fattori era inoltre amplificato dal brand Lotus,perfettamente in sintonia con essi.

Tutti questi inneschi attivarono profondamente l’Ombra di star,autorità e intellettuali perché riproponevano quelle situazioni di incertezza,paura,

fallimento,rischio che essi stessi affrontavano, continuamente,nelle loro attività.Anche se in forma non così estrema fisicamente.

Lo stile Rindt divenne molto più di uno stile di guida.Divenne una filosofia di vita per affrontare difficoltà e pericoli con audacia e aggressività,per vincere.

Ecco,questa è la storia di Jochen Rindt,l’uomo che riuscì a catturare l’immaginazione delle celebrità,l’uomo che divenne il “mito dei personaggi mitici”,usando un potere sconosciuto.

Grand Prix è un film di John Frankenheimer,del 1966, dedicato al mondo della Formula 1.Ma la storia enigmatica di Rindt,personaggio oscuro come un’ombra notturna, sembra più adatta per un film misterioso e affascinante come Picnic a Hanging Rock,di Peter Weir.

Una storia di enorme impatto,tra arcane presenze,forze misteriose di natura ignota,luoghi rocciosi di origine preistorica,che richiamano riti ancestrali  sciamanici e inspiegabili fenomeni soprannaturali.

Questo cult-movie termina con una domanda senza risposta:dove sono finite le ragazze scomparse durante l’escursione sulla roccia stregata?

Ma,nel caso del nostro campione,la domanda finale di un film a lui dedicato sarebbe:

da dove veniva il “potere di fascinazione delle celebrità” di Jochen Rindt?

Stefano Battaglia, regista

 

 

 

 

 

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