C’è chi aspetta il tram e chi il weekend, chi attende un segnale e chi l’happy end, chi aspetta un secondo e chi il caffè, chi attende il ventisette e chi l’amore, chi aspetta il prossimo e chi l’ascensore, chi attende un grazie e chi un perdono, chi aspetta l’alba e chi un dono; perché in fin dei conti chi aspetta attende, come i punkinari che han
messo le tende.
Questo piccolo manuale di sopravvivenza racconta del tempo non perduto di due anonimi calciatori punk, sei-sei-sei e tre-tre-tre, accomunati dallo stesso male di vivere: non entrare mai in campo. Così seduti su una panchina ai bordi di un campo di calcio, si scambiano freddure quando fa caldo e caldarroste quando fa freddo, esorcizzando il malessere che da sempre attanaglia chi, seduto in riserva per “anomalia”, trasforma i silenzi in nuova energia.
“Ma chi furono questi brillanti punkinari, che sotto la neve e nelle giornate torride sconfissero l’inquietudine e il dispiacere di non essere mai entrati in campo? Tre volte tre, numero angelico, tre volte sei, numero satanico: personaggi agli antipodi? No, semplicemente due amici funamboli della parola che in un luogo e in una situazione surreale s’accorsero della forza della leggerezza, illuminati da talenti entrambi-d’estro in un terreno immaginario dove ogni logica si presta al gioco dell’assurdo e la normalità si trasforma in straordinario. Spingendosi con la fantasia oltre quel confine
di ‘gesso’, i punkinari riuscirono a sopravvivere alle contingenze della vita, sdrammatizzando sulle contraddizioni del tempo e le tragicomicità dei
fatti, senza mai aver paura di prendere in giro il mondo e loro stessi.”
Alessandro Pagani nasce a Firenze nel 1964 in un giorno di nebbia. Amante della musica e della comicità in tutte le sue forme, da quel giorno non ha mai smesso di creare gag e battute, eleggendo l’umorismo ad abitudine di vita. Con l’aiuto di inverosimili giochi di parole l’autore dimostra che nelle difficoltà giornaliere un’arguzia può scongiurare il peggio o, perlomeno, trasformarlo in un alleato.
Come? Sorridendo delle avversità attraverso l’ironia; perché se è vero che una risata salva il mondo, una risaia salverà una mondina.
Massimiliano Zatini sopravvive alla vita dal 1967 con espedienti largamente in uso, quali musica, sport e disegni, mai praticati però professionalmente. Nel poco tempo libero prepara marmellate fatte in casa di cui è molto ghiotto, come di una lunga lista di alimenti, non pubblicabile per mancanza di spazio.