La via maestra dell’Arte è sempre stata ricca di soddisfazioni, premi e felicità per chi la pratica con passione e l’inclinazione naturale per un genuino talento pittorico, architettonico, recitativo e metodologico, a partire da Fidia, Prassitele, Policleto e Mirone per giungere a Giotto, Cimabue, Policleto, Brunelleschi, fino ai contemporanei Calatrava, Pistoletto, De Chirico,Balla, Boccioni , Carrà e Depero, ma in genere in tutti i settori espressivi della creatività è cosi. Nel ventennio finale del ventesimo secolo l’indimenticabile Maurizio Costanzo creò a tal fine il lunedì sera per onorare coloro che s’erano messi in luce con una fulgida carriera attoriale nei diversi campi delle proprie facoltà e risorse umane palesate in pubblico con le loro opere o “performance” teatrali e cinematografiche,organizzate nelle maggiori metropoli europee .Infatti abbiamo il Festival della,”Palma d’Oro” a Cannes, dell’”Orso d’oro” a Berlino e del “Leone d’oro “ alla carriera a Venezia, che segnano l’apice della carriera dell’ attore ed artista che si avvia sul viale del tramonto. Questo l’aveva già percepito con il geniale commediografo americano Neil Simon, che riavutosi dalla triste sorte della vedovanza che gli era toccata ed ispirandosi ad una celestiale coppia d’artisti istrioni della risata e scaltri funamboli dei personaggi interpretati nel brioso e vulcanico campo con colpi e scatti, battute, estemporanee, dell’inglese vaudeville .Joe Smith e Charles Dale erano alla base dello spassoso e divertente copione “ The Sunshine boys “ che debuttò A Broadway nel 1972con la regia di AlanArkin.Seguirono decenni d’allestimento del capolavoro comico sul confronto scenico e l’amicizia nflittuale dei due attori nei panni della formazione originale che mal si sopportavano a vicenda per le loro differenze caratteriali inasprite dalla senescenza.Addirittura nel 1975 il testo approdò al grande schermo, mentre oggi s’attua preferibilmente l’opposto, con la sceneggiatura dello stesso autore che, con la regia del perfezionista Herbert Ross, abile nel dirigere la coppia formata da W. Matthau e George Burns, ebbe numerosi riconiscimenti in nome dllsa disponibilità al comune lavoro ritrovata, com nel volume di H. Hesse “L’amico ritrovato” dopol’esilio volontario procato dal nazismo nell’epoca del maccartismo.Dopo un altro ventennio a testimonianza del clamore e del relativo trionfo dell’operszione, f presentato in televisione con la partecipazione straordinaria di Woody Allen Peter Falk.Ora la commedia approda allo Stabile di Roma del direttore artistico Massimo Popolizio con due formidabili mattatori sulla senilità avanzata, che sono stati due portenti teatrali del nostro secondodopoguerraQuali erano Umberto Orsinicon la compagnia Lullo , Valli proclemer,nonché il più straordinario ed umorale, caratteriale, Franco Branciaroli chiamato in questa circostanza ad incarnare il recalcitrante, astioso e scorbutico dei duedgiacché nelle precedenti esibizioni della coppia travolgente conosciuta come “I ragazzi irresistibili” il coprotagonista Joe lo sputava, gli puntava il dito contro il petto e non sapeva essere eleganted e corretto nella disputa della scenetta nello studio del dottore unavisita di controllo.In effetti erano istrioni del varietà e la loro glloria in fine d’asttività in quello che può benissimo considerato iun lavoro ad ossimoro rispetto alle precedenti recite, sospese da più di undici per laloro scorbutica e nevrastenica separazione,che per motivi di borderò ed omaggio alla loro fulgida padronanza del paskcoscenico si vuole riprendere.A tgale riguardo il managerdei de due in apertura viene mandato da Charles per comprendere se può superare il rancore e l’antipatia maturate, per rivivere il meglio del loro fantastico repertorio.Charles per le ragioni addotte non ne parlare, poi revale il desiderio di rilavorare con il vecchio partner e si pongono le condizioni del contratto perr la rimpatriata sul palcoscednico: Joe è vedovo, ha perso l’incentivo della moglie per la vita brillante da attore ed è assistito dalle cure della figlia, mentre il Charles di Branciaroli è un medico intrigante, astioso frustrato guardando con prurito libidinoso le procaci formedella sua infermier e, dopo un malore cardiaco, cerca di circuire ache l’assistente casalinga vedova.Dovranno per una serata far riassaporare il gusto del varietà americano, perfuso da una nostalgica malinconia per come erano e sono diventati.Glim spettatori dello Stabile di Roma hanno calato le battute comiche e le situazioni salaci che sentivano dai personaggi aitanti di <branciaroli ed <orsini in loro stessi, specie considerando che anche per lororo s’avvicina la fine e sono accorsi ad applaudirli a scena aperta per, probabimete, una delle loro ultime “performance” in cui il bonario e simoatico Umberto impersona il funzionario delfisco andato ad ispezionare i conti del professionista, visto come un incallito evasore tra i tanti di oggi.Apoco a poco riemerge l’empatia tra loroe che può trovare dei colletganenti con gli omonimi dstereotipi di “Finale dimpartita” di S. Beckett e “Il cantodel cigno “ di A. CechovLa desolazione ed amara tristezza dela coscienza della dama in nero, della fine dell’esistenza, anche se il ricordo deiteatri dovebhanno recitato con ferrea immedesimazione neim due personaggi e l’elencazione con la deerminazione di tornarvi riaccend la gioia , l’entusiasmo di esserci ancora e stempera il lancinante dolore che li tormenta per essere degli esseri che sono divenuti inutili ed isolati dai piaceri vitasli e sociali , avendo dato tutto se stessi agli altri nele rsappresentazioni comunicative dei loro stari d’animo.Chi poteva consigliarli e dirigere nelle posture e dizioni fonetiche se non Popolizio che ha condiviso con loro l’esperienze serrate ele manie, fobie, povertà deei mezzi e sofferenze psicologiche del teatro di questi anni,provenendo dalla souoa del sommo e magistrale regista Luca Ronconi.LO stesso Popolizio si cimenterà con “Ritorn a casa” di HarolPinter a chiusura della stagione dal 7 al 25 mqaggio.Il commovente lavorom”I ragazzi irresistibili “ sarà in scena fino alla Candelora, ovvero il 2 febbraio con le scene degli interni borghesi della casa e dello studio del dottore disegnate da Maurizio Balò.
Giancarlo Lungarini