Vacanze di guerra, un format che spinge al limite la ricerca occidentale di svago organizzato

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In quanti già si sono recati in un’agenzia per organizzare al meglio il prossimo viaggio? Quanti hanno già comprato un pacchetto per vivere un’esperienza all’estero, sfruttando uno dei vari ponti del 2025? In tanti, decisamente. Stando alle previsioni della società di ricerche Stocklytics.com, infatti, il settore viaggi e vacanze nel mondo, entro il 2027, supererà la soglia dei 1.000 miliardi di dollari di fatturato. Si consuma molto e a velocità elevate: si cercano mete esotiche ed esperienze instagrammabili, da poter vivere intensamente e che suscitino invidia.

Se il trend dei viaggi organizzati è in incredibile crescita, per distinguersi ed assicurarsi una ragguardevole fetta di mercato, tocca ingegnarsi. La War zone travel è un’agenzia specializzata in soggiorni in Paesi in guerra. Berta è la guida turistica a cui è affidato un gruppo di viaggiatori tanto benestanti quanto difficili da accontentare. Eppure il programma che cerca di esporre al pubblico/gruppo vacanziero è fitto: si va dal pranzo nel villaggio dei ribelli al workshop coi guerriglieri, dalla cena in trincea alla visita al campo profughi, “ma non lanciate monete da 2€ nel campo minato o poi le ONG mi si accaniscono” chiede Berta, collaborativa e accomodante. Si scoprirà che Berta, più che collaborativa, è ricattata dal proprietario dell’agenzia, un imprenditore talmente dispotico da costringerla a portare a termine un lavoro al posto della manodopera locale,  forse morta in qualche attentato. E così Berta si ritrova, madre di famiglia, moglie di un nullafacente, dall’altro capo del mondo a seguire i figli al cellulare, pur di dar loro un futuro.

In un clima sempre più surreale, la guerra si fa spettacolo, nell’opera di Ignasi Garcìa Barba, tra i più quotati autori spagnoli viventi. Il testo, tradotto dalla stessa attrice protagonista, Valentina Martino Ghiglia, è spiazzante e tragicomico, fa riflettere sul turismo di guerra che purtroppo, in fondo, tanto surreale non è.

Già Mark Twain, infatti, nel 1856 guidava i più coraggiosi tra le rovine di Sebastopoli, simbolo della guerra di Crimea, mentre ad accompagnare turisti a Baghdad durante la seconda Guerra del Golfo ci ha pesanto l’americana War Zone Tour.

Vacanze di guerra è un atto unico asciutto e crudo, un atto di accusa nei confronti di una società ormai sazia e assuefatta alle peggiori tragedie, quelle casalinghe vissute in famiglie disfunzionali, così come quelle sviluppate su scala globale, con fosse comuni e bombe pronte ad esplodere. Il testo sfrutta il paradosso per mettere a nudo i lati più morbosi della contemporanea società consumistica, per la quale tutto è merce, acquistabile e fruibile, anche la disperazione e il dramma umano.

Maria Vittoria Solomita

 

VACANZE DI GUERRA
Di Ignasi García Barba
Traduzione Valentina Martino Ghiglia
Con Valentina Martino Ghiglia
Drammaturgia sonora Diana Tejera
Elementi scenici e costume Carlo Sala
Assistente alla regia Isotta Tomassini
Regia Ferdinando Ceriani
 
Altrove Teatro Studio. Via Giorgio Scalia, 53. Roma
24-26 gennaio 2025

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