Alzando considerevolmente l’età media degli spettatori, il 31 gennaio al Teatro Leonardo di Milano abbiamo assistito ad una coraggiosa operazione teatrale, esplicitamente mirata ai giovanissimi di oggi, addirittura con l’ausilio della consulenza didattica della professoressa Simonetta Muzio.
Hanno ben tenuto a mente, Valeria Cavalli e Claudio Intropido, la pesantezza percepita durante la loro gioventù, alla pedante lettura scolastica dei brani tratti dalle 800 pagine dei Promessi Sposi. Nel riproporre un testo così classico, hanno dunque deciso di compiere un coraggioso azzardo teatrale, rinunciando alla facile e inesorabilmente indigeribile lettura filologica dell’imponente testo.
La pièce ha dunque per titolo la famosa frase da cui prendono spunto le molteplici vicende del romanzo: “Questo (matrimonio) … non s’ha da fare”.
La vicenda viene tuttavia osservata e commentata “dal di fuori” dai due protagonisti, la vivace Flavia Marchionni ed il camaleontico Daniele Gaggianesi, impegnati in una disputa senza fine se si tratti di un romanzo storico o di una storia d’amore. Quest’ultima è la tesi e l’obiettivo dichiarato della impaziente Lucia, che a più riprese sbuffa e protesta impaziente. con il tormentone “Allora quand’è che mi sposo?”, ripetuto a più riprese fino alla petulanza, mentre il tenace narratore tenta di ripercorrere le vicende non “strettamente amorose”.
In poco più di un’ora, si compone dunque un gustoso e vivace intreccio di brani classici e di collegamenti con l’attualità. Così il celeberrimo Addio ai monti di Lucia, per la sua natura di allontanamento forzato, offre un parallelismo e uno spunto di riflessione sulle odierne migrazioni, in qualche modo analogamente indesiderate. E l’immaginato sgradevole incontro di Lucia con Don Rodrigo suggerisce il paragone con le moderne angosce femminili nei confronti dei propri stalker. Chiamato a risolvere la questione del veto di Don Rodrigo al matrimonio (da cui il titolo) Azzeccagarbugli si avventura in ardite (e, ahimè attualissime) congetture sulle “provocazioni” di Lucia.
Più volte il racconto tradizionale viene interrotto da considerazioni a due voci. E’ interessante e inconsueto, ad esempio, l’accenno di spiegazione psicanalitica della riservatezza del Manzoni, per via delle rigidità materne e della propria imbarazzante balbuzie.
Non possiamo naturalmente dire quanto l’intento divulgatorio sia stato raggiunto, ma già la foltissima presenza in sala di ragazze e ragazzi poco più che tredicenni è una bellissima nota di speranza per il futuro del teatro e per la formazione culturale ed emotiva dei giovani.
Guido Buttarelli
Teatro Leonardo di Milano, 31 gennaio 2025
Questo … non s’ha da fare
Da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni
Di Valeria Cavalli con la collaborazione didattica della professoressa Simonetta Muzio
con Flavia Marchionni e Daniele Gaggianesi
Regia di Claudio Intropido