“Rocky” made in Italy al Teatro Nazionale di Milano

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Ha debuttato a Milano, al Teatro Nazionale, un nuovo musical: Rocky – The Musical, versione teatrale del celeberrimo film del 1976 che ha aperto le porte dell’Olimpo di Hollywood a Sylvester Stallone.

Realizzato in meno di un mese con un budget di soli 1,1 milioni di dollari, il film ne incassò 225. Dalla prima pellicola, seguirà una fortunata serie di cinque: Rocky II, Rocky III, Rocky IV, Rocky V e Rocky Balboa, oltre e tre spin-offs: Creed – Nato Per Combattere, Creed II e Creed III.

Siamo a Philadelphia, a metà degli anni Settanta. Rocky Balboa è un pugile italo-americano vicino ai trent’anni che non riesce a sfondare a causa del suo scarso impegno; vive nella periferia malfamata e si mantiene riscuotendo il pizzo per conto di Tony Gasco, un gangster della zona. Il suo migliore amico è Paulie, fratello della timidissima Adriana, che Rocky corteggia senza successo per molto tempo, finché, finalmente, lei cede e si fidanzano. Nel frattempo l’imbattuto campione dei pesi massimi Apollo Creed decide di celebrare il bicentenario della nascita degli Stati Uniti mettendo in palio il suo titolo proprio a Philadelphia, ma l’avversario designato si infortuna e per questo decide di dare una possibilità ad un pugile sconosciuto della città. Tra tutti i nomi salta all’occhio Rocky per il suo soprannome, lo stallone italiano, e la scelta cade su di lui. Rocky riceve la visita di Mickey, che si propone come suo allenatore: dopo un iniziale rifiuto per non essere mai stato granché considerato nella sua palestra, Rocky accetta. Prima dell’incontro Rocky confessa ad Adriana che il suo vero obiettivo sarà rimanere in piedi fino all’ultimo round, cosa mai riuscita a nessun avversario di Apollo Creed; quella che doveva essere poco più di un’esibizione si trasforma in una vera e propria guerra tra i due pugili che va avanti per tutte le quindici riprese: al termine Creed conserva il titolo per una decisione contrastata dei giudici. Rocky, incurante del verdetto finale, ha raggiunto comunque il suo obiettivo.

La prima versione musical, firmata da Alex Timbers, vede la luce nel 2012 in Germania, con lo stesso Stallone che ne scrive il libretto e ne è uno dei produttori. Un paio d’anni dopo debutta a Broadway, ma rimane in scena solo sei mesi, presentando venti canzoni originali e l’aggiunta di alcune tracce riprese dai films, come Gonna Fly Now e Eye Of The Tiger.

Con la produzione di Fabrizio Fiore Entertainment è ancora una volta il Lord of the Musical in Italia, Luciano Cannito, a portare in scena a Milano, dopo Torino e Trieste, la versione nostrana del musical, tappa di una lunga tournée in tutta Italia che si concluderà in aprile. Regia e coreografie (qui a due mani con Fabrizio Prolli) del Direttore di Roma City Musical e di Roma City Ballet sono inconfondibili, così come belle le scenografie di Italo Grassi ed i costumi di Veronica Iozzi, che ci riportano alla tipica ambientazione anni Settanta. Quando si crea un musical partendo da un film, si affronta sempre un’impresa molto complicata e spesso rischiosa; se poi il film in questione è un cult come questo, allora i rischi aumentano. Riteniamo che Rocky non sia uno spettacolo adatto al teatro, anche se reso al meglio: proprio la trama ed il taglio cinematografico non consentono una realizzazione piena come può essere un film.

Nel cast, una su tutti: Giulia Ottonello come Adriana. Vincitrice della seconda edizione della trasmissione televisiva Amici, da vent’anni la sua voce è davvero leggendaria, e si è costruita una buona serie di ruoli proprio nel campo del musical italiano: fra gli altri, Kathy in Cantando Sotto La Pioggia, Grizabella in Cats, Elizabeth in Frankestein Junior e Sally in Cabaret; anche se si cimenta anche nel doppiaggio e nella recitazione, è la sua voce ad essere davvero un prezioso regalo. Partendo dal presupposto che Stallone era, è e sarà sempre inarrivabile nel ruolo di Rocky, l’interprete italiano, Pierpaolo Pretelli, non convince. Sicuramente fisicato, e va bene, ma la dizione è pessima e nel canto gli errori sono diversi; magari qualcuno più talentuoso avrebbe reso meglio il personaggio, per quanto il confronto con Stallone sia perso in partenza per chiunque. L’ex velino di Striscia La Notizia ne ha ancora da studiare per avvicinarsi anche solo lontanamente alla Ottonello… Protagonisti a parte, meritano davvero sia Laura Di Mauro come Gloria, la proprietaria del negozio di animali dove lavora Adriana e fidanzata di Paulie, che Giancarlo Teodori, un bravissimo e toccante Mickey. Completano il cast Robert Ediogu (Apollo Creed), Matteo Micheli (Paulie), Francescopaolo Verratti (Tony Gasco), Simone Pieroni (Mr Jergens), Christian Peroni (Tommy Crosetti), Valeria Cozzolino (Joanne), Laura Offen (Angie), Martina Peruzzi (Linda McKenna), Cristina Da Villanova (Apollo Girl), Gianmarco Galati (Spider Rico), Pietro Rebora (l’allenatore di Apollo), Gianluca Savino (Mike), Nicholas Lega (Buddy), Egon Polzone (il procuratore).

Nel complesso uno spettacolo difficile da rendere sul palco, dove i problemi tecnici hanno anche creato non pochi disagi: da un Teatro Nazionale sinceramente non ci si aspetta che i microfoni vadano e vengano, lasciando gli attori a gridare per farsi sentire, oppure che non si curino i volumi, tanto che, alla fine del match, con la musica che copriva i dialoghi non si è nemmeno capito chi dei due abbia vinto. Un’impresa ardua, che merita per lo sforzo e la regia davvero complessa.

Chiara Pedretti

 

Teatro Nazionale
Piazza Piemonte, Milano
Fino al 9 Febbraio 2025
Biglietti da EUR 31,00 a EUR 67,00 più commissioni
www.teatronazionale.it

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