Jazz thoughts: il nuovo album di Angelo Schiavi & fresh ensemble

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Oggi incontro e intervisto Angelo Schiavi, musicista poliedrico, attivo come direttore, arrangiatore e compositore. La sua formazione musicale è iniziata al Conservatorio “Licinio Refice”, dove si è diplomato sotto la guida del Maestro Luigi Neroni, già primo clarinetto del Teatro dell’Opera di Roma. Successivamente, ha approfondito lo studio del sassofono jazz, entrando in contatto con grandi nomi del panorama jazzistico italiano e internazionale. Si è diplomato in Musica Jazz presso il Conservatorio “Ottorino Respighi” e ha collaborato con una vasta gamma di artisti italiani e internazionali, suonando in piccoli gruppi e grandi ensemble. Tra i musicisti con cui ha lavorato figurano Vincent Benedetti, Andy Gravish, Franco Piana, Vinicio Capossela, Stefano Di Battista, Fabrizio Bosso e molti altri. Questa varietà di collaborazioni testimonia la sua versatilità e il suo talento nel dialogare con mondi musicali differenti. Dal 31 gennaio 2025 è disponibile in formato CD “Jazz Thoughts”, il nuovo album di Angelo Schiavi & Fresh Ensemble Feat. Fabrizio Bosso già presente sulle piattaforme digitali di streaming dal 27 dicembre 2024 per TRP Music e dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “Promised Land”.

Ciao Angelo, bentrovato al Corriere dello Spettacolo. È un piacere conoscerti e intervistarti. Proprio come ho appena detto dal 31 gennaio il tuo nuovo album “Jazz Thoughts” – presente nelle piattaforme digitale di streaming dal 27 dicembre –  esce in formato CD. Ci parli di questo nuovo lavoro?

Jazz Thoughts” è un album che pensavo da tempo. Come sai io ho un gruppo di allievi che negli anni sono cresciuti tanto, hanno studiato tantissimo e che sono sempre rimasti vicino a me a lavorare e a studiare. Hanno sperimentato il libro che ho fatto con Fabrizio Bosso, Manuale di studio sul linguaggio e l’improvvisazione jazz. Si tratta di un testo d’insegnamento del linguaggio  dell’armonia jazz. Con Fabrizio abbiano pensato che quei pezzi che avevo scritto erano belli per rimanere all’interno di un libro didattico. Di conseguenza, abbiamo preso alcuni di quei pezzi, li ho arrangiati con i ragazzi e li ho esposti in questo album. Nello stesso in cui vi sono brani che sono stati scritti per essere suonati e non solo per fini didattici.

Ricordiamo i ragazzi (i componenti della FRESH ENSEMBLE) che prima hanno conosciuto questi brani per scopi didattici e poi hanno lavorato con te per farli diventare brani da suonare. Questi ragazzi sono: Ludovico Franco, tromba; Vittorio Gervasi, sax alto; Federica Di Santo, sax alto; Enrico Guarino, sax tenore; Dario Filippi, trombone; Walter Brunetto, chitarra; Gianmarco Giannetti, piano e tastiere; Nicola Fiore, contrabbasso e Diego Gargani, batteria. Tutti artisti giovani che come tanti mi sorprendono di fronte a una società in cui si dice che i giovani sono molto vicini a altri generi musicali e non a generi come jazz appunto. È un caso che vi siano dei giovani che si avvicinano a un genere musicale come il jazz oppure la società ci dice qualche bugia di fronte alle passioni musicali dei giovani?

Non è vero quello che ci dice o insegna la società. Non è vero che i giovani sono presi da altri generi o meglio non è vero che sono presi solo dai nuovi generi musicali. Tu sai che io ho una scuola e ho anche un altro gruppo di giovani, che hanno un’età che va dai 16 ai 21 anni. Non ci sono solo ragazzi emergenti ma anche coloro che hanno iniziato da poco e stanno imparando e ovviamente devo seguire un percorso di studi. La richiesta dei giovani verso la musica penso che sia una delle richieste più grandi e la mia paura è la risposta che si dà a loro.

Non c’è bisogno di dire che viviamo in una società molto complessa, ma per fortuna vi sono ancora persone come te e Fabrizio che comunque si impegnano per i giovani che vogliono far musica e che sono il futuro della musica. A proposito di Fabrizio Bosso, so che ci tieni a dire qualcosa…

Fabrizio una di quelle poche persone che ti fa riconciliare con la musica, perché oltre a essere uno dei migliori trombettisti del mondo è uno dei migliori artisti del mondo, non solo come tecnica ma anche come essere umano.

Dal 1987, sei impegnato come insegnante e didatta, con un’attenzione particolare alla diffusione della musica afroamericana. Ti dedichi all’insegnamento della musica, con un’attenzione particolare alle big band e alla musica d’insieme. Tra l’altro, hai insegnato per molti anni presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio. Come direttore e compositore, hai guidato importanti realtà come la Big Band della  della medesima scuola di Testaccio e quella dell’Associazione Nazionale Orchestra Italiana di Jazz. Dopo anni di insegnamento alla scuola Popolare di Musica di Testaccio hai lasciato questa e nel 2012 ha fondato iMusic School Rome, un’associazione che rappresenta oggi il fulcro della sua attività artistica e formativa. Come nasce la tua passione per la musica e l’insegnamento?

La mia passione nasce per la musica da piccolo, nonostante abbia iniziato gli studi tardi. Tuttavia, da quando avevo 13 anni sto sui palchi. Si realizzavano dei dischi, si organizzavano delle serate. Per me la musica è stata sempre al centro della mia vita. A un certo punto ho capito che era importante, e così ho preso la strada compire gli studi che per me era la terra promessa, cioè la Scuola Popolare di Musica di Testaccio, dove poi come sai sono stato insegnante, per poi passare alla presidenza della scuola, fino a quando, per vari motivi, sono andato via dalla stessa nel 2007. Ho continuato con la musica, ho suonato in giro con il gruppo dell’Orchestra Nazionale italiana di jazz. Con loro abbiamo lavorato anche in didattica, iniziando a formare dei gruppi. Io è da tanto, dagli anni ‘90 del secolo scorso, che vado sempre in giro con gruppi di allievi, ho proprio iniziato quando mi trovavo alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio e non ho mai smesso di portare con me i miei allievi.

Insomma, hai partecipato a diversi ensemble, esibendoti nei principali locali italiani e in Belgio accompagnato dai tuoi allievi. Hai pubblicato diversi lavori discografici. Inoltre, ricordiamo che tra le tue iniziative didattiche più rilevanti troviamo: “Harmonic Daily Training”, un manuale pubblicato da Edizioni Carisch Milano per lo studio dell’improvvisazione jazz; La fondazione della Bob Stoloff Vocal Jazz Academy, un corso dedicato allo scat singing, creato insieme a Bob Stoloff e Stefania Patanè; La pubblicazione del manuale “Harmony Through Practice” (2023, Dantone Edizioni), scritto con Fabrizio Bosso, e del libro “Basic Jazz Handbook” (2024 Dantone Edizioni). È in fine ricordiamo “Jazz Thoughts” featuring Fabrizio Bosso” (2024), realizzato con i giovani allievi di iMusic School Rome, di cui abbiamo parlato finora. Un album la partecipazione di questi ragazzi che hanno tanta voglia di esibirsi di regale emozioni al pubblico.

Chiudiamo così questa lunga intervista, Grazie Angelo, buon lavoro.

Grazie a te Giuseppe e alla redazione del Corriere dello Spettacolo.

Giuseppe Sanfilippo

 

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