I social sono il mezzo con cui ha potuto esprimere, ancor più completamente, tutta sé stessa: Barbara ha 53 anni – portati col fascino di chi ne ha abbondantemente di meno – è abruzzese, lavora come informatrice farmaceutica ed è soprattutto una donna che con i suoi scatti e le sue immagine è riuscita a trasferire un concetto di femminilità “intensa”.
Come nasce il tuo feeling con la fotografia?
Nasce in fotografia, mio fratello è fotoreporter ed è stato lui a farmi apprezzare questa arte. Guardando i suoi scatti realizzati in giro per il mondo, mi sono appassionata al potere che ha il click di fermare il tempo. Le foto mappano il nostro vissuto, i nostri cambiamenti fisici ed è l’unica magia che ci rende immortali. Il mio rapporto con la passione artistica è stato sempre forte: da bambina più che giocare con le bambole disegnavo, coloravo e partivo per i miei viaggi di fantasia. Oggi la matita è diventata un click, e i miei disegni la fotografia. Immortalo le mie espressioni e sono sempre alla ricerca di nuovi dettagli di me di cui innamorarmi. Una rughetta in più dei miei 53 anni, le mie lentiggini che invadono il mio viso e poi quel neo disegnato dalla mia mamma, desiderato proprio lì come appendice ad una bocca che ha molto da raccontare. Tutto con una semplicità e naturalezza che è insita del mio essere.
Eppure la tua carriera procede a tutta velocità…
Il segreto credo sia non rendersi assolutamente conto di dove ti stai dirigendo nel Social. Ciò che faccio in realtà é ascoltare un bisogno che ho improvviso di dire qualcosa e scatto e scrivo. Gli scatti piacciono, le persone si fermano ma credo che ciò che li fa restare va oltre il click. Gli inviti a collaborazioni sono molti ogni giorno da parte di aziende e fotografi, ma anche qui mi concedo di rallentare, di scegliere e di non prendermi troppo sul serio.
Come guardi il mondo dello spettacolo?
Questo mondo così blasonato è il sogno di tutti, sarei ipocrita se dicessi che non ho mai desiderato avere uno spazio o una piccola possibilità di farmi notare… ma in realtà non ho mai fatto nulla per farlo. Stella Adler diceva che non sarai mai veramente grande se non miri in alto, dunque forse non l’ho mai desiderato fino in fondo questo mondo. Non nascondo che oggi lo guardo con una prospettiva più matura e consapevole e cioè uno specchio attraverso il quale osservare me stessa da diverse angolazioni, riconoscermi, interrogarmi.
Che donna sei nel quotidiano?
Esibizionista direi di no, amo non essere banale e questo significa attirare l’attenzione pur non richiedendola. Ho imparato a giocare con tutte le donne che mi compongono, metto e tolgo tacchi con grande naturalezza ma non tradisco mai me stessa e la passione per lo charme. Una donna è bella quando possiede un insieme di comportamenti, nel modo di vestire, di parlare, di atteggiarsi, che la rendono unica ed intrigante.
Qual è il tuo legame col mondo dei social?
Il mio rapporto con i social inizia con un bisogno inconscio, emerso e ragionato successivamente, di leggerezza. L’ho scritto su un mio post: il mondo social è il più grande gioco di ruolo globale. I nostri profili imitano chi noi vorremmo essere da “grandi”. È un gioco antico, oscilla tra reale e ideale, tradendo spesso il primo a favore del secondo. Non lo so se in realtà dietro questo bisogno si celava o si cela un voler farsi amare, farsi amare un po’ di più, infatti essere un po più amabili ci fa credere di essere un po’ più amati. Con il tempo ho riflettuto questa mia compulsiva voglia di mostrarmi ed ho capito che il vero ritratto è nella soffitta della nostra anima e che per farci amare davvero é quella che dobbiamo mostrare anche se non piace se non è in linea con l’esteriorità di questo mondo social. Non mi reputo un’influencer, ho iniziato semplicemente a tirar fuori Barbara dal cilindro e con voce alta a scrivere le mie emozioni. Instagram é il posto che ho scelto per presentare le mie donne unendo la passione che ho sempre avuto per il linguaggio visivo e dove ho iniziato davvero a mettere in discussione me stessa.
Che Barbara esprimi attraverso i social?
Il social ci ha liberato da ogni forma di limite: questo potere di “bilocazione” che ci fornisce, trovarci contemporaneamente sia in un mondo reale che virtuale, lo trovo potente ma anche spaventoso. Ciò che mi rattrista a volte sono uomini (e donne) che si sentono in diritto di giudicare e commentare l’immagine di una donna come se da una foto derivasse tutta la sua identità. Riusciremo ad uscire dalla sfera dei bacchettoni quando ogni donna si sentirà libera di esprimere le sue sfumature, senza per questo sentirsi giudicata. Il social é una catena virtuale di tentativi di omologazione, ci sono donne alla continua ricerca di una perfezione resa ancora più irraggiungibile dall’utilizzo di filtri e ritocchi. La mia idea di bellezza invece nasce con una donna da una mente raffinata ancor prima di un corpo. Una figura… intensa, il necessario per lasciar intuire, incuriosire, proiettare l’immaginazione di chi mi guarda e leggermi oltre l’aspetto, scoprire dell’altro. Credo che questo in qualche modo ci renda eterni in quel velo di mistero e unicità.
Se guardi al futuro, dove ti vedi?
In qualsiasi contesto ci troviamo, la nostra mente fa dei viaggi verso il passato o verso il futuro, perdendo l’occasione di godere del presente, il Qui e Ora. Ecco io non voglio più perdere questa occasione, non faccio progetti di nessun genere, accolgo ciò che la vita mi propone ogni giorno e cerco di farne un capolavoro per il mio benessere emozionale. Cosa arriverà non lo so, l’unica cosa che so è che lo renderò degno di avermi cercata. Forse solo una cosa mi auspico: vorrei invecchiare con un amore all’altezza dei miei valori.
Manuele Pereira