Pillole di… cinema d’ autore: Profumo di donna

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Dino Risi è stato uno dei migliori registi italiani del secolo scorso e Vittorio Gassman è stato uno degli attori con cui il regista nativo di Milano ha lavorato di più. Non vi nascondo che il film di cui fra poco leggerete non l’ avevo mai visto se non qualche breve spezzone. Nel 1992 fu realizzato Scent of a woman, ovviamente ispirato al film di Risi, con Al Pacino protagonista. I due film si assomigliano abbastanza ma, personalmente, sono del parere che, mentre il primo è splendidamente realizzato, il secondo, per quanto bellissimo, è un po’ un’ “ americanata “, nel senso che si è a sempre alla ricerca dell’ effetto “ wow “, mentre nella pellicola del 1974 non c’ è bisogno di cercare quell’ effetto perchè è già presente.

Vittorio Gassman, Alessandro Momo, giovanissimo talento del cinema italiano tragicamente scomparso in un incidente in moto, Agostina Belli e Moira Orfei ne sono stati i più che splendidi interpreti. Il film ricevette anche due nominations agli Oscar nel 1976 oltre a numerosi altri premi.

Il soldato Giovanni Bertazzi deve “ assistere “ per una settimana il Capitano in pensione Fausto Consolo, rimasto cieco ed invalido ad una mano per una bomba esplosagli in mano. Bertazzi, in una calda giornata torinese, si presenta a casa di Consolo il quale è, in qualche modo, accudito da una vecchia zia. Il Capitano deve recarsi a Genova, Roma ed infine a Napoli. Il Capitano si dimostra, fin da subito, molto “ militare “ ed alquanto eccentrico con una certa predisposizione all’ alcol, chiamando Bertazzi “ Ciccio “, avendo chiamato  così anche tutti gli altri suoi accompagnatori. La prima tappa è Genova dove Consolo, in preda ad una certa crisi di astinenza, si lascia descrivere da Ciccio tutte le escort che vede, volendone una formosa e bruna. Alla fine, Ciccio gliene trova una proprio come vuole lui, di nome Mirka, anche se non era quella la ragazza del giorno prima in quanto l’ aveva riconosciuta dal profumo, mentre lui si presenta come Antonio. Consolo paga anche per il giovane militare, ma lui non ne vuole approfittare dicendo alla ragazza “ Come se avessi accettato “. La tappa successiva è Roma, nel mentre Consolo dileggia un pisano in treno, dove il Capitano vuole incontrare un suo cugino prete dal quale si vuole far discolpare ed al quale chiede cosa ci sia all’ Inferno, ottenendo, però, una risposta molto vaga. Dopo questo incontro, Ciccio incontra la sua ragazza, insieme al Capitano che, al momento di salutarla, la bacia sulla bocca vedendola poi andare via, dice Ciccio, con un vecchio zio, su una macchina sportiva, ma Consolo ha i suoi “ legittimi “ dubbi. Nel frattempo, Ciccio aveva visto nella valigia di Consolo la foto di una bella ragazza ed una pistola, sognando poi di essere ucciso dal Capitano.

L’ ultima tappa, la più importante, è Napoli, dove Consolo è ospite a casa del Tenente Vincenzo, cieco come lui. In casa, insieme a Vincenzo, ci sono spesso tante giovani ragazze e Sara, la ragaza della foto, profondamente innamorata di Consolo da quando era poco più che adolescente, figlia di un commilitone del Capitano. Il Capitano rifiuta Sara continuamente, rivolgendo, scherzosamente, le sue attenzioni, verso le altre ragazze e quando Sara si presenta nuda in camera sua, Consolo la umilia e chiama Ciccio dicendogli di venire a godersi lo spettacolo. Il Capitano parla spesso con il Tenente Vincenzo. Perchè? I due si sono incontrati perchè hanno un piano: suicidarsi. Mentre Ciccio e Sara stanno parlando, sentono due spari venire da dentro e trovano il Tenente Vincenzo ferito, mentre Consolo è in stato di schock. Sara e Ciccio lo accompagnano, in macchina, presso una sperduta casa di campagna, mentre il Tenente, in ospedale, se la caverà con un grosso spavento e poche ferite. Consolo manda via Ciccio, avendo lui finito il suo compito e fa per uscire di casa, ma cade rovinosamente ed allora chiama più volte Sara, rendendosi conto che non può fare a meno di lei. “ Tu sai camminare, Sara? E’ difficile, sai, accompagnare un cieco “, stessa frase che aveva rivolto a Ciccio, e così si conclude il film con Sara che sorregge Fausto, forse per il resto dei suoi giorni.

Un Gassman intenso, spaccone, prorompente nella sua sicurezza, con un accento piemontese notevole, ma allo stesso tempo debole, insicuro e bisognoso d’ affetto, forse un po’ come è stato realmente, è l’ interprete memorabile di questo fantastico lungometraggio in cui l’ attore nativo di Genova tira fuori, al contempo, forza e debolezza dell’ indecifrabile psiche dell’ uomo. Alessandro Momo, che non riuscirà nemmeno a vedere il film all’ uscita nelle sale, dopo l’ iniziale insicurezza, capisce il ruolo che deve svolgere, diventando “ amico “ di Consolo, mentre Agostina Belli, con tanta pazienza e tanto amore, alla fine riuscirà ad entrare nel cuore di Fausto.

Stefano Bertini

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