Trieste, La Chamber Music al Miela, Cromatismi 4.0 – Stagione concertistica 2025 – XXX anno di attività
Le piace Brahms?
Philharmonisches Camerata Berlin – Sestetto d’archi
Chamber Music Trieste è un’istituzione musicale fondata dalla musicologa e sua direttrice artistica Fedra Florit. È da lungo tempo riconosciuta come importante riferimento a livello nazionale e internazionale nell’ambito della musica da camera, non solo per le attente e lungimiranti proposte di interpreti e programmi, capaci di imprimersi con gratitudine nella memoria del pubblico che con costanza e piacere ne segue fedelmente l’attività.
Oltre alle stagioni concertistiche, Chamber Music Trieste organizza infatti dal 1996 anche il Premio Trio di Trieste, riconosciuta tra le più prestigiose competizioni di settore a livello mondiale. Allo storico concorso esecutivo si è aggiunto poi, a partire dal 2012, anche quello di composizione al fine di favorire la scrittura di nuove opere per il duo, il trio e il quartetto per pianoforte e archi.
Per inaugurare il suo trentesimo anno di attività è stato scelto un organico non usuale, il raddoppio del trio d’archi ottimamente rappresentato dalla Philharmonische Camerata Berlin (uno dei due gruppi da camera ufficiali della Berliner Philarmoniker), e proposto un programma di notevole interesse per conoscere nel profondo la musica di Johannes Brahms, cui è dedicato il focus per il 2025: i suoi due sestetti d’archi op. 18 in si bemolle maggiore e op. 36 in sol maggiore, eseguiti per l’occasione in ordine inverso rispetto al processo creativo.
Scritti tra il 1858 e il 1865, hanno in comune la caratteristica di far convivere in armonia l’intimità della musica da camera con le sonorità e il calore tipicamente sinfonici: agli strumenti è affidato il compito di portare avanti un discorso che si trasforma in un dialogo e che si combina in tutti i modi possibili tra le voci presenti, un po’ come quando ci si trova in un salotto e ci si confronta scambiando le idee ora con uno solo, ora con più persone riunite tutte in un unico ambiente.
Di certo l’esperienza degli interpreti – Luiz Felipe Coelho e Romano Tommasini (violini), Wolfgang Talirz e Sebastian Krunnies (viole), Tatjana Vassiljeva e Christoph Heesch (violoncelli) – anche finissimi orchestrali della Berliner Philharmoniker, ne ha fatto emergere ancor meglio i colori assieme alla grazia e alla dolcezza di Brahms che, unita a un’intensità calda e avvolgente è sempre in grado di placare le drammaticità e i conflitti che emergono nel corso dello sviluppo e vengono sdrammatizzati dai frequenti pizzicati e dall’inserirsi delle suggestioni tradizionali, o ai ritmi evocativi delle danze popolari che si alternano al sognante lirismo. Sembra anche di cogliere l’apporto dell’esperienza Brahms come compositore per ensemble vocali femminili nelle tre voci dei violini, delle viole e dei violoncelli, arricchendo così ulteriormente le suggestioni per chi ascolta.
Un concerto salutato con entusiasmo da un pubblico molto attento e vario per età.
Paola Pini

