Il 75° Festival di Berlino: una selezione ricca di sorprese e nuove voci

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BERLINO, 12 FEBBRAIO – Diciannove film provenienti da 26 paesi compongono il concorso ufficiale del 75° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, che si terrà nella capitale tedesca dal 13 al 23 febbraio. Diciassette dei titoli selezionati sono anteprime mondiali e otto sono diretti o co-diretti da donne.
L’apertura del festival è affidata a Das Licht (La luce) di Tom Tykwer, un film fuori concorso che racconta la crisi di una famiglia in una società in rapido cambiamento. Nella stessa serata verrà consegnato l’Orso d’Oro alla carriera all’attrice britannica Tilda Swinton.
Una selezione che mescola grandi nomi e nuove scoperte.
La selezione curata dalla nuova direttrice artistica Tricia Tuttle promette più sorprese che certezze. Oltre a registi affermati come l’americano Richard Linklater, già vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior regia nel 2014 con Boyhood, il sudcoreano Hong Sang-soo, premiato tre volte a Berlino, e il messicano Michel Franco, pluripremiato nei principali festival internazionali, il concorso accoglie autori meno noti provenienti da cinematografie emergenti come Palestina, Ucraina e Qatar.
Tuttle ha sottolineato con orgoglio la varietà della selezione, che esplora “la presenza del cinema nella società contemporanea attraverso drammi intimi, storie che ci fanno riflettere sulle nostre fragilità e punti di forza, ma anche con commedie delicate e satire affilate e oscure.”
Tra i film più attesi c’è Blue Moon di Richard Linklater, incentrato sugli ultimi giorni di vita del celebre paroliere Lorenz Hart, travolto dall’alcol e dalla depressione il 31 marzo 1943, giorno della prima di Oklahoma!, che segnò la fine del suo sodalizio con Richard Rodgers. Il protagonista Ethan Hawke è già considerato tra i favoriti per l’Orso d’Argento come miglior attore.
Grande curiosità anche per il nuovo film del veterano Hong Sang-soo, Geu jayeoni nege mworago hani (Ciò che la natura ci dice), che segue un giovane poeta alle prese con il primo incontro con la famiglia della fidanzata durante una cena alcolica.
Michel Franco debutta alla Berlinale con Dreams, storia di un giovane ballerino messicano che cerca il successo negli Stati Uniti, convinto che il suo amante possa aiutarlo. Protagonista del film è Jessica Chastain, già interprete del suo precedente Memory.
Le altre opere in concorso
L’unica speranza spagnola nel concorso ufficiale è riposta in El mensaje, storia di una bambina con poteri paranormali sfruttata dai genitori.
Un habitué della Berlinale, il rumeno Radu Jude, torna con Continental ’25, ritratto della crisi morale di un funzionario incaricato di sfrattare un occupante abusivo, con conseguenze drammatiche.
La regista ucraina Kateryna Gornostai, già vincitrice dell’Orso di Cristallo nel 2021, presenta Strichka chasu (Timestamp), una coproduzione tra Ucraina, Paesi Bassi, Lussemburgo e Francia che mostra come, anche in tempo di guerra, la vita degli studenti prosegue.
Il resto della selezione si muove in territori poco esplorati: Ari di Léonor Serraille racconta di un giovane insegnante che perde il lavoro; La cache (Il nascondiglio) di Lionel Baier è ambientato durante il maggio francese del 1968; Drummer (Sogni) di Dag Johan Haugerud segue una ragazza che si innamora della sua insegnante; Hot Milk di Rebecca Lenkiewicz è la storia di una madre e una figlia alla ricerca di una cura miracolosa.
Tra gli altri titoli in gara: O último azul del brasiliano Gabriel Mascaro, su un’anziana che fugge dalla casa di riposo per rifugiarsi in Amazzonia; If I Had Legs I’d Kick You dell’americana Mary Bronstein, su una donna alle prese con la malattia del figlio, la separazione e un difficile rapporto con il terapeuta; Mother’s Baby dell’austriaca Johanna Moder, che esplora il legame tra una madre tardiva e il suo bambino; e Sheng xi chi di (Vivendo la terra) del cinese Huo Meng, sullo scontro tra tradizioni millenarie e modernità.
Chiudono il concorso Reflet dans un diamant mort di Helene Cattet e Bruno Forzani, La tour de glace di Lucile Hadzihalilovic, Was Marielle weiss (Ciò che sa Marielle) di Frédéric Hambalek, Xiang fei de nv hai (Ragazze sul filo del rasoio) di Vivian Qu e Yunan di Ameer Fakher Eldin.
Un’edizione all’insegna della varietà
Il 75° Festival di Berlino si distingue per una selezione che alterna autori affermati e voci emergenti, con una forte attenzione a cinematografie meno rappresentate. Un’edizione che promette di sorprendere, tra storie intime e riflessioni sociali, commedie e drammi, sguardi inediti sul mondo e nuovi modi di raccontarlo.

Antonio Maria Castaldo

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