La sua fotografia racconta fascino austero e classe senza tempo, un’eleganza che sfida i canoni della femminilità e si presenta in tutta la sua complessità. Giada ha da poco compiuto i 20 anni, vive alle porte di Trento e sta seguendo il percorso universitario dopo essersi diplomata. Da poco ha iniziato ad intraprendere la strada di modella e fotomodella, un po’ per rendersi indipendente e un po’ per cogliere un’opportunità lavorativa così da costruirsi un futuro proprio come se lo immagina. Nei suoi tanti progetti ancora tutti da realizzare, la fotografia è uno dei mezzi per dimostrare che nella vita si può essere uno, nessuno e centomila, per dirla alla Pirandello.
Come nasce il tuo legame con la fotografia?
Da pochissimo ho iniziato a prendere in considerazione di utilizzare anche il mio aspetto per poter provare ad ambire ad una potenziale carriera, in quanto sono da sempre affamata di ammirazione e ingorda di attenzioni. Solo ultimamente guardandomi intorno in un mondo pieno di laureati, ho pensato che sarebbe stato meglio avere un piano B per la mia vita, in modo da poter sfruttare la mia la mia tendenza a stare sotto i riflettori.
Come si sviluppa questo percorso sotto i riflettori?
Devo ammettere che ciò che mi ha portata a buttarmi a capofitto in questo progetto sia stata la mia sete avida di un futuro roseo anche dal punto di vista dell’Indipendenza economica. Sono la maggiore di 4 nipoti cresciuti insieme come fratelli, e sono sempre stata quella “grande”, responsabile, che si tira addosso tutto il peso degli altri, e mi auguro che continuerà ad essere così.
Quali sono stati i tuoi momenti “forti” della tua carriera recente?
Mi sono avvicinata alla fotografia tramite un fotografo della mia zona, che poi mi ha presentato altre figure divenute importanti per il mio cammino. Per me la fotografia è lavoro, ma penso che per molti altri sia arte. Io purtroppo ho un’anima troppo povera per osservare il bello che sta al di là dell’utile. Io sono restia a farmi dipingere come una persona sexy e provocante, ma molto propensa a farmi guardare provando a riscuotere ammirazione dagli altri come una professionista che ha il merito di essersi costruita una bella immagine e sta svolgendo un mestiere. Ciò che mi snerva leggermente è che alcune persone non capiscano la serietà del mestiere, o mi associno automaticamente ad una ragazza più facile solo perché sono disposta a posare in lingerie o con dei collant per delle pubblicità o degli Shooting. Fortunatamente ho la fortuna di avere un’autostima che mi permette di fregarmene del parere ignorante di alcune persone, ma riconosco che per altre donne potrebbe essere molto difficile buttarsi in questo mondo ricevendo certi tipi di critiche. Aggiungo un aspetto importante: a parer mio una donna non dovrebbe avere la necessità di mostrare le parti intime o il seno per potersi definire femminile e sensuale.
Come vedi il mondo dello spettacolo?
Sinceramente non so se sarei portata per il mondo dello spettacolo perché ho il difetto e il pregio di essere molto rigida nelle mie convinzioni. Mi ha sempre attratta l’idea di poter lavorare come presentatrice televisiva e magari condurre un programma, ma la cosa che più amerei fare sarebbe avere l’opportunità di condurre un Podcast. Penso che il mondo dello spettacolo abbia molto marcio dietro di sè proprio come il mondo della moda, e riconosco che probabilmente con la mia tendenza a non cedere a compromessi di un certo tipo avrò parecchie difficoltà nel fare successo. Una delle mie più grandi passioni in assoluto è il canto, amo la musica in generale anche se non vado per nulla d’accordo col mondo della notte e delle discoteche. La troppa confusione, e la troppa gente, finiscono con lo stancarmi presto…
Che rapporto hai col mondo dei social?
Paradossalmente il mio rapporto con i social è alquanto burrascoso in quanto sono stata cresciuta principalmente dai miei nonni e ho frequentato poco i miei coetanei, perciò il mio senso di modernità si può definire obsoleto e stantio. Adoro i social e penso che abbiano un potenziale fantastico se li si sa sfruttare, quindi mi impegno molto a cercare di stare al passo con la tecnologia.
Che immagine vuoi veicolare attraverso il mondo social?
Dal punto di vista prettamente estetico, apprezzo quando mi vengono rivolti dei complimenti riguardo al mio sembrare un po’ angelica, e non mi vergogno ad ammettere che questo nutre il mio ego molto più di commenti riguardanti meramente la mia fisicità. Esponendo il proprio fisico si verrà sempre a contatto con incomprensioni da parte di una certa fetta di pubblico, tuttavia mi impegno nei miei post a risultare sempre posata ed elegante, cercando di evitare pose particolarmente provocanti che non si sposerebbero affatto con il mio carattere austero, per quanto esibizionista. Se un giorno dovessi avere l’onore di essere ascoltata da un seguito maggiore, penso che coglierei la palla al balzo per parlare della mia personalità, delle mie passioni, e nei limiti del possibile cercherei di fare divulgazione politica, mia grande passione da sempre. L’indole da maestrina, anche un po’ fastidiosa, mi accompagna fin dalla prima infanzia assieme al mio strano carattere introverso che, se in preadolescenza è stato un motivo di esclusione, ora mi auguro di poter sfruttare per parlare di cultura e ironizzare sull’attualità.
Che ragazza sei nel quotidiano?
Premetto che non apprezzo troppo le attenzioni di persone interessate a me, ma mi ritengo comunque esibizionista perché ho un esagerato bisogno di sentirmi sotto i riflettori, tendendo a fare del mondo il mio personale palcoscenico. Questo è forse dovuto dal fatto che fino alle scuole medie sono sempre stata invisibile e considerata come la secchiona strana della classe. Ricordo che un giorno ho giurato nella mia testa che sarei diventata abbastanza bella da farli piangere per non poter essere come me, e questa apparentemente può sembrare una cattiveria, ma penso sia stata la ferita che mi ha segnata maggiormente e ha fatto diventare l’esibizionista che sono. Sempre alle medie ho scritto una poesia ricca di amore e frustrazione nei confronti di un ragazzino totalmente opposto a me che mi è piaciuto sin dall’asilo, fino ai miei 15 anni, che recitava:
“ non incrocio i tuoi sguardi di rogo
io glaciale e tu mi sciogli
distruggimi mio foco
fammi bollire per scoppiettare come tu scoppietti
se non sarò rosso dipinta come la fiamma tua
mi tingerò facendo tuo il mio sangue
quando il mio sguardo di ghiaccio sarà meno trasparente,
il tuo fervore potrà notarmi
Potrò anche essere un marmato incolore,
ma saprò ustionare più che il più torrido deserto
E giuro mai più passerò inosservata”
Sono diversa praticamente in tutto dal resto delle ragazze Infatti non sono mai riuscita ad integrarmi in un gruppo di amiche e ho sempre preferito la compagnia maschile poiché rispecchiano maggiormente i miei interessi. Io esteticamente cerco di essere l’emblema della femminilità perché ho delle manie di perfezione che mi portano a cercare di essere una figlia, sorella e partner impeccabile di cui andare fieri, ma la verità è che interiormente sono così un uomo mancato che fino a prima dell’adolescenza mi vestivo da maschio e cercavo di convincere gli altri di essere un bambino di nome “Heric” . Per la maggior parte della mia vita sono stata infastidita della debolezza e della sensibilità tipica del genere femminile, perché io invece sono sempre stata dura e schietta, insensibile alle lagne e disinteressata da ciò che solitamente piaceva alle mie coetanee. Mi trovavo molto meglio con degli amichetti maschi a costruire piccole bombe fatte in casa con l’alluminio, il che si è tramutato nella mia attuale passione per le armi. Mi sono sempre trovata bene a parlare di auto e sport di combattimento e per quanto io abbia sempre un trucco perfetto in viso mi annoio a parlare di prodotti e di moda.
E il tuo percorso di crescita prosegue ancora…
In adolescenza adoravo lo stile goth/e-girl/punk, ma ora che mi illudo di essere adulta ho iniziato a vestirmi in uno stile che richiama gli anni sessanta, oppure con un abbigliamento di classe, da ufficio o da businesswoman. Forse questa dicotomia tra i miei gusti evidenzia il mio essere sia vogliosa di progresso che fieramente tradizionalista, ma devo riconoscere che alcuni elementi caratteristici dei miei outfit mi fanno riconoscere subito, come tacchi, gonne, fiocchi o cappellini in testa, talvolta cravatte che danno quel tocco virile e dominante che mi piace sottolineare di me.
Dove ti vedi tra dieci anni?
Mi piacerebbe collaborare con dei brand e per me sarebbe un onore potere addirittura ambire a delle pubblicità in TV in futuro, prossimamente mi auguro anche di laurearmi e successivamente mi trasferirò in una città più grande dove avrò più opportunità lavorative sotto ambi i punti di vista. Se la mia carriera come modella dovesse superare di molto la mia carriera lavorativa dettata dalla mia laurea, sarò impaziente di dedicarmi del tutto a questo mondo. Tra dieci anni mi vedo al fianco di mio marito perché il mio principale obiettivo di vita è sempre stata la famiglia e ogni fatica che faccio adesso sarebbe sprecata se non avessi la speranza di poter dedicare la mia vita a mio marito. Il motivo spesso per cui mi impegno tanto nel fare carriera è proprio quello di poter garantire una vita agiata alla mia famiglia futura senza che mio marito debba fare la mia stessa fatica perché preferirei che lui si dedicasse alle sue passioni e non sacrificasse tutto al lavoro come tendo a fare io. Voglio seguire l’esempio della nonna che mi ha cresciuta e amata più di chiunque altro e donare ogni mio respiro per la felicità di chi amo.
Manuele Pereira