Trieste, La Chamber Music al Miela
Cromatismi 4.0 – Stagione concertistica 2025 – XXX anno di attività
Le piace Brahms?
Quartetto Adorno con Roberto Prosseda
Intenso e appagante.
Così è stato l’ascolto del Quartetto Adorno, con Roberto Prosseda, nell’esecuzione dei Quintetti per pianoforte e orchestra, prima di Johannes Brahms e di César Franck poi.
La Stagione del Trentennale della Chamber Music Trieste continua il suo percorso nel nome del compositore tedesco, ma questa volta con un confronto molto interessante.
Due opere diverse e in qualche modo complementari, scritte da autori quasi coetanei, testimoni di un’epoca di passaggio, da loro interpretata in modo rigoroso e coerente rispetto alle diverse e personali arte e sensibilità.
Il Quintetto per pianoforte e archi in fa minore op.34 di un Brahms trentenne è il magnifico risultato di una sintesi tra una prima versione (perduta) per quintetto d’archi e una successiva riscrittura per due pianoforti (pubblicata come Sonata 34b), punto d’incontro tra la fitta tessitura sonora del pianoforte e la morbidezza espressiva degli archi.
In queste splendide pagine si incontrano complessità e chiarezza, intimismo e ariosità, contrappunto e lirismo, dolcezza e brio, in un susseguirsi di immagini sonore che gli interpreti hanno reso vivide e caratterizzate da un nitore raro.
Il Quintetto per pianoforte e archi, anch’esso in fa minore, è stato composto da César Franck allora cinquantenne ed è caratterizzato da una forma ciclica, intensificata da una struttura ternaria che, a partire da una cellula minima si estende e si ripropone in infiniti modi e arricchimenti.
Due paesaggi.
Un percorso terrestre il primo, è definito dalla forma sonata; avanza e procede descrivendo ambienti sempre nuovi in un dialogo aperto.
Una progressione lunare o marina il secondo, risulta ricco di cromatismi; si sviluppa in modo ricorrente tornando e ritornando su se stesso per donare ogni volta ulteriori elementi al nucleo originario e nostalgico molto rivolto all’interno.
La perfetta coesione del Quartetto Adorno e il virtuosismo di Roberto Prosseda si sono incontrati in modo speciale, offrendo al pubblico un’esperienza densa e profonda, che l’ispirato bis (il secondo movimento “In Modo d’una Marcia” dal Quintetto in Mi bemolle Maggiore op.44 di Robert Schumann) ha concluso in modo magistrale.
Paola Pini

