Accade proprio nel mese di marzo del 1849, la battaglia di Novara, quando si scrisse questa ingloriosa pagina di storia dei 45 mila piemontesi sconfitti per mano dell’esercito imperiale austriaco a capo del fedmaresciallo Josef Radetzky. Durante l’avanzata, le truppe austriache occuparono tutti i paesi incontrati lungo il loro percorso, sino a raggiungere l’agognata vittoria sull’armata sarda del Regno di Sardegna, segnando al re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia di abdicare, era la sera del 23 marzo alle ore 21:15, chiudendo una pagina di storia risorgimentale! Circa un anno prima, provarono a mettere fine alle inimicizie tra il Regno di Sardegna e l’impero Austriaco firmando un armistizio il cosiddetto armistizio di Salasco, questo documento non era di fatto definitivo, poiché deliberava semplicemente una tregua di poche settimane, quel tanto da sembrare che bastassero sin tanto che la parte politica portasse buone nuove… nel frattempo il governo di Torino si era dimesso, dopo una travagliata nomina finita a porte chiuse, trovarono il nome del Generale Giuseppe Dabormida, uomo adatto per condurre una battaglia, pur disapprovando i metodi limitati degli obiettivi diplomatici e politici precedenti, giacché i suoi progetti ambiziosi andavano ben oltre misura… come cercare di costruire una “confederazione italiana”, oppure cercando una rivincita sulla disfatta avuta a Novara. I giorni che seguirono, l’esercito sabaudo tentò una riorganizzazione, per questo compito la scelta cadde dal nuovo ministro della guerra, generale Alfonso La Marmora, intanto il tempo dell’armistizio, dopo una serie di modifiche e contrasti sulle clausole fornite dal Radetzky, il 12 marzo del 1849 riuscirono col bene placido tra le parti di notificare ufficialmente l’atto di riprendere la guerra… tutti di comune accordo mostrandosi appagati sulla scelta delle ostilità! Bella storia…
Daniele Giordano