Vi ricordate… cari cabinotti e paninari, cosa successe nei primi anni ottanta: Un delirio! Questo perché un decano dell’orologeria svizzera, signor Nicolas Hayek, stava partorendo nella mente di orologiaio la creazione di un orologio che fosse di plastica, quindi leggero, altamente tecnologico e Artistico… soprattutto a basso costo, in modo che il pubblico potesse acquistarne più di un esemplare e possederne una collezione… senza supporre che la sua idea avrebbe rivoluzionato il concetto di possedere un orologio da polso innovativo. Perché questo potesse realizzarsi, il genio Hayek si prese la briga di smontare una quantità di orologi, escludendo parte dei componenti, nella speranza di farlo diventare in breve tempo un’icona che potesse soddisfare non solo i giovani, ma fornire un investimento per collezionisti. L’impresa iniziale fu ardua, con l’arguzia e la complicità del momento della Pop Art… alla fine l’idea diede i suoi risultati, a chi non sarebbe piaciuto portare un quadro al polso… della famosa Arte. Fu così che la swatchmania dilagò, corresponsabile il basso costo e la novità del momento di cambiare il modello dello Swatch secondo le occasioni che si presentavano durante la giornata… era un’accoppiata vincente e ben presto divenne uno status symbol! I primi modelli, dodici per l’esattezza, entrarono ben presto nelle rassegne del design, nei musei, disegnati da illustri nomi come: Ernst H. Thonke, Jaques Muller e Elmar Mock, seguito da un effetto imponente di vendita, stiamo parlando di cifre come un milione di pezzi venduti solamente il primo anno… dieci per il secondo… inarrestabile la moltiplicazione degli Swatch crescendo di anno in anno, la richiesta del marketing sfornava ogni sei mesi nuove creazioni sempre a limited edition, in modo da stimolare non soltanto il mercato del collezionismo, perfino il giovane desiderava abbellire il polso con l’oggetto del momento… La caccia alla ricerca della mano di alcune celebrità dello Showbiz come Alessandro Mendini, Yoco Ono, Annie Leibowitz, aiutavano a creare il commercio, se invece parliamo dei punti vendita, negozi monomarca di Swatch nel giro di poco divennero più di tremila in tutto il mondo.
Pensate, da quel lontano debutto avvenuto il primo marzo del 1983 dove il rivoluzionario primo orologio in plastica vantava cinquantun componenti anziché novantuno, con un prezzo che si aggirava tra i quaranta e cinquanta franchi svizzeri al pezzo… in quel preciso istante si stava realizzando un sogno. Alla veneranda età di ottantadue anni, ancora attivo nella sua azienda, scomparve un simbolo del made in Europa cedendo la direzione operativa dello Swatch Group al figlio Nick, per continuare la tradizione voluta dal padre.
Una curiosità: Con una tiratura limitata di soli centoquaranta esemplari del modello Kiki Picasso, tra questi, fu donato a Louise Veronica Ciccone in arte Madonna, messo in seguito da lei ad un’asta per beneficenza, è stato battuto con un prezzo record per ventisei mila euro.
Daniele Giordano