Chamber Music Trieste riesce sempre a proporre programmi in grado di suscitare interesse e riflessione, interpretati da splendidi artisti. Il concerto che ha avuto per protagonisti Ferrati & Winds ne è un’ulteriore conferma, dando al pubblico la possibilità di apprezzare tre diversi modi per declinare il rapporto tra i fiati (nello specifico: l’oboe, il clarinetto, il fagotto e il corno) e il pianoforte.
Il Quintetto in mi bemolle maggiore K 452 di Wolfgang Amadeus Mozart, finito di comporre il 30 marzo ed eseguito con gran successo a Vienna il 1° aprile nel 1784, è un dialogo fra pari, in un’alternanza che esplora le tante combinazioni tra le diverse voci senza far mai prevalere nessuno, donando la giusta dignità al caldo colore dei fiati, il giusto spazio al pianoforte e a tutti la limpidezza cristallina di un discorso cordiale, privo di drammi o di conflitti, ma ricco di scene e controscene.
È seguito il Quintetto in re minore op. 41, come il suo autore – Franz Danzi – in posizione mediana tra i due giganti dell’epoca, protagonisti assieme a lui di questo notevole concerto. Qui il rapporto tra gli strumenti cambia; si modifica proponendo il fronte dei fiati contrapposto al pianoforte, dinamica resa ben evidente dalla raccolta natura del palcoscenico del Teatro Miela.
Con il Quintetto in mi bemolle maggiore op. 16 si è chiuso il cerchio, in un ritorno alla stessa tonalità scelta da Mozart, con cui Beethoven si confrontò certamente anche nella scelta dell’organico e nell’opera stessa, ma da cui si differenzia perché qui è il pianoforte a svolgere il ruolo di regista e a dettare in qualche modo le regole agli altri strumenti, regole che essi a loro volta accettano liberamente di seguire e di interpretare secondo le proprie specifiche personalità, caratteristiche ed esigenze. Non si tratta quindi di contrapposizione, ma di un confronto assertivo e morbido da parte di tutti, in cui ognuno sa esprimere al meglio la propria natura.
È stato possibile cogliere tutto questo grazie all’ottima interpretazione degli splendidi musicisti, che il pubblico ha ringraziato con lunghi e calorosi applausi.
Paola Pini