LA PRESENTAZIONE
Il film vuole raccontare la storia del giovane Peppino di Capri, dall’infanzia ai primi successi travolgenti, fino all’affermazione come artista completo e maturo nei primi anni ’70, cercando di mettere in luce anche il lato più intimo e fragile dell’uomo, un aspetto finora inedito al grande pubblico. Champagne non è solo un film sulla vita di un grande artista italiano, ma anche il racconto di 40 anni del nostro Paese.
La vita e le canzoni di Peppino di Capri attraversano anni intensissimi: la fine della guerra, il boom economico, la rivoluzione culturale del ’68, la nascita e l’evoluzione della televisione, dal bianco e nero alla prima edizione di Sanremo a colori. Questa è la storia vera, unica e appassionante del cantante che ha fatto ballare e innamorare intere generazioni.
LA SINOSSI
Il piccolo Giuseppe Faiella inizia la sua carriera nel 1943, a soli quattro anni, suonando per i soldati americani d’istanza a Capri. Figlio di una famiglia di quartini, Giuseppe segue il suo istinto e, appena adolescente, lascia l’isola per inseguire il suo grande sogno: la musica.
Dotato dell’orecchio assoluto e di una fortissima intuizione per l’innovazione e la ricerca di nuovi suoni, ottiene il primo grande consenso grazie alla vittoria nel programma Rai Primo Applauso. Il successo non tarda ad arrivare e gli anni ‘50 segnano per lui l’inizio di una grande carriera con il nome d’arte Peppino di Capri. Negli anni ‘60 Peppino incontra una giovane e intraprendente indossatrice, Roberta, primo amore che lo accompagna durante gli anni della sua consacrazione artistica. Il rapporto con la moglie oscilla tra alti e bassi, quasi in parallelo con i cambiamenti di un’epoca in cui, alla fine degli anni ‘60, i cantautori e l’irrinunciabile impegno politico mettono da parte gli entusiasmi del twist. La vita amorosa intensa e turbolenta con Roberta si spegne definitivamente quando la carriera di Peppino sembra essere arrivata al capolinea: i suoi discografici vogliono cose nuove e quasi lo boicottano e per la prima volta Peppino sembra aver perso il contatto con il pubblico e con se stesso. Sarà quello il momento in cui Peppino, nelle difficoltà, ritrova la forza per rialzarsi. Tramite gli incoraggiamenti di Bebè, suo migliore amico e batterista fin dalle prime esibizioni, grazie al nuovo amore per Giuliana, una biologa lontana dal mondo dello spettacolo, e a una guadagnata maturità, Peppino fonda la sua casa discografica e, dopo aver ingaggiato Franco Califano per comporre Un grande amore e niente più, vince per la prima volta il Festival di Sanremo nel 1973.
LE NOTE DI REGIA
La regia di Champagne mi è stata proposta dopo il biopic su Gianna Nannini e è stata una scelta difficile perché in genere, dopo un progetto amo vivere nuove esperienze attraverso storie e generi drsi.
Scelgo seguendo segnali e coincidenze. Per esempio, quando sono andata di persona dai produttori per dire in modo gentile che avrei rifiutato, mi è stata data subito la possibilità di incontrare Peppino di Capri. Ed è stato un segnale importante, una folgorazione che si è confermata incontrandolo. Mi ha colpito la sua umiltà, la sua autoironia. Da subito mi ha parlato della sua vita così piena di avventura e di amore, degli alti e bassi della sua carriera, della sua vita privata, il suo rapporto con le sue donne, specialmente le sue due mogli, Roberta e Giuliana che sono una componente, oltre la musica, molto importante nel film. Ho percepito la sua essenza, e questo mi ha ispirato, per cercare e poi trovare l’attore capace e giusto per interpretarlo: Francesco Del Gaudio.
Quando al suo compleanno gli ho detto che avevo accettato di realizzare il film, mi ha detto solo due parole: Fallo bene!
Questo è stato il mio mantra per tutto il tempo delle riprese fino alla fine del mix!
Ha voluto conoscere Francesco Del Gaudio, il protagonista scelto per interpretarlo, l’ha ascoltato suonare e cantare prima delle riprese e gli ha dato qualche consiglio. Francesco, per questo ruolo ha preso lezioni di canto e pianoforte, visto che il suo strumento è la tromba, ed ha come Peppino la fortuna di avere l’orecchio assoluto.
Come ho portato Letizia Toni a trovare l’essenza di Gianna, ho lavorato con Francesco affinché diventasse Peppino e non copiasse Peppino. Quando Peppino durante le riprese ha sentito alcuni suoi brani iconici cantati da Francesco, lui stesso pensava di essere stato lui a cantare.
Il biopic sulla vita di Peppino penso possa coinvolgere anche un pubblico più giovane e le sue canzoni che parlano di amore essere di nuovo delle hit. Peppino è ancora molto amato e la sua musica nel passato ha fatto incontrare e nascere molte coppie.
Peppino è stato il primo a far conoscere in Italia la musica americana a far ballare il rock’n’roll e muoversi con la musica come il twist e il rock in un ballo libero. Nel 1964 era così famoso ed amato, che con i suoi Rockers fu scelto per aprire i concerti dei Beatles durante la loro tournée in Italia. È stato il primo a coniugare con successo la canzone melodica napoletana con la musica rock, famosi i suoi concerti in Brasile America, Argentina.
Sento questo film come un dovere nei confronti della musica italiana e su uno dei suoi grandi autori come Peppino di Capri.
Il talento di Peppino viene scoperto quando lui aveva appena quattro anni e viveva a Capri con la mamma e la sorella mentre il padre era in guerra.
Lui ascoltava le musiche d’oltre oceano che sentiva su Radio Londra e grazie alla sua capacità istintiva di riprodurle con il pianoforte di casa, per raggranellare un po’ di soldi lo zio lo portava a suonare in un locale dove andavano i soldati americani in licenza.
Non è stato facile trovare un bambino con questo talento. Poi, alla fine, un colpo di fortuna, abbiamo trovato un bambino prodigio, Alessandro Gervasi, di una piccola città della Sicilia, di appena cinque anni che, avendo l’orecchio assoluto come lo aveva Peppino, pur non sapendo leggere, sa suonare ad orecchio e per lui giocare è suonare il pianoforte. I genitori stessi mi dicono: Non si comporta bene? Allora niente pianoforte!
Ci sono bellissimi aneddoti riguardo questa sua passione che ho vissuto osservandolo sia quando era sul set che fuori dal set. Ha subito imparato a memoria i pezzi che avrebbe dovuto suonare nel film, e nel film ha interpretato come faceva Peppino, suonando sia nelle scene con i sodati americani, sia l’Ave Maria all’organo della chiesetta di Capri.
La sceneggiatura, scritta da Michele Pellegrini e Mariasole Limodio riprende la sua storia dall’infanzia fino ai suoi 33 anni quando con “Un grande amore e niente più” è il vincitore di Sanremo 1973.
È sempre interessante scoprire il dono con cui ognuno nasce e come il talento si mostra e come lo si riconosce. Anche in un piccolo come Alessandro, che già a due anni, un giorno, come mi ha detto la madre, verso la fine del lockdown, sentendo suonare, lo ha trovato arrampicato su uno sgabello per arrivare alla tastiera del padre a suonare con un dito l’inno d’Italia, che aveva sentito cantare tutti i giorni dalle finestre.
Con questo film, è la mia terza biografia dopo la miniserie su Don Gnocchi e il film su Gianna Nannini.
Normalmente i personaggi di finzione si può farli agire e plasmarli a nostra volontà per costruire i picchi emotivi dettati dalle necessità drammaturgiche, ma con i personaggi veri e in più viventi, la sfida è molto più impegnativa, perché devono riconoscersi.
Un film complicato perché la storia tocca 4 decenni. Dal 1942 al 1973. Mentre adesso la moda è abbastanza libera, in quegli anni il look delle persone seguiva molto la moda. Quindi per le riprese, in un giorno passavamo da un decennio all’altro cambiando abiti e comparse perché, se avevano il taglio o le acconciature degli anni ’40 non potevano funzionare per esempio per il ’60 o il ’70. Così, di conseguenza, il nostro protagonista in uno stesso giorno doveva sembrare in una scena quindicenne e poco dopo adulto, con qualche chilo in più ed un altro look.
Per dare verità al film, ho avuto la fortuna di avere il produttore nativo di Capri così come l’aiutoregista. In più, i familiari di Peppino con le sorelle e gli amici mi sono stati vicini e hanno fatto a gara per parteciparvi come comparse.
Nel film, oltre alle sue canzoni, la colonna sonora è stata realizzata dal figlio più giovane di Peppino, Edoardo Faiella, mentre il fratello Dario Faiella, già attore in giovane età, è presente interpretando il ruolo di Mimmo Di Francia.
Il lavoro di casting di Marita D’Elia e Massimo Appolloni con successo hanno messo insieme un cast eccezionale di attori napoletani e questo rende tutto più vero. Tra gli attori principali abbiamo Antonia Truppo: la madre, Gianluca Di Gennaro: l’amico Bebè, Pio Stellaccio: il padre, Arturo Scognamiglio: zio Ciro e Marit Nissen: la maestra tedesca Rudolph.
Più giro film in regioni differenti, più mi accorgo che anche in una società sempre più globalizzata, restano e vivono le peculiarità di ogni regione, non solo per i dialetti e la cadenza del modo di parlare che spesso caratterizza anche gli atteggiamenti delle persone, ma anche per il cibo, i paesaggi e le architetture e questo mi piace molto rappresentarlo nei miei lavori.
Abbiamo girato interamente in Campania, non pensavo che ci fossero ancora ville fuori Napoli con l’arredamento integro e il sapore del passato, come villa Livardi e villa Grauso.
Abbiamo girato molte scene a Napoli e ho scoperto un luogo che non conoscevo sotto la Galleria Umberto I, il Salone Margherita dove abbiamo ambientato due canzoni di Peppino e i suoi Rockers.
Abbiamo girato a Capri, la sua isola, alla ricerca di angoli ancora fermi nel tempo, cercando orari strategici per non essere sommersi dal flusso di turisti e addirittura abbiamo ambientato le scene di casa nella sua villa di Capri.
Nel film ho avuto il privilegio di poter lavorare con tante competenze professionali che hanno dato un plus al film come la pluripremiata costumista Nicoletta Taranta, tutto il reparto di scenografia capitanato dal noto scenografo Carmine Guarino, con il direttore della fotografia Carlo Rinaldi e il montatore Mirko Platania con cui già ho lavorato nel film su Gianna Nannini dove il suo montaggio anche qui ha dato ritmo e un accento in più al film.
Ringrazio il supporto ed il sostegno di Rai Fiction dal Direttore Maria Pia Ammirati, il capostruttura Leonardo Ferrara e Alessandro Corsetti, con i produttori di O’ Groove, Vanessa Capello, Pierpaolo Verga e Edoardo De Angelis.
Anche questa volta, non ho voluto raccontare solo la parte esaltante di un’icona, di un mito. Ho voluto anche il lato oscuro, la parte più intima sconosciuta, con i momenti giù e le risalite perché per me da sempre nei miei film, lo spettatore si deve emozionare, identificare e specchiarsi.
Il cuore della storia, oltre alla musica tocca anche la sua vita attraverso il rapporto di amore tempestoso e di amore passionale con la prima moglie, Roberta Stoppa (Arianna Di Gaudio), e quello di intesa e amore profondo che tutti sognerebbero, con Giuliana Gilardi (Gaja Masciale). Per tutti buona visione!
Cinzia TH Torrini