Possidenti, lascito ereditario e liti familiari per il patrimonio a Parioli

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Fino alla metà del secolo XIX la ricchezza consisteva nella proprietà agraria con gli schiavi che lavoravano nelle grandi tenute rurali o boschive della classe aristocratica o media, per cui gli Americani desideravano mantenere la schiavitù e ci fu la Rivoluzione civile dal 1861 al 1865con lo sfruttamento della gente negra del Sud e la sconfitta delle truppe del generale Lee. In Inghilterra nacque in quel periodo la seconda rivoluzione industriale con il petrolio e l’acciaio con susseguente formazione sindacale con la “Bill of Rights “ e la rappresentanza delle “Trade Unions”.Da noi il passaggio dal settore economico primario al secondario dell’industria sorse ai primi del Novecento con l’industrie della parte Nord-Ovest del territorio dello Stato Italiano. Vi fu la trasmigrazione dal derelitto Mezzogiorno al Nord con l’apertura della FIAT a Torino della Pirelli a Milano e dell’Ansaldo con i “camalli portuali a Genova dove oggi c’è lo splendido Acquario Marittimo. La metropoli ambrosiana divenne il centro economico della nazione ed in America si svilupparono le teorie finanziarie di Keynes e Taylor, mentre nelle fabbriche entrarono in vigore le norme di Ford con la “ catena di montaggio” applicata agli operai , che andarono incontro all’alienazione personale per fare sempre le stesse operazioni meccaniche e la diffusione delle macchine che sottraevano posti di lavoro e creavano problemi occupazionali , quelli che aveva cercato di eliminare J. Lood con la loro distruzione ai primi dell’Ottocento. Con la fine del secondo conflitto mondiale si determinò la Pubblica Amministrazione con i Ministeri, i servizi statali e parastatali a disposizione della collettività per il bene comune. Su tutto questo processo sistematico economico ha riflettuto l’attore e regista d’estrazione borghese della primitiva terra dei Bruzi il brillante Massimiliano Bruno, che il padre importante legale avrebbe voluto destinare alla carriera forense, diventato neodirettore del teatro Parioli,dedicato all’inossidabile uomo di spettacolo,compositore di celebri canzoni come “ Se telefonando” , cresciuto nell’orbita amministrativa di Mediaset e partecipe della fiducia del cavaliere ed imprenditore delle telecomunicazioni con il regno di Cologno Monzese, che è stato il tecnocrate Silvio Berlusconi. Ecco perché nella sua analisi evolutiva sociologica parte dalla campagna, esaminando la dinamica rustica degli agrimensori Bracaglia nel cuore della sua Calabria, infatti alcune parti del lavoro “La prospettiva” sono di ardua comprensione in quanto in locale idioma linguistico. IL capofamiglia vedovo è Nino, interpretato da un inquieto e tormentato da tristi ricordi Maurizio Lops,che deve provvedere alla fragile ed introversa figlia più piccola che è Nina,mentre il vulcanico Gianmarco Tognazzi dà vita ad un nevrastenico ed adirato scapolo che è Tino; il bravo ed ineffabile Massimiliano creatore del soggetto è Pino che si sente in credito con la vita monotona e limitata che conduce, nonché in perenne tensione con l’insoddisfatta moglie Berta. Il mondo agrario che posseggono è la loro chiusura alla società esterna,come “enclosures” erano le prime terre recintate in Gran Bretagna nel ‘700 con la coltivazione intensiva a maggese , lasciando per tre anni le terre incolte. La città è lontana e , alla maniera della lirica “L’Infinito” , un sonetto particolare e strano in quanto invece di essere 14 versi sono solo 11, dello sfortunato e pessimista Giacomo Leopardi, la possono sognare con l’immaginazione unicamente oltre le colline. Comunque certe volte , quando meno te l’aspetti, avvengono i colpi di fortuna e stavolta è un’imprenditrice in splendido tailleur rosso con la bionda capigliatura a presentarsi improvvisamente in quell’universo segregato per proporre uno straordinario affare per lei :acquistare quel terreno e realizzarvi una speculazione immobiliare da sogno, mentre i Bracaglia andranno via, volendo, per farsi una diversa esistenza più remunerativa e gratificante. Il diavolo tentatore nella persona dell’attraente dottoressa Nives ed abile allettatrice è impersonato da Sara Baccarini,moglie nella vita reale dello stesso Bruno di cui è più giovane di 20 anni e da cui ha avuto un bambino di quasi un anno ora. In effetti i Bracaglia sono ancestralmente legati alla lora terra, quale Ermione di G. D’Annunzio “Vate immaginario” nell’Ode “La pioggia nel pineto” e dunque s’accendono aspre e dure discussioni per le reazioni psicologiche dei membri della frantumata cellula domestica, che non intendono accettare la cospicua offerta per l’attaccamento affettivo alla loro fattoria. Il sano neorealismo di Bruno , che sul piano teatrale corrisponde a quello del regista cinematografico Monicelli autore d’un gesto estremo alla fine dell’esistenza tormentata dal male oscuro paragonabile a “Il Male di Vivere “ del genovese Montale,mette in risalto la malinconia per il distacco dal cuore vitale del passato che non vorrebbero accettare,per cui sorgono incomprensioni e feroci scontri verbali per restare sul posto. Si sentono tramortiti, impotenti a comprendersi, reciprocamente sordi ed il loro mezzo di comunicazione è simbolicamente soltanto la musica. Un velo di mestizia amara subentra alla fine allorché salutano, come gli emigranti oltre Oceano , con le valige di cartone in mano. La psicologica e sentimentale, caratteriale , pièce sarà in replica al Parioli fino a domenica prossima e fanno parte del cast pure Malvina Ruggiano ed Alessandra Scalabrini. La durata dello spettacolo è di circa 100 minuti senza una tregua o pausa dialettica.

Giancarlo Lungarini

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