Roma, Teatro Lo Spazio, 3 e 4 aprile 2025
Per le sole due serate del 3 e 4 aprile, verrebbe da aggiungere purtroppo, è in scena al Teatro Lo Spazio “Charlotte”, scritto e diretto da Francesco Zarzana con l’interpretazione magnetica di Carmen Di Marzo. La storia è quella, drammaticissima, della giovane Charlotte Corday, colta girondina e omicida di Jean Paul Marat, “Amico del popolo” e feroce rappresentante di quel che fu il regime di terrore instauratosi con la rivoluzione francese. Charlotte, armata di coltello, trovò il modo di avvicinare il suo obiettivo nella sua abitazione il 13 luglio 1793 e la determinazione ad immolarsi per cercare di porre termine a tutte quelle esecuzioni fu lucida quanto l’esposizione delle sue idee durante il processo, logicamente una formalità, che la condusse alla pena di morte pochi giorni dopo il suo gesto. Lo spettacolo, partendo dal dialogo che la detenuta ebbe con un pittore che la ritrasse in carcere, è di grande intensità e precisione storica. Testo, interpretazione, regia e musica hanno incantato il pubblico presente trasportandolo magicamente nella Parigi di fine settecento. Un’ora di grandissima intensità, ritmo sostenuto e il valore aggiunto di Carmen Di Marzo che ha perfettamente restituito al pubblico l’orgoglio e la fede nella causa di una donna che forse per la prima volta prese la parola durante la Rivoluzione.
Se qualcuno pensa che gli spettacoli storici possano essere pesanti in teatro, per ricredersi non deve far altro che vedere questo “Charlotte”. Reso agile dalla bella regia dello stesso autore, pur non tralasciando il rigore storico della vicenda, il monologo di Carmen Di Marzo ha davvero qualcosa di magico, di magnetico, di appassionante. Lo dico sinceramente, ho visto tutti gli spettacoli di questa attrice e ogni volta nelle sue interpretazioni trovo qualcosa in più che mi sorprende. Un colore, una luce negli occhi, una nota di crescente maturità e sapienza teatrale. Ieri sera mi ha lasciato esterrefatto e non ero il solo, ve lo assicuro. Charlotte è un piccolo gioiello di armonia fra testo, regia, scena, costumi, interpretazione e musiche preziose di Alessandro Panatteri, anch’esse ammantate di una grazia particolare, che ha permesso a tutti di viaggiare nella straordinaria macchina del tempo che a volte diventa il teatro. Spettacolo di grande spessore.
Paolo Leone