Il tarlo della gelosia ed i temuti tradimenti rovinano le famiglie al Manzoni

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Ciò che può turbare la pacifica e felice vita coniugale è il sospetto d’essere stati ingannati nell’amore unico ed esclusivo che lega due soggetti da quando si sono conosciuti e scelti per formare una primaria cellula sociale dello Stato, che è una somma di particelle per comporre la collettività e quindi se il virus si diffonde la Nazione si dissolve e c’è la crisi del Bene comune per la mancanza di principi e valori comuni .Questa considerazione assoluta la fa in maniera accurata il brillante, sarcastico ed umoristico commediografo transalpino che conosciamo da diversi anni per le spiritose e salaci, satiriche , commedie di sua creazione che abbiamo osservato sempre con piacere ed interesse riflessivo nei teatri capitolini. Oggetto delle sue attenzioni approfondite è stato generalmente il rapporto tra moglie e marito, padri e figli, fasce sociali e differenti membri della famiglia, che essendo di matrice comica non possono che finire positivamente. Non sfugge a tale consuetudine e tipologia narrativa la pièce che sta andando in scena in questi giorni al teatro Manzoni di via Monte Zebio ed intitolata “Rappresaglie” tra le due parti costitutive d’una famiglia al termine d’una cerimonia gioiosa e solenne per ognuna di queste cellule primarie della società medio borghese: ill matrimonio della loro erede. Andata a salutare il padre in ufficio prima di lasciare la casa avita per il rituale viaggio di nozze, lo trova alle prese con una bella donna che distesa sul divano gli ha appena proposto di lasciare la consorte per mettersi con lei. La risposta del padre della convolata a nozze Franco è stata che nemmeno se ne parla in quanto tutto è di proprietà della moglie Rosaria e lui si troverebbe improvvisamente in brache di tela, tanto più che la di lui sposa, incarnata da una straordinaria Federica Cifola sta salendo per regolare i conti. Quelo che non s’aspetta è la pugnalata metaforica a sangue freddo che lei gli stocca pungendolo sull’onore: la figlia non è sua, ma d’un certo Vasco che lui ipotizza possa essere il famoso cantante da lui assai stimato e perciò sente che la sfida è persa e dovrà accettare la situazione di fatto. Tuttavia un’altra sorpresa e colpo di scena è dietro l’angolo per il povero Franco interpretato da uno sconcertato ed incredulo Massimo Giuliani : entra nel suo studio un impeccabile ed imperturbabile “gentleman”, con l’impermeabile bianco dell’ ispettore Sheridan con l’indimenticabile Ubaldo Lay, che afferma, tesserino alla mano,essere un funzionario della Finanza, inducendo Franco a sbiancare in viso e prevedere il peggio per lui. Si tratta veramente d’un’ispezione finanziaria o questa è soltanto una finzione d’identità, di facciata, in quanto il personaggio alto e tutto d’un pezzo ha un ben altro ruolo nella commedia ed è pure gay, omosessuale?Intanto successivamente rientra in scena l’amante, l’affascinante fulva, bionda donna, che ha fatto adirare Rosaria per averla trascurata durante il ricevimento nuziale. Ella minaccia Franco di denunciarlo e chiedergli i danni er il mancato versamento degli assegni aimentari, dovuti per il fatto generato un figlio di nome Silvano, di cui gli consegna un album di fotografie per dimostrargli l’identità fisiognomica.V’è somiglianza tra la paternità attribuitagli ed il dichiarato figlio del libretto di raccolta delle foto, che terrà in mano fino alla fine?Come si regoleranno alla fine rOsaria e Franco, rammentado con affettiva nostalgia qualche tenero momento affettivo e di soccorso, aiuto, reciproco e solidale. Naturalmente questo non ve lo diciamo, sottolineando la perfetta regia psicologica e divertente , allegra,del maestro di tecnica recitativa ed impostazione scenica, adattamento in chiave nostrana dei testi, di Silvio Giordani, con molteplici colpi ad effetto e gag, battute istrioniche ed effervescenti duetti dialettici dei protagonisti, che rispecchiano quanto spesso avviene, come dicevamo sopra, nei rapporti interpersonali per cui si giunge poi alle famiglie allargate. Lo spettacolo, davvero bello e didascalico per tante coppie, sarà replicato al Manzoni con presumibile successo per l’attuale tematica trattata con brio dinamico e spirito dissacrante dell’istituzione, un tempo sacra e rispettata della famiglia fino al 20 p.v., per poi cedere il passo a maggio all’ultima creazione della vena artistica del funambolico Gabriele Pignotta dal titolo “Contrazioni pericolose”basata sulla generazione d’un figlio e l’amore da scoprire tra quelli che ti sono con interesse vicino. Anche la scorsa stagione la programmazione del Manzoni fu chiusa da un parodistico e surreale testo di Pignotta : il vulcanico “one man show” , talora realmente accaduto nella sua apparente incredulità , “Sono rimasto chiuso dentro”, mentre qualcuno talvolta è addirittura precipitato nel vuoto tragicamente.

Giancarlo Lungarini

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