“Rumori fuori scena” al Teatro degli Audaci di Roma

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TUTTI: Sardine!
Sipario

Il 13 aprile 2025, dopo un mese di repliche, tra cui un prolungamento, al Teatro degli Audaci di Roma è calato il sipario sullo spettacolo “Rumori fuori scena”, “Noises off”, del drammaturgo britannico Michael Frayn, la cui regia è firmata da Flavio De Paola, direttore artistico dal 2011, nonché attore.

I numerosi meritati applausi a scena aperta e le risate incontenibili hanno segnato il fortunato percorso di questa commedia/farsa dal lontano 1982, anno in cui debuttò al Lyric Theater di Londra e che è stata giustamente considerata “the funniest farse ever written”, “la farsa più divertente mai scritta”, e nominata anche per il Tony Award nel 1984.

E così è stato il suo percorso al Teatro degli Audaci, una sala di 244 posti nel quartiere romano di Montesacro, e anche sede della scuola media statale “Giulietta Masina”. Come succede agli utopisti, qualche volta riescono a fra diventare realtà il loro sogno, e quello di De Paola era di aprire una sala per spettacoli nella zona dove è cresciuto e che avesse lo scopo di avvicinare i cittadini del quartiere al teatro, senza doversi sobbarcare lunghi viaggi nella sconfinata Roma in cerca di spettacoli di qualità, con tutti i disagi che si debbono a volte affrontare vivendo nell’ Urbe.

Ma torniamo alla commedia.

Scritta in tre atti, è la storia di una compagnia teatrale, un po’ sui generis, a cominciare dal regista, che cerca di mettere in scena uno spettacolo. Nel primo atto seguiamo le prove, mai come il regista si aspetta, perché la messa in scena è complicata, fatta di veloci battute che scoppiettano senza pause come fuochi d’artificio e che vengono regolarmente dimenticate, la vita privata degli attori che si interseca a quella della finzione, porte che si aprono e si chiudono, e basta uscire da quella sbagliata che tutto va a catafascio. E poi che dire di quelle sardine, che già di per sé è una farsa, sardine???!!! che viaggiano e volano da una mano all’altra, e che inevitabilmente vanno a finire a terra. Insomma, le prove, alla vigilia del debutto non vanno come dovrebbero, ma che si può fare? Forse attaccarsi a una bottiglia di whiskey? Come fa il personaggio di Selsdon Mowbray, il ladro. E poi tutti gli altri al culmine della disperazione.

Conclusosi il primo catastrofico atto, il secondo è il dietro le quinte di quello che abbiamo visto nel primo, per cui la scena è capovolta, e vediamo gli attori che non potendo parlare a voce alta, inscenano una divertentissima pantomima, tra numerose gag, doppi sensi, svenimenti, cadute e piccoli drammi. La seconda catastrofe è fatta.

Nel terzo atto “tutti in scena!”. È il momento cui Garry, il regista, non avrebbe mai voluto assistere. La farsa aumenta di intensità, le battute vengono dimenticate, le porte chiuse al momento sbagliato e aperte quando non si dovrebbe, gli attori come si dice “sbracano” senza ritegno, tanto ormai tutto è perduto.

E il pubblico ride a crepapelle.

È vero che il testo di Frayn è una garanzia di divertimento, ma come avrebbe successo se non fosse sostenuta, come in questo caso, da un ensemble di attori molto bravi, affiatati, giusti nei loro ruoli, che non hanno mai un momento di pausa, declamando batture a un ritmo scoppiettante, per cui l’attenzione e l’ascolto sono elevati alla massima potenza e poi diciamocelo, ridere non è forse più difficile che far piangere?

Perciò gli applausi sono sì per il testo, ma soprattutto per questo gruppo di nove attori che ci hanno messo l’anima e il cuore per farci passare tre ore di puro, intelligente, inaspettato divertimento.

E chi fa questo mestiere sa che la fatica che c’è dietro può dare ottimi risultati se sostenuta dalla professionalità e anche da quel pizzico di umiltà che fa tanto bene allo spettacolo.

E come dice De Paola “Senza pubblico non c’è Teatro e senza Teatro addio Civiltà”.

Attendiamo il ritorno…

Daria D. Morelli Calasso

 

Di Michael Frayn
Con Flavio De Paola, Antonio Coppola, Marco Bonetti, Serena Renzi, Francesco Polizzi, Antonella Rebecchi, Ilario Crudetti, Rossella D’Andrea e Giulia Sanna
Regia Flavio De Paola

 

 

 

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