Spie, sospetti e silenzi: Black Bag, le relazioni a due secondo Soderbergh

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Black Bag – Doppio Gioco è un film di spionaggio che gioca con le regole del genere senza necessariamente riscriverle, un’opera solida e ben confezionata, perfetta per un pubblico adulto – over 40 – in cerca di intrattenimento elegante e non banale. Steven Soderbergh dirige con mano sicura una sceneggiatura firmata da David Koepp che coniuga tensione, ironia e introspezione, mettendo al centro non solo la missione, ma soprattutto la relazione tra due spie e coniugi devoti.​

Protagonisti sono Michael Fassbender e Cate Blanchett, coppia magnetica che regala al film buona parte del suo fascino. Lui, trattenuto e controllato, interpreta George Woodhouse, alto funzionario del National Cyber Security Centre britannico; lei, Kathryn St. Jean, sofisticata e ambiziosa, è sua moglie nonché collega… e possibile talpa. Il dilemma è chiaro: fino a che punto si può essere fedeli a un partner se questo rischia di mettere in pericolo l’intero Paese?​

Il film gioca con un’idea affascinante: quante volte, nella vita reale, avremmo voluto avere anche noi una black bag, una parola in codice che ci sollevasse dal dover spiegare ogni dettaglio al partner, al lavoro, agli amici? Una scorciatoia per proteggere la nostra sfera personale, per evitare di tradurre in parole cose troppo complesse, intime o semplicemente stancanti da raccontare. Black Bag – Doppio Gioco rende concreta questa fantasia, trasformandola però in un paradosso: per George e Kathryn il codice non è una via di fuga, ma un campo minato.​

L’elemento chiave, e più intrigante, di Black Bag non è l’ennesimo malware apocalittico – qui chiamato Severus – ma proprio la “borsa nera” del titolo, ovvero quel patto tacito fatto di segreti, bugie e omissioni che i due condividono per proteggersi, in un equilibrio precario tra amore e dovere. Come spiega una battuta del film: “Quando puoi mentire su tutto, come fai a dire la verità su qualsiasi cosa?”

La trama si sviluppa attraverso una rete di sospettati e una cena d’indagine in stile Agatha Christie, con George che osserva e registra ogni parola e gesto dei colleghi. Il cast di contorno – da Tom Burke a Marisa Abela, passando per Regé-Jean Page e Pierce Brosnan – arricchisce il mosaico con personaggi secondari ben tratteggiati, spesso più affascinanti delle loro controparti in molte spy story moderne.​

Il film richiede attenzione: il linguaggio tecnico e i nomi da servizio segreto non sono sempre di immediata comprensione, ma il cuore della narrazione rimane accessibile e coinvolgente. Merito anche della confezione visiva raffinata e della colonna sonora firmata da David Holmes, che contribuisce a creare un’atmosfera elegante e vagamente vintage, perfettamente in linea con lo stile di un thriller psicologico più che d’azione.​

Black Bag – Doppio Gioco, distribuito da Universal Pictures Italia e da mercoledì 30 aprile al cinema, non ha l’ambizione di rivoluzionare il genere, ma offre uno sguardo interessante e maturo sul compromesso tra vita privata e lavoro, tra ciò che si dice e ciò che si tace. Non resterà negli annali del cinema, ma rappresenta un buon esempio di racconto di spionaggio sofisticato, ideale per una coppia matura in cerca di un film da gustare e su cui – magari – confrontarsi all’uscita dalla sala.

Federica Guzzon

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