Seventeen Fahrenheit, la band tutta al femminile dall’anima rock

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Seventeen Fahrenheit, la band tutta al femminile dall’anima rock, è pronta a fare il suo debutto con l’album Freakin uscita l’11 aprile per Soundinside Records, distribuito da Believe. Il progetto è stato anticipato dal singoloGasping For Breath“, pubblicato il 21 marzo.

Le Seventeen Fahrenheit – Enza, Adriana, Annamaria ed Eloise – incarnano la volontà di rompere gli schemi preimpostati della società e di andar contro quelle dinamiche di vita accettate passivamente. Non hanno paura a esporsi, a dichiararsi parte di una “diversità”, correndo anche il rischio di risultare “Freak” – da qui il titolo dell’album.

Abbiamo intervistato queste quattro ragazze rock che, già lo sappiamo, sentiremo nominare molto spesso.

Le abbiamo intervistate!

Ultimamente sembra il rock al femminile stia vivendo un bellissimo nuovo periodo di gloria. A partire dalle Bambole Di Pezza? Avete voglia di farci qualche esempio? Quali realtà musicali vi hanno influenzato nel vostro percorso musicale?

Certo, se pensiamo alle Bambole di Pezza, Tacobellas, Neila Invo, si può dire che nella scena rock o alternative ci sono tanti gruppi di sole donne e siamo contente di poterci allineare anche noi a questa rappresentanza.

Come si sono formate le Seventeen Fahrenheit? Vi conoscevate o avevate già collaborato prima di questo disco di debutto?

Noi siamo prima di tutto grandi amiche e infatti la band si è formata quasi per gioco, dato che ci conosciamo dalla primissima adolescenza, qualcuna di noi anche da più piccola, tra scuola, chiesa e incontri fortuiti. I luoghi di aggregazione della provincia sono pochi e alla fine si finisce per conoscersi tutti. Così siamo arrivate all’ultima componente, Eloise, invitandola a uno dei famigerati compleanni di Annamaria. In quel periodo si parlava di formare una band ed Eloise si è unita da subito al progetto, imbracciando una batteria dal nulla, come del resto era successo alle altre per il loro strumento. Negli anni abbiamo suonato tanto ma prima di tutto ci sentiamo legate da una forte amicizia che rende l’anima del progetto davvero particolare.

E quando e come siete entrate in contatto con Jex Sagristano, invece? Come ha saputo guidarvi e influenzarvi in questa nuova avventura?

La conoscenza di Jex viene dalla batterista, Eloise, che ha deciso di proporci sapendo che poteva nascere qualcosa di bello. Jex infatti produce artisti di vario tipo – tutti bravissimi tra l’altro! –, ma il suo cuore ha sempre battuto all’insegna del punk rock. Quindi quando ci siamo incontrate con lui e Ciro, ingegnere dei suoni dell’intera etichetta, abbiamo fatto un match pazzesco. A noi ancora oggi sembra incredibile l’aver trovato un produttore così vicino alla nostra musica e proprio dietro l’angolo, con una mentalità super d’avanguardia per la produzione musicale. Senza questo incontro saremmo rimaste nell’idea di ripercorrere questa strada “per ricordo”, ma senza troppe aspettative.

Quanto questo progetto ha a che fare anche con il contesto di provincia?

È molto importante che sia nato in provincia perché forse qui, data la mancanza di un vero intrattenimento cittadino, si finisce proprio per aggregarsi e dare vita a cose nuove. Noi sappiamo poi quanto sia difficile uscire proprio da una mentalità più ristretta e meno da “metropoli”, e come il nostro progetto si sia inserito in maniera alternativa rispetto a un panorama culturale generale. Anche i mezzi materiali in provincia sono molto di meno e proprio per questo siamo ancora più fiere di provare a portare avanti questa missione.

Leggiamo che avete iniziato a suonare quasi per caso. Com’è andata?

Nelle prime mosse ci limitavamo a constatare se i nostri genitori avessero strumenti in casa. Nessuna suonava davvero, forse maneggiavamo un po’ tutte la chitarra, riuscendo a rubare lezioni tra amici e corsi della chiesa del paesino. Di sicuro c’era una grande passione per la musica e la voglia di fare qualcosa di assolutamente nuovo. Abbiamo poi “scelto” i nostri strumenti a priori, senza averli mai suonati. A quel punto abbiamo da subito iniziato a fare live, dai piccoli luoghi della provincia alle realtà più grandi tra Napoli e Caserta. E così abbiamo continuato battendo sulla scena per circa dieci anni. Anche se al tempo i social erano meno attivi e la situazione della musica campana ancora più drastica di oggi, chi si ricorda di noi lo fa con affetto e aver lasciato un segno è per noi la soddisfazione più grande. Oggi speriamo di farlo con altri mezzi e l’incontro con Soundinside è un grande spartiacque che ci fa sperare in un futuro molto più.

Morgana Grancia

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