Ester Ferrini, la Regina della Luna di Lipsia

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In giro per il mondo danzano e coltivano sogni danzatrici e danzatori italiani affermati che rappresentano la tradizione nostrana ai massimi livelli. Ne abbiamo stanati molti in questi anni, tra cui Ester Ferrini, figlia d’arte di un padre ballerino, coreografo e maitre molto premuroso ma primissimo estimatore della filgia. “Il mio babbo mi ha sempre lasciato scegliere ed a 19 anni ho lasciato la famiglia per inseguire il mio sogno – racconta Ester – ed oggi non posso che essere felice di quelle scelte e di quella formazione. Ho studiato prevalentemente classico per cui il mio approdo in Germania, al Ballett Dortmund Junior Company nel 2016, è stato caratterizzato dalla novità, dalla sorpresa ed infine dalla meia stessa meraviglia di potermi appassionare così tanto al repertorio contemporaneo studiato ed interpretato. Di pari passo mi sono così definitivamente ambientata a Dortmund ed impegnata a lavorare in un modo così diverso ma così tanto gratificante!” Del resto gli autori ed i titoli interpretati dal 2016 al 2028 al Ballett Dortmund Junior Company raccontano di una carriera inevitabilmente in ascesa per la giovanissima e sempre più versatile Ester Ferrini.  Si sono avvicendati infatti Xenia Wiest, Craig Davidson, Demis Volpi, Juanjo Arques per il “Murder on the Orientexpres” con Ester solista in scena; per poi passare agli italianissimi Mauro Bigonzetti con il suo “Alice in wonderland”, nel ruolo della Gatta, e Iacopo Godani con il “Versus standard” su cui la nostra interlocutrice ha ammesso di aver dovuto lavorare duro prima di godersi il successo con i suoi colleghi. E poi ancora Raymond Rebeck in “Somewhere”; Quizas Xin Peng Wan in “Swan Lake” e Rachmaninow/Tschaikovsky, Faust Benjamin Millepie in “The Nutcracker”. Una moltitudine di esperienze con anche il giro del mondo della danza e del balletto all’Academie Princesse Grace di Montecarlo, alla Bolshioi Ballet Academy, alla Tulsa Ballet school di Oklahoma e in scena in “Coppelia” presso Ibstage a Barcellona, ne “La Bayadere” al Teatro alla Scala di Milano e nel “Trittico Novecento” da Francesco Ventriglia. Tutto grazie ad una rigorosa formazione voluta fortemente dal papà Marco Ferrini presso l’Accademia del Teatro alla Scala e l’Accademia di balletto classico di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu a Reggio Emilia. “Dopo gli anni a Dortmund poi ho trovato una dimensione ancora più completa qui al Leipziger Ballett – aggiunge Ester – dal 2018 fino ad oggi con un repertorio ancora più vasto e una consapevolezza sempre crescente. Sono felicissima qui, ho amici che mi fanno sentire come a casa. In parte si sostituiscono e si aggiungono affettinuovi a quelli di casa, delle proprie città di provenienza. Si sta tutti insieme come in una vera e propria famiglia. Sono stata molto fortunata e questo ha senz’altro contribuito a farmi stare meglio e rendere ancor più in sala ed in scena. Per quanto concerne la scena ho ricordi indelebili del mio cigno nero nelle coreografie di Schroder e in altre coreografie di Uwe Scholz, famoso ed innovativo nel richiedere un grande livello di concentrazione, preparazione tecnica ed espressività emotiva”. E infatti dal 2018 al Leipziger Ballett Ester ha potuto lavorare con grandi coreografi in titoli celebri, basti pensare proprio a Scholz, Rachmaninov e Schumann nella “2nd Symphony”; Beethoven e Ravel nella “7th symphony” da semi-solista; Edward Clug con “Faust” nel ruolo di Marta; Jean-Philippe Dury con “The Nutcracker” nel ruolo della Fata Confetto; Stanton Welch AM: Tu Tu Bryan Arias in “The Little Prince” nel ruolo Geographer; Mario Schroder con “Swan Lake” nel ruolo del Cigno nero, “Solitude” da solista e “Chaplin” nel ruolo della madre; Lauren Lovette con “Romeo and Juliette” nel ruolo di Lady Capulet; Cayetano Soto in “Tchaikovsky” da solista; Martin Harriague con “America”; Jeroen Verbruggen con “Sleeping beauty” e Maguy Marin con “Grosse Fuge”. Un repertorio da spalle larghe per Ester Ferrini che, in questo ultimo periodo, è stata impegnata nella penultima produzione della stagione con “Die Mondprinzessin”, coreografato da Martin Chaix dove interpreterà Tsukuyomi, la Regina della Luna. Le musiche di Henryk Mikołaj Górecki, Koyama Kiyoshige, Sômei Satoh (DEA), Arvo Pärt,Takashi Yoshimatsu sono a cura dell’orchestra Gewandhaus Leipzig in scena all’Oper Leipzig. Una regina della luna italiana chiamata add illuminare il cielo di Lipsia per chissà quanto tempo ancora.

 

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