DALL’8 MAGGIO NEI CINEMA
Abbiamo avuto la fortuna e la gradevole sorpresa di assistere ad un notevole film, molto ben scritto e diretto, ed impreziosito da una prova straordinaria da parte del protagonista, Alexis Manenti. Proprio quest’ultimo, insieme con il regista corso (al suo secondo lungometraggio), saranno in tour promozionale in Italia, partendo dall’Istituto Francese di Firenze il 6 maggio alle 19.00, per proseguire il giorno successivo alle 21.30 al Cinema Teatro Galliera; quindi, l’8 maggio al Cinema Farnese Arthouse alle 21.00 ed il giorno seguente a Milano, al Cinema Arlecchino, alle 20.30.
Presentato nella Selezione Ufficiale ‘Orizzonti Extra’ dell’81esima Mostra del Cinema di Venezia ed al recente Rendez-Vous di Roma (rassegna del nuovo cinema francese, tenutasi al Cinema Nuovo Sacher, a cura dell’Ambasciata di Francia), “Il Mohicano” arriva nei cinema italiani dall’8 maggio in versione originale francese-corso con sottotitoli italiani.
Film di alta qualità e particolare originalità, è difficilmente collocabile all’interno di un genere. Presentato a noi della stampa come un thriller western dal ritmo incalzante, un potente film politico, un inno alla libertà ed alla difesa del territorio e delle tradizioni, è in effetti tutto questo, ma anche molto altro: un manifesto contro tutte le mafie; post-moderno western d’essai, una forma di western che si interseca costantemente con il miglior ‘cinema d’autore’.
Il protagonista Alexis Manenti interpreta uno degli ultimi pastori di capre sul litorale della Corsica, che si oppone con tutte le sue forze alla minaccia della mafia che vuole acquistare la sua terra per realizzare un progetto immobiliare, un uomo disposto a sacrificare la propria libertà pur di preservare i suoi ideali. Dopo aver involontariamente ucciso l’uomo mandato ad intimidirlo, diventa vittima di una spietata caccia all’uomo che si svolge dalle estremità meridionali a quelle settentrionali della Corsica, in piena estate. Con il passare dei giorni la leggenda di Joseph si diffonde in tutta l’isola grazie alla nipote (interpretata da Mara Taquin), diventando simbolo di una resistenza prima ritenuta impossibile. Completano il cast Théo Frimigacci, Paul Garatte e Marie-Pierre Nouveau.
Una dichiarazione del regista durante il recente festival Rendez-Vous: «Joseph viene braccato perché dice no alla speculazione, no alla cementificazione delle coste, no alla mafia. Non agisce per coraggio o per prendere una posizione politica. Agisce per istinto di sopravvivenza, per dare al suo territorio ed alla sua identità un po’ più di tempo. È l’ultimo dei Mohicani. In un mondo dominato dagli interessi economici, il suo destino è prevedibile: è destinato a scomparire e a essere rapidamente dimenticato. A meno che, naturalmente, la sua resistenza non lo trasformi in leggenda». E ancora: «Questo film per me parla della lotta di classe tra un proletariato rurale ed un ultraliberalismo che spazza via tutto sul suo passaggio e che ha solo delle preoccupazioni a breve termine e legate al denaro. Ovviamente, uno dei sintomi del capitalismo per me è la mafia. Era importante anche per me trattare questo aspetto, facendo attenzione a non romanticizzare la figura del criminale».
Come detto, ottimi script e regia, così come la prova magistrale del protagonista (in ogni caso, molto bene tutto il cast). Ma va anche menzionata una splendida fotografia che rende al meglio luoghi incantevoli, così come merita un plauso il montaggio.
Assolutamente da non perdere, da giovedì prossimo, per il pubblico composto da cinefili attenti e sempre alla ricerca di un inatteso gioiello.
Franco Baccarini