In questa puntata speciale tramutata in un talk show, il noto giornalista Attilio Romita asserisce che il suo sogno costruito sicuramente è stato quello in cui ha iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo, e che come modello ideale aveva Michele Cucuzza, considerato da lui un’auturotà morale nella conduzione. Questo sogno tornava in lui continuamente e anche se continuava ad essere un giornalista di tg di provincia, iniziava a pensare che non l’avrebbe mai realizzato e invece è arrivato al tg2 realizzando finalmente il suo grande sogno. Ma una battuta d’arresto ci fu quando venne sospeso dal direttore dalla conduzione del tg, per evitare che passasse dal tg2 al tg1 Attilio ricorda quel periodo pieno di incubi costanti in cui conduceva un tg al buio, svegliandosi sudato al mattino. A questo punto la conversazione si sposta sul tema del giorno: artisti impoveriti e intelligenza artificiale nel mondo dello spettacolo e non solo A tal proposito Romita riporta il caso di Paolo Guzzanti il quale seppur con una pensione più che dignitosa che potrebbe far campare 4 famiglie, piange miseria, cosi come altri esempi come la stessa Marina Larosa che guadagnava circa 20.000 euro a serata ma che ha sperperato tutto. Attilio asserisce che il segreto sta nel saper dare il giusto valore ai soldi e di saperli mettere da parte perché non possono essere così facili per tutta la vita. Chi non lo fa sostiene Attilio èl’unico responsabile della sua rovina economica. Il conduttore accoglie a questo punto Sara Ferranti, doppiatrice mediaset conosciuta per aver doppiato la protagonista della serie evento di canale 5 ENDESSLOVE introducendo il tema dell’AI e del fenomeno ormai devastante che riguarda la vita di tutti noi e anche il mondo del doppiaggio. Sara riporta la battaglia messa in atto per tutelare i diritti dei doppiatori asserendo che in oltre 30 paesi si sono uniti per evitare di essere soppiantati, firmando una clausola che impedisce all’AI di sostituire la loro voce. Ci sono stati anche casi di diffide nei confronti di persone comuni che hanno doppiato per semplice divertimento un cartone animato, per far capire loro che questo non si fa. Ci vorrebbe una legge dice Sara, altrimenti si parla di un vero e proprio furto e soprattutto il consenso del doppiatore. Sopraggiunge la conduttrice tv Daria Graziosi di tvcentromarche, la quale sostiene che non si può sostituire il pathos e la forza emotiva che solo una voce umana riesce a trasmettere al pubblico a casa.
All’AI manca l’anima afferma Daria, e il doppiaggio italiano migliore al mondo dev’essere valorizzato dove in altri paesi invece vige il sistema dei sottotitoli. A questo punto Attilio Romita riprende la parola per parlare anche di questo fenomeno dell’AI nel campo del giornalismo difendendo i conduttori dei tg che rischiano di essere soppiantati da una figura costruita ad arte, perfetta ma finta. E l’anima? E l’uomo? Va bene l’innovazione dice Attilio, ma l’anima non va tolta a nessuno asserendo che il furto della voce va denunciato e condannato assolutamente. Pertanto andrebbero scritte delle leggi per salvaguardare il ruolo dei professionisti, le macchine non possono e non devono sostituire l’uomo. A fine puntata la psicologa Paola Massafra focalizza l’attenzione definendo l’AI un vero e proprio terremoto emotivo che cancella il senso stesso del mestiere dell’artista con conseguente perdità di identità e di autostima. Le voci simulate e articificiali possono rendere il genere umano pià freddo e meno empatico. L’arte è connessa all’umanità e senza emozione anche la voce pià perfetta non dice nulla. A fine puntata Daria Graziosi afferma di aver realizzato il suo sogno di avere un suo programma tv con Salvatore Sposito mentre a Sara il conduttore chiede il suo sogno ostruito. La doppiatrice risponde che non essendo figlia d’arte ha costruito con impegno e sudore il suo sogno di diventare doppiatrice tramutandolo da ostruito in costruito e per questa ragione lotterà per difendere il suo lavoro fino alla fine.
Vito Camposeo