Roma, Teatro Spazio 18B, dal 29 maggio all’1 giugno 2025
E’ un’esperienza tanto suggestiva quanto poetica e ricca di profondità lo spettacolo con cui chiude la stagione il Teatro Spazio 18B a Garbatella, dal 29 maggio all’1 giugno. Immortali, scritto magistralmente da Arianna Cozzi e dalla stessa interpretato insieme ad Alessio Antelmi (in coppia anche alla regia), è stata l’ennesima bella sorpresa che, lo ribadirò sempre, solo nei piccoli teatri off ormai si può scovare. Una coppia particolare, insieme da secoli nel vero senso della parola, affronta la decisione drammatica di lui di porre fine alla sua esistenza divenuta immortale per dono di lei nella prima metà del 1300. Insostenibile, ormai, l’esistenza eterna condannata a veder finire tutto intorno a sé, in un loop sempre uguale. Due umanità diverse, unite da un amore autentico, danno vita ad un serrato duello dialettico sul senso della vita e della morte, sulle implicazioni dell’una e dell’altra. Esistere, essere, per cosa, per chi? Il senso di colpa, lasciare l’altro da solo, andarsene per sempre, spezzare le catene dell’immortalità. Il possesso della vita, dell’altro, recriminazioni, il senso dell’esistere e del finire. La richiesta di un ultimo dono difficile da accettare. Tutto con un’intensità di scrittura ed interpretativa davvero affascinanti.
La scrittura di Arianna Cozzi nel suo Immortali è tra le cose più belle apprezzate in questa stagione teatrale, senza ombra di dubbio. Lontana dallo scontato, dal prevedibile, con un ritmo sincopato che mi ha ricordato la drammaturgia di un mostro sacro come Mamet, entusiasmante. La brevità dei periodi, l’incastro perfetto nei dialoghi, la ripetitività di alcuni concetti, vanno a formare una sinfonia a cui bisogna lasciarsi andare per poterla apprezzare fino in fondo. Altrettanto bella la prova di entrambi gli attori in scena. Arianna stessa e Alessio Antelmi hanno fornito una prova molto convincente, credibile, potente, facendosi interpreti assoluti di un “non tempo” in un allestimento scenico raffinato. Una di quelle serate che, ogni tanto mi accade, fanno riscoprire la magia del teatro e il motivo per cui me ne innamorai tanti anni fa. Chapeau!
Paolo Leone