Gli “Anni ‘80” secondo Davide Melis

Data:

 

Con “Anni ‘80” e con un nuovo videoclip torna in radio e TV il cantautore Davide Melis, dopo il successo del singolo “Secondo Me(lis)”, brano di lancio dell’omonimo album, che ha riscosso ampi consensi dal pubblico e addetti ai lavori tanto da essere pubblicato su testate di prestigio quali Il sole 24 ore, Fanpage, il Tempo, QN, Libero quotidiano e tanti altri.  Il brano, arrangiato da Edoardo Bruni, si muove tra synth vintage, groove elettronici e “cori da walkman impolverato”. Un sound capace di evocare le atmosfere di Gazebo, Cecchetto, Sandy Marton e delle sigle dei cartoni animati pomeridiani, senza mai cadere nella parodia.

Ma “Anni ‘80” non è un semplice omaggio a uno dei decenni più iconici nell’immaginario collettivo, è  un viaggio sonoro e visivo nel tempo,  una sorta di dichiarazione d’identità: il racconto di una giovinezza fragile e ribelle, incorniciata da poster di Madonna, juke-box, discomusic, luna park e da uno di quei luoghi di ritrovo che segnavano la quotidianità di ogni compagnia giovanile negli anni ’80 rappresentato, in questo caso, dal “Bar 2000”, realmente esistito e oggi divenuto simbolo evocativo di quel periodo. Un mood che il videoclip riprende e traduce in immagini: firmato dal regista Matteo Sambero, è un trip visivo tra polaroid animate, neon intermittenti, cabine telefoniche, joystick e citazioni pop, un viaggio tra immagini iconiche degli anni ’80 e spezzoni più intimi, tratti dai VHS personali dell’artista: reliquie preziose per chi ha vissuto quegli anni e affascinanti curiosità per chi non li ha mai conosciuti davvero.  Ne abbiamo parlato con Davide.

Come nasce “Anni ’80”?

Se Secondo Me(lis) è – per citare Magritte – un album che non è solo un album, ma piuttosto un autoritratto filosofico in forma pop, allora Anni ’80 ne rappresenta la fotografia più sincera, affettuosa e spudorata. Pur essendo il secondo singolo pubblicato dopo l’uscita dell’album, avvenuta esattamente un anno fa, sento che Anni ’80 potrebbe rappresentare l’ultimo tassello di un percorso iniziato molto prima, con l’uscita di brani come Molte Multe, Miracolo Vivente, Generazione CoviX e Luna Park: non semplici anteprime, ma tappe concettuali.
In questo senso, Anni ’80 chiude il cerchio: un brano che arriva dopo tutto, ma che in qualche modo era già dentro tutto. Anni ’80 nasce come omaggio, ma si trasforma presto in qualcosa di più intimo: il mio modo di ridare senso a un’epoca che mi ha formato, senza indulgere nella nostalgia da museo. Racconta una giovinezza dolceamara, un po’ incosciente, ma profondamente autentica: quella dei bar di provincia come il mio “Bar 2000”, dei juke-box graffiati, delle partite a calcio la domenica mattina e degli appuntamenti dati “a voce”, senza notifiche né geolocalizzazioni. Una realtà fatta di piazze, parchetti, amici veri e silenzi che avevano un peso, non da riempire ma da vivere.

Lo stesso videoclip, https://www.youtube.com/watch?v=TaLjZj8LZNA diretto da Matteo Sambero, è una miscela ben calibrata di tutto: memorie personali, estetica anni ’80 e tecnologia di oggi. Polaroid animate, Commodore 64, TV a tubo catodico, vecchi spezzoni dei miei VHS… e un tocco di intelligenza artificiale che dà vita a una mia foto da ragazzo, trasformandola in qualcosa di nuovo. Non per puro effetto speciale, ma per fondere passato e presente, analogico e digitale, in un piccolo esperimento di memoria aumentata.

C’è l’idea – forse un po’ folle ma sincera – che il me stesso di allora possa parlare a chi quegli anni non li ha vissuti, raccontando una storia semplice e incredibilmente vera. Anni talmente belli da vivere… che sono anche gli unici in cui mi piacerebbe davvero tornare.

Tengo molto a ricordare, in merito a questo mio ultimo lavoro, che ho voluto dedicare il videoclip a Fulvio Borro, mio storico fotografo, che con la sua macchina fermava il tempo… anche quello che adesso ci manca. Amico caro e occhio sensibile dietro le foto del booklet. Se n’è andato da poco, ma certe presenze restano anche quando non le vedi più.

 

E dopo “Anni ‘80”?

Dopo “Anni ‘80”, ma anche adesso, sto lavorando a quello che potremmo definire il suo seguito spirituale. Ho già scritto quasi tutti i nuovi brani e ho da poco iniziato la realizzazione del mio terzo album in studio, insieme al nuovo produttore artistico Luca Balduzzi. L’uscita dell’album è prevista per il 2027, ma il primo singolo arriverà sicuramente entro i primi mesi del prossimo anno. Parallelamente sto lavorando ad un format live che unisca musica, trasformismo e narrazione: un set acustico in cui ogni brano diventa anche un frammento teatrale, un personaggio, una piccola scena che prende vita.  Per il resto, anche quando sembra che non stia succedendo nulla, c’è sempre una nuova canzone che sta cercando di nascere… o una vecchia idea pronta a ritornare attuale, a volte quasi per caso. Un po’ come gli anni ’80.

Ph. Fulvio Borro

 

www.davidemelis.it

https://open.spotify.com/artist/3hgchVhmsxdpPF2AZkaRaw

http://www.facebook.com/davidemelis.it

http://www.youtube.com/user/davidemelisart

http://instagram.com/davide_melis_official

 

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati

“Tamerlano” o l’arte della guerra

Al Teatro Verga di Catania, fino al 18 marzo Dopo...

“Ballando con le stelle” torna stasera su Rai 1

Ballerini per una notte Fabio Caressa e Benedetta Parodi Tornano...

Boston Marriage, “Un testo di Mamet brioso ed avvincente”

In scena al Teatro Dante Alighieri di Ravenna dal...