Si sa come il cinema italiano sia stato grande fonte di ispirazione per tanti registi stranieri, ma è altrettanto noto il contrario perché il film di cui leggerete oggi è un chiaro riferimento, seppur mai documentato, del celeberrimo “Quella sporca dozzina“.
“ Eroi all’ inferno “è un film del 1973, che uscirà nelle sale cinematografiche il 27 novembre del 1974, di Aristide Massaccesi, che in questo film si firma con lo pseudonimo di Michael Wotruba, ma che al grande pubblico è noto con lo pseudonimo di Joe D’ Amato, famoso per aver girato lungometraggi che, col tempo, sono diventati dei veri e propri cult come la serie, dalla seconda pellicola, di Emanuelle, interpretata da Laura Gemser, e poi film di genere porno/storico/horror, western comici, veri e propri porno ed anche film più “ impegnati “, come è il caso di “ Eroi all’ inferno “.
Il film, per quanto non si possa di certo paragonare a “ Quella sporca dozzina “, per quanto sia stato ampiamente stroncato dalla critica feroce dell’ epoca perchè i film di genere si sa come in Italia non siano mai stati particolarmente apprezzati, e vai a sapere il perchè, come se i grandi film fossero stati girati solo da De Sica, Rossellini, Bolognini, Visconti, etc etc etc, è sicuramente godibile e presenta anche un cast, per l’ epoca, di rilievo, considerando anche il risibile budget che questi film avevano a disposizione, su tutti Klaus Kinski ed Ettore Manni, ormai questo nella fase finale della sua carriera ma ancora capace di regalare interpretazioni più che dignitose.
Il film parla di un manipolo di “ raccattati “ durante la Seconda Guerra Mondiale, che si trova dentro un campo di concentramento, che viene reclutato per compiere una vera e propria “ Mission Impossible “, ovverosia catturare un generale tedesco, Kaufmann, interpretato dal diabolico Klaus Kinski, che comparirà solo nel finale del film. A capo di questa banda di “ desperados “,si trova il bieco, alcolizzato e truce Bakara che organizza la missione fingendo di avere un appestato nel gruppo e chiedendo ai tedeschi di essere trasferiti in un altro campo con questi che, però, pianificano di ucciderli, ma i nostri eroi riusciranno a fuggire ed a condurre in posto la missione non senza perdite, esplosioni e con un finale che vede Bakara pensieroso, con vari flashback che gli si presentano in frazioni infinite di secondo, a bordo di una camionetta con un partigiano francese e con il Generale Kaufmann fatto prigioniero. Durante il film, per non farlo durare quanto un cortometraggio, si vedono alcune scene di guerra reale in bianco e nero tratte dalla Seconda Guerra Mondiale con scene di bombardamenti a terra e scontri aerei.
Grande merito a Massaccesi nell’ aver girato un film più che dignitoso con poco materiale a disposizione, un cast ridotto, con un Klaus Kinski sempre di poche parole ma, come di consueto, memorabile solamente per le sue espressioni facciali, ed un Ettore Manni, nei panni del giustiziere solitario, che sparò molto bene le sue ultime cartucce.
Stefano Bertini