Dal 2 maggio 2025 è in rotazione radiofonica Senza far rumore, il nuovo singolo di Roberta Faccani, disponibile anche in streaming dal 9 maggio. Il brano segna il ritorno discografico della cantautrice marchigiana con una ballad intensa e toccante, dedicata alla memoria di Giancarlo Golzi, storico fondatore e batterista dei Matia Bazar, a dieci anni dalla sua scomparsa. Scritto interamente da Roberta Faccani e composto insieme a Giordano Tittarelli, Senza far rumore è un tributo delicato e personale, nato dal desiderio di rendere omaggio a una figura che ha avuto un ruolo determinante nella sua vita artistica e umana. Fu proprio Golzi, nel 2004, a volerla fortemente come voce solista della band genovese, intuendo in lei un’energia espressiva capace di rinnovare il gruppo. Da quell’incontro nacque un sodalizio profondo: con i Matia Bazar Roberta partecipa al Festival di Sanremo nel 2005 con Grido d’amore, pubblica tre album e un DVD, rimanendo nella formazione fino al 2010. Cantautrice, attrice, performer, presentatrice, vocal coach e produttrice discografica, Roberta Faccani è una figura poliedrica e completa del panorama artistico italiano. Originaria di Ancona, vanta oltre trent’anni di carriera nazionale e internazionale. Debutta negli anni ’90 come vocalist e corista per grandi nomi come Paola Turci, Adriano Celentano e Ornella Vanoni. Nel 2000 esce Rido, il suo primo singolo da cantautrice, che inaugura un percorso musicale ricco di sfumature e riconoscimenti. Ha calcato i palcoscenici dei più importanti musical italiani – da Rent a Pinocchio, da Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo a Zerovskij – Solo per amore con Renato Zero – ed è oggi anche una stimata docente di canto. Con Senza far rumore, Roberta intreccia ancora una volta musica e sentimento, arte e memoria, per restituire voce a un “addio mancato” che continua a vivere nel silenzio, nel rispetto e nella gratitudine. Ma lasciamo che sia lei a raccontarci di più.
Ciao Roberta, bentrovata al Corriere dello Spettacolo. È un grande piacere poterti incontrare e intervistare. Permettimi di cominciare con un sentito complimento: Senza far rumore è un brano davvero intenso, carico di emozione, con un testo che tocca il cuore e una melodia elegante e sincera. Roberta, questo nuovo singolo rappresenta per te un ritorno alla musica e, soprattutto, un omaggio profondo a Giancarlo Golzi. Come nasce questo brano e cosa ha significato per te scriverlo?
Senza far rumore è un brano che nasce cinque anni fa, ho composto prima la musica e poi ho composto il testo, in cui ogni parola è rivolta al maestro Giancarlo Golzi batterista storico dei Matia bazar che mi vuole come nuova voce nel gruppo dal 2004-2010 che mi ha lasciato un vuoto perchè come tu sai è morto prematuramente. Avevo il desiderio di consegnarli tutta la gratitudine, rispetto, devozione a una persona meravigliosa a cui devo molto. La stessa che mi ha insegnato molto dal punto di vista umano oltre che professionale.
Non ho avuto mai il piacere di conoscere e parlare a Giancarlo Golzi ma credo che sia stato un grande artista, e soprattutto da come ne parli – ma non avevo dubbi – era anche una grande persona umana. Come lo ricordi artisticamente e come persona?
Giancarlo, era un artista meraviglioso, un grande batterista prima di tutto, sul palco era un colosso, tu sai che i batteristi sul palco stanno dietro ma Giancarlo aveva un grande peso. E poi era un bravo manager, un uomo diplomatico, un uomo che parla poco, diceva sempre cose sagge quando parlava ed era una persona speciale, per me è stato uno zio, mi volle all’interno del gruppo, mi diceva sempre “sei come una nipote” e all’interno del gruppo – tu lo sai – è stato una figura importante, centrale fino alla sua morte. Ha lasciato una eredità importante a tutti noi che abbiamo fatto parte del gruppo. In particolar modo, a me lui voleva un cambiamento verso la modernità e rompere con i dilemmi passati e guardare il futuro. Mi ha insegnato tanto, tra le tante cose a essere diplomatica, a essere molto più attenta, equilibrata nel rapportami nel difficile mondo dello spettacolo.
Tu hai un percorso artistico davvero ricchissimo: sei cantautrice, attrice, performer, presentatrice, vocal coach e produttrice discografica. Insegni canto pop-rock e hai lavorato anche al Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone. Hai ideato La Fabbrica del Cantante-Attore, un format originale che fonde musica e recitazione, e fai parte del corpo docenti della piattaforma online MusicLife.Live. Nel 2021 hai anche curato un prestigioso webinar internazionale con Steve Lukather, fondatore dei leggendari Toto. Sei sempre molto attenta alla formazione e ai giovani talenti: ti vediamo spesso come docente e giurata nei principali concorsi canori italiani. Insomma, hai fatto davvero tantissime cose belle e importanti nel mondo della musica, a 360 gradi. E allora ti chiedo: Se potessi tornare indietro, rifaresti tutto? C’è un’esperienza, tra tutte quelle che hai vissuto, che ti ha dato – o ti dà ancora oggi – più gioia? E ai tuoi allievi, che si affacciano al mondo della musica e dello spettacolo, cosa cerchi davvero di insegnare? Qual è il messaggio più importante che senti di voler lasciare loro?
Guarda, tutto quello che ho fatto mi è piaciuto. Oggi sono tornata alla discografia, ma non escludo affatto un ritorno sul palcoscenico teatrale, o in altri ambiti. Devo dire, però, che insegnare è una delle cose che mi dà più gioia. È davvero bellissimo. Oggi ho anche una mia scuola, si chiama La Fabbrica del Cantante-Attore, nelle Marche. Lì cerco di donare tutto quello che ho imparato in trent’anni di carriera. Mi piace anche produrre: se vedo un progetto valido, mi butto. Lavorare con i giovani mi entusiasma, anche perché oggi fanno davvero fatica a trovare uno spazio. Cerco di trasmettere loro non solo la tecnica e la passione, ma soprattutto il valore della professionalità. Sai, fare “l’artista” – o meglio ancora, fare la professione artistica – secondo me è qualcosa che si costruisce nel tempo. E sono gli altri, non tu, a decidere se sei davvero un’artista. Il punto è riuscire a fare le cose bene, portando il proprio lavoro a un livello sempre più alto. Il miglioramento continuo, la ricerca della qualità e dell’autenticità: è da lì che può nascere anche il riconoscimento del pubblico. La fama può arrivare, certo, ma non è tutto. Non sempre essere primi in classifica significa aver realizzato tutti i propri sogni. Personalmente, preferisco costruire una carriera fatta di tante cose di qualità, piuttosto che puntare sulla quantità o sull’essere sempre presenti ovunque, a ogni costo.
Nel 2005 sei salita sul palco di Sanremo con i Matia Bazar, portando il brano Grido d’amore. Hai mai pensato di tornarci, magari con un tuo progetto da solista?
In gara a Sanremo sono stata una sola volta, nel 2005, con i Matia Bazar e il brano Grido d’amore. Ma in realtà ho calcato quel palco anche prima, come ospite insieme all’intero cast di Pinocchio – Il grande musical, e ci sono tornata successivamente con Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo. Insomma, ho vissuto Sanremo sia da cantante che da performer teatrale. E sì, ci tornerei volentieri… ma solo se avessi davvero qualcosa di interessante da presentare.
Dopo il lancio di Senza far rumore, quali progetti hai in programma?
Il primo progetto è, come sempre, quello di partire in tour: tornare nelle piazze, proprio come faccio da tantissimi anni, portando i miei Concetti Live insieme alla mia band. È per me un grande onore incontrare di persona il pubblico che mi segue da sempre e continua a dimostrarmi il suo affetto e la sua presenza con immensa generosità.
Questa era l’ultima domanda, e con il cuore colmo di emozione voglio ringraziarti sinceramente per questa intervista e per avermi regalato un momento così speciale. Ti ammiro profondamente e ti auguro con tutto me stesso che il tuo lavoro continui a crescere e a illuminare la vita di chi ti ascolta, che la tua arte possa continuare a toccare e ispirare tante persone, proprio come ha fatto con me.
Grazie a te, Giuseppe, è stato davvero un piacere. Un caro saluto a te, a tutta la redazione del Corriere dello Spettacolo e a tutto il pubblico che vi segue con affetto.
Giuseppe Sanfilippo