Giulia Jasmine Bottarel: obiettivo professionalità

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Il suo percorso fotografico l’ha portata a scattare in un luogo incantevole come il Canal Grande di Venezia, il suo trasferimento in quel di Milano invece le ha restituito l’entusiasmo di mettersi in gioco sul set. Giulia Jasmine racconta il suo percorso che spazia dall’immagine al bancone del bar.

Partiamo dal principio: sei barman e proprio grazie a questo lavoro a Milano sei entrata nel mondo della fotografia. Ci racconti come è avvenuto questo passaggio?

È stato un percorso abbastanza naturale, seppur inaspettato. Ho iniziato a ballare, un’esperienza che mi ha aiutato molto a livello di autostima. Poi, grazie ad alcune amicizie nate in quell’ambito, mi sono avvicinata al mondo della fotografia. Il mio lavoro da barman a Milano mi ha dato l’opportunità di incontrare persone e situazioni che mi hanno poi spinto verso questa nuova passione, diventata poi una vera e propria strada professionale.

Hai avuto modo di collaborare con fotografi di spicco, anche a livello nazionale. Qual è stato l’impatto di queste esperienze sul tuo percorso?

È stato un impatto enorme e molto positivo. Poter lavorare al fianco di professionisti così rinomati, soprattutto quando ero ancora alle prime armi, è stato uno sprone incredibile. Ogni collaborazione mi ha insegnato qualcosa di nuovo e mi ha convinta a proseguire su questa strada, facendomi capire che ero sulla giusta direzione.

Hai sottolineato come tutto ciò che hai ottenuto te lo sei guadagnato, senza scorciatoie. Questa mentalità ti ha portato a una riflessione sul percorso intrapreso. Ci puoi spiegare meglio?

Assolutamente. Sono convinta che la vera crescita arrivi solo attraverso l’impegno e la dedizione. Vedere i risultati dei miei sforzi mi ha riempito di orgoglio, ma mi ha anche fatto riflettere sull’importanza di non cedere a facili scorciatoie. Questo approccio, a volte più faticoso, è quello che mi ha permesso di costruire una base solida e autentica per la mia carriera. Dopo un periodo di alti e bassi, ho deciso di rituffarmi con ancora più energia nel mondo della fotografia, anche grazie a Milano, una città che mi trasmette grande energia e fiducia.

Nel tuo ruolo di fotomodella hai realizzato pochi shooting, ma li definisci “tutti buoni, anzi buonissimi”. C’è un’esperienza che ti ha particolarmente segnato?

Sì, ogni shooting è stato significativo, ma ne ricordo uno in particolare sul Canal Grande a Venezia. Era nato per caso, per sponsorizzare il mondo nautico. Mi sono trovata a scattare con diversi gradi sotto zero, mettendomi a nudo in un contesto unico. Ho capito quanto sia impegnativo, sia fisicamente che psicologicamente, il lavoro della fotomodella, ma ho anche vissuto esperienze davvero esclusive, collaborando anche con brand di abbigliamento e intimo.

La fotografia è parte di te, ma ami anche prenderti i tuoi spazi. Ti vediamo spesso immersa nella natura. C’è un legame particolare tra la natura e la tua arte?

Assolutamente sì. La natura per me è una fonte inesauribile di pace e armonia. Adoro gli alberi, l’acqua… sono luoghi in cui ritrovo equilibrio. Mi diverto anche a creare fotografie che siano profondamente connesse con questi ambienti, perché sento che riflettono una parte autentica di me e dei miei valori.

Hai dei valori molto forti, sei selettiva nelle relazioni e dici di non riuscire a mentire. Come si riflette tutto questo nella tua professione e nella tua immagine pubblica?

Si riflette nel mio modo di pormi: voglio apparire sempre e solo professionale, soprattutto nell’ambito lavorativo. Per me è fondamentale tenere ben separata la vita privata da quella lavorativa. Credo fermamente che mostrare la propria professionalità abbia un valore molto più grande rispetto alla sola fisicità. La mia spontaneità e la mia onestà si esprimono nel mio lavoro attraverso la trasparenza e la serietà con cui affronto ogni progetto.

Hai partecipato al programma TV “Avanti un altro” di Paolo Bonolis. Che esperienza è stata e cosa ti ha lasciato?

È stata un’esperienza incredibile e completamente diversa da tutto ciò che avevo fatto prima. Volevo mettermi alla prova su un palcoscenico inusuale, sapendo che milioni di persone mi avrebbero guardata. Non è stato facile, ma ho superato le mie paure e ho tirato fuori tutta la mia grinta. È stato un modo per uscire dagli schemi e vivere qualcosa di davvero unico.

Per concludere, usi i social come una vetrina professionale. Qual è il tuo obiettivo in questo senso?

I social per me sono uno strumento di lavoro, la vetrina in cui racconto il mio percorso artistico e fotografico. Non sono un diario personale, ma piuttosto uno spazio dove mostrare la mia evoluzione professionale e i progetti che realizzo. È lì che costruisco la mia immagine pubblica nel settore della fotografia.

Manuele Pereira

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