Tra breve… ammesso ma non concesso per il clima, ci sarà un’annata eccezionale per viticultori… meno lo è stata per la frutta a causa di grandinate inaspettate che dire allora della verdura… con mancanza di acqua, seguirà poi il periodo della raccolta dei funghi nostrani, quelli che sanno del caratteristico odore di miceti, colti a Km zero! Di questi, gradirei parlarvi non di un porcino, questo lo faremo a seguito, farà piacere sapere ai raccoglitori e non del fungo più “grande chiodino” esemplare di Armillaria ostoyae della famiglia delle Physalacriaceae, scoperto nel 1998 nella foresta dell’Oregon orientale, peso stimato tra le 6,800 e le 31.750 tonnellate tenendo in considerazione l’estensione delle radici colonizzando circa 965 ettari da un unico fungino con un’età stimata tra i duemila e ottomila anni… oltre essere uno degli organismi più grandi sulla Terra… anche quello più antico! Il chiodino pur non essendo frutto o verdura appartiene al regno biologico degli ortaggi questo per fare nessuna distinzione tra le casistiche… A chi non piacerebbe trovare un Boletus edulis, termine scientifico… scoprirne uno come quello rinvenuto a Monteforte Irpino di quasi 5 chili, la sorpresa invece (Sospettabile) la troviamo nella notizia in questo rinvenimento gigante di Montevergine, nome scientifico Boletus aestivalis gigantis (Dicono commestibile), il suo peso supera i duecento chili, destando meraviglia non solo tra gli abitanti del luogo. Un fatto simile, potrebbe entrare facilmente nel “Guinness dei Primati” purtroppo per convalidare l’enormità del fatto e non trovando alcun cenno che giustifichi realmente la notizia… si presume che potrebbe essere una di quelle Fake estive per farsi una ricca risata!
Questo che stiamo per raccontare non è certamente una baggianata, è risaputo con notizia quasi certa sugli incidenti causati dai funghi, ogni anno tanto da non essere più una novità su chi per diletto raccoglie questo micelio, nella stragrande maggioranza i funghi sono più o meno tossici… uno in particolare è la fotocopia del porcino, porta un nome che la dice lunga: Amanita phalloide, detta anche Tignosa verdognola, il semplice tocco può portare a morte certa, non essendoci antidoto! Cucinata insieme ad altri funghi, questi con la cottura perdono la loro tossicità, nel suo caso il veleno rimane, si è fortunati (si fa per dire), se si riesce a sopravvivere ai suoi effetti mortali, lascia comunque danni irreversibili al fegato con conseguenze disastrose per il corpo umano, non per niente viene chiamata: Angelo della Morte o Ovulo bastardo.
Comunque sia i cercatori (quelli esperti) continuano a raccoglierli usando accortezze e senza recare danno al fungo nella raccolta e alla natura circostante, mentre un consiglio spassionato agli appassionati di funghi, è quello di comperarli dal vostro ortofrutticolo, oppure dopo averli raccolti andate a farli analizzare… eviterete seri guai!
Daniele Giordano

