Dajana – tra musica e spiritualità
Dajana è un’artista e una donna che vive e racconta la propria essenza attraverso due dimensioni apparentemente distanti, ma in realtà profondamente connesse: la musica e la spiritualità.
Con un percorso musicale che abbraccia le sonorità pop e jazz, Dajana porta sul palco la forza della sua voce e la delicatezza della sua interpretazione. Le sue performance sono un incontro tra eleganza e autenticità, capaci di emozionare e coinvolgere, fondendo tecnica e passione in ogni nota.
Accanto al suo cammino artistico, Dajana coltiva e condivide un percorso spirituale fatto di ricerca interiore, consapevolezza e connessione con l’essenza più profonda della vita. Un viaggio che diventa anche missione: ispirare chi la segue a riscoprire sé stesso, a vivere con più armonia e a lasciarsi guidare da un’energia positiva e luminosa.
Testimonianza viva di questo legame profondo tra arte e fede è la Tesi che ha recentemente dedicato a Dio, frutto di una forte conversazione interiore e di una consapevolezza spirituale sempre più radicata. Questo momento di riflessione ha coinciso con un ritorno importante: Dajana ha infatti ritrovato i suoi compagni di sempre, i musicisti a lei tanto cari, con cui ha riacceso il fuoco della condivisione e della creazione musicale.
Il 2 agosto, un altro momento speciale: Dajana sarà nella Capitale per cantare a Tor Vergata davanti ai giovani di tutto il mondo ed a Papa Leone, portando la sua voce e il suo messaggio in un contesto di profonda spiritualità e comunione.
Nel frattempo, ha preso il via anche un nuovo progetto pop jazz che segna l’inizio di un percorso musicale ancora più personale e ispirato. Il primo singolo, dal titolo “Restiamo amici”, è già pronto a farsi ascoltare, racchiudendo tutta l’intensità emotiva e la sincerità che da sempre caratterizzano l’arte di Dajana.
La sua forza sta proprio nell’unire questi due mondi: sul palco e fuori Dajana è la stessa persona — intensa, autentica, generosa. Ogni progetto, sia musicale che spirituale, nasce da un desiderio sincero di comunicare, unire e far vibrare le emozioni.
Oggi Dajana è pronta a condividere con un pubblico sempre più ampio la sua voce e la sua visione, offrendo non solo musica, ma anche esperienze di crescita, di bellezza e di ispirazione.
INTERVISTA A DAJANA – LA MUSICA COME PONTE TRA FEDE E GIOVANI
Dajana, il 2 agosto sarai protagonista di un evento davvero speciale: canterai per il Santo Padre, cosa rappresenta per te questa esperienza?
“È un onore immenso, uno di quei momenti che segnano il cuore per sempre. Essere chiamata a cantare davanti a milioni di giovani ed a Papa Leone è per me una chiamata non solo artistica, ma profondamente spirituale. È un dono, ed allo stesso tempo una responsabilità”.
Qual è la sua importanza nel tuo cammino privato e professionale?
“Il 2 agosto 2025 parteciperò a Tor Vergata alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG 2025), un evento di grande rilevanza che conclude ufficialmente il Giubileo dei Giovani. Si terrà a Tor Vergata, a Roma, e accoglierà oltre un milione di giovani provenienti da tutto il mondo, in un’occasione unica di fede, incontro e condivisione. Per me è un onore immenso. Mi sento una miracolata. Ringrazio Dio per tutto ciò che mi offre quotidianamente”.
Come è nata questa opportunità?
“Quasi in punta di piedi, attraverso una rete di persone splendide che hanno creduto nella mia musica e nel mio messaggio. Quando mi è arrivata la conferma ufficiale, ho provato una gratitudine difficile da esprimere a parole. È come se tutto il mio percorso, anche quello più intimo e spirituale, avesse trovato una forma concreta”.
Hai detto spesso che la musica per te è preghiera. Ciò si si riflette nella tua partecipazione all’evento più atteso dell’estate?
“Assolutamente sì. Quando canto, specialmente in contesti come questo, la voce diventa un canale. È come se ogni nota fosse una parola non detta, una connessione diretta con l’anima. A Roma, dinnanzi al Pontefice, porterò questo spirito: non semplicemente una performance, ma una preghiera condivisa con migliaia di giovani”.
Che brani canterai alla presenza del Pontefice?
“Senza anticipare troppo, posso dire che sarà un repertorio che unisce profondità spirituale e linguaggio musicale accessibile. Ho scelto canzoni che parlano di amore, di pace, di amicizia vera – valori universali che parlano ai cuori, credenti e non”.
Hai preparato qualcosa di speciale per l’incontro con Papa Leone?
“Ogni gesto, ogni nota sarà speciale perché portato con umiltà e cuore. Ho un piccolo pensiero da donargli, ma credo che il dono più grande sarà quello di vivere quel momento con autenticità, portando la mia voce come simbolo di tante voci”.
Come ti stai preparando emotivamente a questo appuntamento?
“Con molta preghiera, silenzio e ascolto interiore. È un periodo intenso, ma anche molto bello. Mi sto preparando pure confrontandomi con i miei musicisti, nei confronti dei quali ho ritrovato una bellissima armonia. Questo ritorno con loro ha dato ancora più senso a tutto”.
La tua Tesi è dedicata a Dio. C’è un legame tra quel lavoro e questo evento?
“Assolutamente sì. La Tesi è stata una conversazione profonda tra me e Dio, un atto di verità. Averla scritta e poi ricevere questa chiamata è stato come un segno. Come se, affidando la mia interiorità a Lui, qualcosa si fosse aperto nel mondo anche fuori di me”.
Cosa speri arrivi ai giovani attraverso la tua voce in quella giornata?
“Spero che arrivi luce. Una luce semplice, ma forte. La musica ha il potere di toccare corde profonde, anche quando le parole mancano. Voglio che sentano che c’è bellezza in loro, e che non sono mai soli”.
Credi che oggi i giovani cerchino ancora la vera spiritualità?
“Sì, e ne sono certa. Magari in forme nuove, magari senza etichette, ma c’è una sete di verità, di autenticità, di connessione. Il compito di noi artisti è quello di non tradire questa sete, ma anzi di parlarne con onestà”.
Dopo il 2 agosto quali saranno i tuoi progetti futuri?
“Ho appena lanciato un progetto pop jazz, che sento molto mio. Il primo singolo si intitola ‘Restiamo amici’ e rappresenta un nuovo capitolo in cui metto insieme cuore, esperienza e libertà musicale. E poi… ci sono tante idee in cammino, sempre con Dio accanto”.
Se potessi riassumere in una frase cosa significa per te cantare durante l’anno giubilare, quale sarebbe?
“Cantare è portare la mia anima nuda davanti a Dio e agli altri, con la voce come unico vestito”.
Durante la tua esibizione sarai accompagnata da una figura molto speciale. Ce ne parli?
“Sì, avrò l’onore di condividere il palco con Laura Santarelli, una donna straordinaria. È la Presidente dell’Accademia Europea Sordi, performer esperta e punto di riferimento nella Lingua dei Segni Italiana (LIS). Ha ricevuto per ben quattro volte la Medaglia al Merito dal Presidente della Repubblica, un riconoscimento altissimo per il suo impegno e la sua professionalità”.
Quale sarà il suo ruolo durante la tua esibizione?
“Mentre io canterò, Laura tradurrà ogni parola e ogni emozione nella lingua dei segni, permettendo così anche al pubblico non udente di vivere pienamente il significato della musica. Sarà un momento di profonda inclusione e condivisione”.
Puoi raccontarci del tuo duetto con Erminio Sinni e della canzone “Padre Nostro”?
“Erminio Sinni duetta con me in questa canzone che ho scritto e cantato. ‘Padre Nostro’ è un lavoro molto speciale, perché ha ricevuto il riconoscimento di miglior testo cristiano a Sanremo. È una canzone che nasce dalla mia fede più profonda e dal desiderio di portare un messaggio universale di spiritualità attraverso la musica”.
Un gesto davvero significativo. Che messaggio volete trasmettere insieme?
“Vogliamo dire che la musica è di tutti. Che l’arte non ha barriere, né confini. Voce e gesto, suono e silenzio: tutto può diventare linguaggio d’anima, se lo si fa con amore e verità. Insieme, vogliamo portare un messaggio universale di pace, spiritualità e umanità”.
Qual è il significato per te di essere l’ambasciatrice ufficiale di Mary’s Meals?
Essere l’ambasciatrice ufficiale di Mary’s Meals è un grande onore e una responsabilità che porto con il cuore. Voglio usare questa voce per dare un messaggio importante al mondo: che ogni bambino merita di avere un pasto caldo e la possibilità di crescere in dignità. La fame non può essere un ostacolo al futuro, e insieme possiamo fare la differenza, un piccolo gesto alla volta”.
Come riassumeresti il tuo stato d’animo che ti pervade in questi giorni in cui i giovani hanno cominciato a “invadere” gioiosamente Roma?
“Sento tutto come non casuale. È come se tutto ciò che ho vissuto finora mi avesse condotto esattamente lì, in quel luogo, in quel tempo. Davanti ai giovani, davanti al Papa, con il cuore spalancato e la voce che porta un messaggio: che l’arte può essere luce, la musica può guarire e la vera bellezza è un riflesso dell’anima”.
Qual è l’auspicio che ti auguri venga percepito dai tuoi ascoltatori?
“Non cerco la perfezione. Cerco la verità. E la verità è che tutto quello che ho da offrire è ciò che sono: fragile, forte, libera. Con la mia voce, voglio solo dire che si può rinascere. Che si può credere. Che si può amare, anche quando tutto sembra buio. Ogni nota che canto nasce da un unico desiderio: che chi ascolta, anche solo per un attimo, si senta più vicino a sé stesso. E magari, più vicino a Dio”.
Ascoltare Dajana non significa solo sentire una voce che vibra, ma entrare in contatto con una presenza. Una presenza che non cerca di stupire, ma di arrivare, con delicatezza e verità, al cuore dell’altro.
In un tempo in cui l’apparenza spesso sovrasta l’essenza, Dajana sceglie una strada più difficile ma infinitamente più luminosa: quella della coerenza tra ciò che è e ciò che offre. La sua musica non è solo un mestiere, è un’estensione del suo cammino spirituale, una forma di preghiera in movimento.
Cantare a Tor Vergata davanti a migliaia di giovani e a Papa Leone, non è solo un traguardo artistico… è un punto d’incontro tra vocazione e missione. È la testimonianza concreta di come l’arte, quando è sincera, possa trasformarsi in servizio, in dono, in ponte tra le anime.
Dajana non interpreta un ruolo: vive una chiamata. E chi ha il privilegio di ascoltarla — dal vivo o attraverso una registrazione — percepisce subito che ogni parola, ogni nota, è figlia di un’intima verità.
In un mondo che corre, lei ci invita a fermarci. A respirare. A ricordare che la bellezza esiste ancora. E che, forse, passa proprio da lì: da una voce che nasce dal silenzio e torna a Dio.
Ilaria Solazzo
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