Corriere dello Spettacolo

53esima edizione del Premio Positano Léonide Massine

 

Gli isolotti “Li Galli”, testimoni muti della vita e le gesta di due geni della danza, Rudolf Nureyev e Léonide Massine, sembrano vegliare sull’evento solenne intitolato a quest’ultimo: il Premio Positano Léonide Massine, giunto quest’anno alla 53esima edizione. Inerti, ma forse intrisi dell’anima dei due artisti immensi, le formazioni rocciose fanno da sfondo alla storica kermesse che a fine estate anima la spiaggia grande di Positano dal 1969.

Il premio, il più antico per quanto riguarda i riconoscimenti ai grandi della danza, si presenta sempre più ricco e vario nella forma, moderno nel contenuto. Due grandi novità quest’anno: il progetto multidisciplinare “La Villa Romana si racconta”, curato da Laura Valente (già direttrice artistica del Premio dal 2016), che conferma il legame tra danza e archeologia, e il premio speciale alla Urban dance, genere inserito per la prima volta nell’ambito del più prestigioso premio di danza internazionale che è cominciato con la danza classica e si è ampliato negli anni accogliendo altri stili.

Il riconoscimento alla carriera quest’anno è stato attribuito al coreografo francese di origine albanese Angelin Prelijocaj, autore tra i più importanti sulla scena contemporanea, che ha fatto della libertà creativa il suo tratto distintivo. Coniugando rigore tecnico con una forte drammaticità espressiva, ha dato origine ad uno stile particolare, tutto suo, che lo rende riconoscibile e che ha ispirato numerosi giovani coreografi e danzatori. Il suo omaggio alla serata è stato il brano” Le Parc”, interpretato da Ksenia Shevtsova e Jakob Feyferlil, principal dancers del Balletto di Monaco di Baviera, sull’incantevole melodia del concerto n. 23 per pianoforte e orchestra KV488 di Mozart. La coreografia descrive il percorso di una storia d’amore, una schermaglia di sentimenti contrapposti, un sentiero irto di pericoli. In un singolare gioco di forme, la leggerezza del movimento, alternata ad azione brusche e fratturate, traduce il bisogno di amare ed essere amati, manifestando tutti gli aspetti della passione amorosa. Le Parc esprime il dualismo della relazione tra la dimensione fiabesca ed elegiaca e quella sofferta e conflittuale. Una delle coreografie più amate di Prelijocaj, resa indimenticabile dall’interpretazione superba dei due primi ballerini, ha suscitato un’esplosione di applausi e ovazioni.

Come danzatrice dell’anno è stata premiata Liudmila Konovalova, formatasi al Bolshoi e attualmente prima ballerina del balletto dell’Opera di Vienna, grande interprete dei classici di repertorio, che si è esibita prima nell’iconico: “La morte del cigno”, e poi in una coreografia contemporanea di Sebastien Bertaud dal titolo “Evanescenza”, sulle note di “Vissi d’arte, vissi d’amore” tratto da “Tosca” di Puccini.

Il Premio Vespoli, destinato a chi ha saputo attraversare linguaggi e stili diversi, è andato a Luciano Cannito, uno dei più grandi coreografi italiani del momento. Già direttore dei Corpi di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli e del Massimo di Palermo, regista di teatro e attualmente sulla cresta dell’onda con importanti produzioni di musical, è Presidente del Teatro Stabile Mercadante di Napoli, Direttore Artistico del Teatro Alfieri e del Teatro Gioiello di Torino, dell’Art Village Roma e delle compagnie Roma City Ballet Company e Roma City Musical. Cannito ha svolto da sempre un’ampia opera di diffusione della danza rendendola fruibile ad un pubblico vasto e trasversale.

La novità di quest’anno è il Premio Speciale “Contemporary Urban Choreography-Body Image e Community”, con cui per la prima volta in questa prestigiosa manifestazione è stato attribuito un riconoscimento alla urban dance attraverso il coreografo e interprete Yaman Okur, francese di origine turca, figura di riferimento internazionale della danza urbana contemporanea. A lui va il merito di aver saputo esprimere, attraverso il movimento, i temi dell’identità e della libertà attraverso la sua personalissima interpretazione di break-dance su eleganti brani di musica classica. Artista costantemente impegnato nel sociale, riesce con la sua danza a dare voce a chi non ce l’ha.

Rivelazione dell’ edizione 2025 è stato Hector Jain. Con la collega dell’Opera Clara Mousseigne, premiata anche lei, si è esibito nel passo a due atto III da “La bella addormentata” e nel passo a due atto II da “Il Corsaro”. Molto apprezzati dal pubblico anche gli altri vincitori del premio agli artisti emergenti, come Kayla Mak dell’American Ballet Theatre e Max Barker del Royal Ballet, applauditissimi nella “Tarantella”, omaggio alla tradizione locale, che ha aperto lo spettacolo, e nella coreografia contemporanea “Human” di Yannick Lebrun. Incantevoli Mayara Magri e Matthew Ball, primi ballerini del Royal Ballet, nel pezzo estremamente suggestivo “To & Fro”, una coreografia contemporanea dello stesso Ball su musica di Ottorino Respighi. Non poteva mancare la coppia “locale”: a rappresentare il balletto del nostro San Carlo sono intervenuti Vittoria Bruno e Daniele di Donato (già premiato a Positano nel 2018) col brano contemporaneo “Arbakkin” creato da Simone Valastro, strappando applausi a scena aperta. Un evento che, parafrasando la straordinaria direttrice artistica Laura Valente, “si conferma un classico che continua a guardare al futuro, nel segno di artisti che , un secolo fa, consacrarono Positano capitale della danza”.

Serena Cirillo

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