Claudia, come è nata la tua partecipazione alla mostra “In Alis Artis” al prestigioso Museo MAS di Milano?
La partecipazione è nata da un invito personale della direttrice e curatrice Francesca Callipari, che ha riconosciuto nel mio lavoro una sintesi tra estetica, intuizione e sperimentazione. Esporre in questo contesto, dove l’arte si interseca con la scienza, rappresenta per me una grande opportunità di dialogo tra forme creative e significati profondi.
Chi è Claudia Vincenzino oggi nel panorama artistico e fotografico, e come definiresti il tuo stile e approccio?
Sono una fotografa di moda e d’ élite, Giornalista Pubblicista e Design di gioielli con radici siciliane e base a Roma, che ha costruito il proprio percorso tra grandi città italiane ed esperienze internazionali. Il mio lavoro fonde l’estetica con un’intensa ricerca emotiva e artistica, la fotografia è per me uno strumento di lettura critica della realtà e uno spazio di sperimentazione continua.
Cosa significa per te esporre in un museo come il MAS, noto a livello internazionale per il suo impegno nell’arte e nella scienza?
Essere parte di un’istituzione come il MAS è un riconoscimento importante perché coniuga rigore scientifico e apertura artistica, un ambiente raro che valorizza la multidimensionalità dell’arte. È un luogo in cui la mia ricerca trova una risonanza particolare, fatta di precisione e innovazione.
Quale messaggio artistico e personale desideri trasmettere con il tuo lavoro, sia come fotografa che come modella?
Voglio comunicare la potenza della bellezza che nasce dall’autenticità e dalla trasformazione, valorizzando l’esperienza visiva come occasione di introspezione e dialogo. Il mio lavoro invita a guardare oltre la superficie per scoprire emozioni e significati nascosti nelle immagini.
Fausto Micelin


