“Ogni promessa è debito” apre la stagione 2025/26 al Diana con ironia, cuore e un elogio al pubblico più severo ma sincero, quello di Napoli
La sera del 15 ottobre 2025, il sipario del Teatro Diana si è alzato su una promessa: quella di una stagione intensa e vibrante, inaugurata dal maestro del teatro napoletano Vincenzo Salemme con la sua nuova commedia “Ogni promessa è debito”. E non è stato un semplice inizio: è stato un abbraccio alla città, un dialogo con un pubblico che Salemme stesso ha voluto celebrare come il più severo e al tempo stesso il più autentico e appassionato
Salemme non ha nascosto l’orgoglio nel rivolgersi ai napoletani: “Siete il pubblico che ti misura, che non accetta il facile, che vuole sentire l’anima,” ha detto con voce calda nel prologo. È un riconoscimento potente: da un lato l’aspettativa alta, dall’altro la fede teatrale totale. Ed è proprio questo scarto — tra scetticismo e devozione — che rende ogni applauso più prezioso.
In sala si avvertiva un silenzio attento, carico di aspettativa. Poi, scena dopo scena, risate, sospiri, battiti del cuore: Salemme ha giocato con leggerezza e profondità, raccontando la storia di Benedetto Croce, un uomo simbolico che, sopravvissuto a un naufragio, fa una promessa religiosa che cambierà il suo destino e quello della sua comunità. Il tema è semplice e mascherato da commedia: promessa, onore, etica, desiderio di responsabilità nella vita privata e pubblica.
Non è solo Salemme a reggere le emozioni: la compagnia teatrale allestita sul palco è di grande spessore. Ogni comparsa, ogni battuta recitata col giusto ritmo e verità ha contribuito a rendere la commedia “viva”
Si percepisce che non è un insieme di attori, ma una squadra che si conosce, si ascolta, respira insieme. Quel “noi” scenico si traduce in un “noi” condiviso con il pubblico.
La forza dello spettacolo sta nel bilanciamento sapiente tra il comico e il riflessivo: le battute alleggeriscono, ma le domande restano. Chi ha fatto realmente la promessa? E chi potrà reclamarla? È un gioco di specchi tra pietà e opportunismo, fede e logica, amore e convenienza. Salemme conduce il pubblico con grazia, senza forzare, facendo ridere ma lasciando l’amaro del dubbio nel finale.
“Ogni promessa è debito” è una commedia che sa dosare sapientemente la leggerezza e la profondità. Il racconto del pizzaiolo in crisi diventa uno specchio per riflettere sulle nostre promesse, sui legami che ci tengono insieme, e sulle difficoltà di mantenere la parola data in tempi difficili. Salemme conduce il pubblico con delicatezza, tra risate e momenti di intensa emozione.
L’opera racconta la storia di Benedetto Croce, sopravvissuto a un naufragio, che si trova a dover mantenere una promessa che cambierà la sua vita e quella della comunità. Tutto si svolge con ritmo brillante, tra battute fresche e momenti di riflessione delicata, senza mai appesantire la narrazione. Aprire la stagione con questo testo, dopo il trionfo romano e torinese dello stesso spettacolo, non è casuale: è un atto d’amore verso Napoli. È una sfida: dare al pubblico un testo nuovo, con rischi, senza riciclare successi. E già nelle prime battute la sala lo ha capito: si è sentita la fiducia reciproca.
Salemme ha suggerito che questa stagione sarà fatta di incontri “tra le pieghe delle emozioni”, temi sociali, ma anche della leggerezza che nutre lo spirito. Ha promesso, implicitamente, che ogni spettacolo sarà un ponte tra palco e sala, tra attore e spettatore.
Marco Assante

