Jonio, Sud, Barocco. Il Barocco tradotto in danza dalla compagnia leccese “Il Balletto del Sud”

Data:

 

Non smette mai di stupire il genio creativo di Fredy Franzutti, coreografo leccese e direttore del Balletto del Sud, instancabile ricercatore e filologo, sempre attento a individuare commistioni tra il linguaggio della danza e quello della letteratura, della storia, delle arti figurative, di tutte le espressioni culturali.

La sua ultima produzione “Jonio, Sud, Barocco” ne è un esempio. In scena il 12 ottobre al Teatro Apollo di Lecce, è un omaggio al Barocco in tutte le sue forme. Le parole del titolo sintetizzano l’essenza dello spettacolo, ma costituiscono anche l’acronimo di Johan Sebastian Bach, uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi, considerato il massimo esponente della musica barocca per la sua capacità di interpretazione ed espressione dello spirito di un’epoca. Tre sono i brani del celebre compositore, corrispondenti ai tre quadri della coreografia: Concerto per violino n. 1 in La minore, per il brano “Jonio”; Aria sulla quarta corda, per accompagnare “Sud”; Concerto per due violini in Re minore, per la coreografia dal titolo “Barocco”. In scena tutti i danzatori del Balletto del Sud insieme all’Orchestra OLES, 12 elementi che, muovendosi all’unisono col corpo di ballo, ne hanno accompagnato i movimenti, le pause e persino i respiri. Tre sono anche i personaggi alla cui opera Franzutti si è ispirato per la sua personale reinterpretazione del Barocco: oltre a Bach ha citato lo scrittore Vittorio Bodini e l’attore/regista Carmelo Bene, entrambi artisti salentini dalla personalità complessa, fortemente caratterizzata dalle proprie origini che affondano le radici in quella parte di Sud Barocco bagnato dal mare Jonio.

Nella sua raccolta di racconti “Barocco del Sud” Bodini si sofferma sull’osservazione della propria terra dopo aver vissuto in Spagna. Ne scaturisce un’immagine non convenzionale del Sud, fortemente improntata allo stile barocco inteso non solo in maniera formale come espresso dalle arti figurative, ma in maniera sostanziale, afferente allo spirito del luogo, della gente, ad una più generale condizione umana. Il Barocco del Sud è più di una corrente artistica o letteraria, è un modo di essere, di pensare e di esprimere; è uno stile di vita, un tipo di personalità di cui il Sud è permeato profondamente.

Carmelo Bene ha trasferito questa interpretazione nel suo teatro, in una modalità ben definita nel saggio critico di M. Grande dal titolo “Carmelo Bene. Il circuito barocco”, in cui afferma: “L’idea di una dimensione barocca è perfettamente adatta al teatro di Bene, dove la scena diventa un labirinto di immagini e suoni che sfidano lo spettatore, costringendolo a rinunciare alla logica per immergersi in un’esperienza che è puro eccesso di percezione.”

Franzutti, dopo aver assimilato il pensiero degli artisti citati, ha fornito un’ulteriore chiave di lettura della personalità barocca attraverso il movimento.  Tre sono gli elementi che costituiscono il filo conduttore dell’opera del coreografo. Jonio: il mare in generale, ma anche “quel” mare, che rappresenta un ponte tra culture di Oriente e Occidente, tra greci e latini, fusione tra conquistatori e conquistati; Sud: un modus vivendi mutuato da una particolare condizione storico-geografica; Barocco: l’orror vacui, ossessione derivante dalla fobia per il vuoto, il nulla, che si cerca di colmare con gli eccessi nella forma, l’oltranza decorativa. Nel primo quadro, Jonio, il movimento all’unisono di tutto il corpo di ballo, richiama quello delle onde del mare, sulle quali si stagliano i primi ballerini Nuria Salado Fusté e Marco Nestola, conquistatori venuti da Est attraverso il mare, che hanno sfidato i flutti ed emergono vittoriosi. Ma il mare è unico, è di tutti, destinato ad accogliere ed uniformare vincitori e vinti. Il secondo quadro, Sud, affida alla potenza espressiva di Alice Leoncini il racconto della condizione femminile nel meridione. Sola tra gli uomini che sembrano dominarla, lotta per la propria affermazione in una realtà in cui anche ricevere rispetto nella quotidianità è una conquista. L’ultimo quadro, Barocco, è un’esplosione di colori, costumi sontuosi, movimenti ampi e d’impatto: grandi salti, lift, passi ricercati che ricordano le danze a corte e ricchezza nella forma. L’azione è finalizzata a colpire lo spettatore con tutti i sensi, riempendo ogni spazio, come da concetto tipicamente barocco di “orror vacui”. Qui la giovane solista Giulia Ricciardulli dà il meglio di sé sia per abilità tecnica che per presenza scenica, e il suo partner Robert Chacon non è da meno. Uno spettacolo evocativo, denso di simboli che rimandano all’immaginario collettivo di un movimento complesso e pieno di contraddizioni, ma anche alla percezione interiore del Barocco come stato mentale. Tributo ad uno dei movimenti più discussi della storia che il coreografo leccese ha saputo interpretare col suo estro creativo in modo colto e appassionato.

Serena Cirillo

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati

BREVE STORIA DI UN VEICOLO CHIAMATO TRAM

Quel giorno a Torino del 1872 avvenne un fatto...

25 borse di studio per il workshop con Franco Dragone

BANDO MASTER CLASS Art.1-Finalità La Master Class si propone di realizzare...