Catania, Teatro Massimo Bellini. Fino al 13 marzo 2016
Foto Giacomo Orlando |
Prosegue con Il trovatore di Giuseppe Verdi la
stagione operistica al teatro Massimo Bellini di Catania. Un titolo caro sia ai
melomani più affezionati che a quella fascia di pubblico che va a teatro quando
si portano in scena opere popolari,
le cui arie fanno parte dell’immaginario collettivo e che fanno registrare,
come in questa caso, la platea piena. L’opera rossa, come viene definita, rimanda
indubbiamente al sangue, non solo quello che si versa nel corso della
narrazione ma anche al sangue inteso come legami, sia quelli che si vengono a creare
sia quelli di cui s’ignora l’esistenza.Non si può tralasciare il chiaro
riferimento al fuoco, dove anni prima era stata arsa viva la madre di Azucena e
alla quale sembra riservato lo stesso destino. Una trama complessa che viene
narrata dal capitano delle guardie, Ferrando, all’inizio della prima parte per
esser completata poi dalla stessa Azucena. L’opera è il connubio perfetto degli
opposti: amore e gelosia, poesia e violenza, il tutto imbevuto dalla vendetta
che va a creare il leitmotiv
principale e che rimanda a un’altra opera verdiana, Rigoletto.